"Lo confesso, non pensavo saresti riuscita ad attuare questa mossa in uno spazio così ristretto." Risponde mio zio, mentre si tampona la ferita con la tunica.
"Mai sottovalutare il nemico." Con uno sforzo enorme, riesco a togliermi di dosso il cadavere della guardia e inizio ad armeggiare con la cavigliera per liberarmi di quell'affare. Il dolore dei colpi subiti si sta affievolendo, anche se penso che la mia faccia diventerà livida presto. Devo ringraziare mio zio per il suo siero, non sto provando molto dolore in questo momento e penso che sarei già morta se fossi stata normale.
Leonard ridacchia e io lo fulmino con uno sguardo. "Che c'è di tanto divertente?"
"Non riuscirai mai a toglierla a mano, è stata costruita apposta." Ride ancora e io trattengo gli istinti omicidi.
"Bene, grazie dell'informazione." È ora di passare alle maniere forti.Infilo un pezzo di stoffa, strappata dalla divisa di una guardia, tra i denti e sparo due colpi alla cavigliera, sperando di danneggiarla quanto basta per togliermela.
La stoffa soffoca il mio grido, anche se il dolore è lo stesso dei miei incubi. Non voglio lasciarmi intrappolare dai ricordi delle torture, faccio respiri profondi per calmarmi.
La cavigliera si apre in due pezzi e cade sul pavimento dell'ascensore. Sputo la stoffa ed esamino la ferita: in corrispondenza della posizione un disco di metallo del dispositivo, sulla mia pelle è comparso un segno rosso frastagliato, probabilmente è da dove la corrente veniva irradiata, ma per il resto non c'è niente di grave. Il dolore dovrebbe passare abbastanza in fretta, come per il braccio e per il resto. Un'altra cicatrice per la collezione, gioisci!
"Certo che provi davvero gusto nel soffrire, nipote."
Perché ovviamente io mi sto divertendo a spararmi da sola e ad essere riempita di pugni. "È colpa tua, non so se te ne rendi conto."
"Lo so, io volevo solamente creare la generazione perfetta e, dopo un lavoro immane, ci sono riuscito. Una persona normale non avrebbe mai potuto sopportare il dolore fisico che tu e altri ragazzi avete attraversato. Ne sei l'esempio lampante, dopo ciò che ti ho visto fare oggi. Il mio esperimento è riuscito e so che il mio siero ha funzionato alla perfezione."Il fuoco mi attraversa dalla testa ai piedi, mi agita e mi consuma. È ora di mettere le cose in chiaro. "A che prezzo? Rendere sterili centinaia, migliaia di ragazzi da ogni parte della galassia? Impedire a una parte di una generazione con dei geni forti come la nostra di dare vita ad un'altra generazione magari anche più forte? Beh, se quello era il prezzo che avevi messo in conto, buon per te, ci sei riuscito! Però ovviamente nessuno sa niente, vero? Forse all'opinione pubblica non sarebbe piaciuto sapere che, oltre a vedersi portare via i propri figli, non avrebbe nemmeno avuto dei nipoti! Nemmeno tuo figlio sapeva niente, è rimasto scioccato nel saperlo, avresti dovuto vedere la sua faccia quando ha capito che gli hai mentito per la sua intera vita."
So di aver toccato un tasto dolente parlando di James, vedo il suo sorriso vacillare e quindi continuo imperterrita.
"Tu ci hai strappati alle nostre famiglie quando avevamo dodici anni, dodici! Hai messo in piedi un'enorme farsa solo per avere sempre più potere e garantire che quel potere rimanesse nelle mani di chi volevi tu! Ci hai torturati, drogati, messi uno contro l'altro per renderci competitivi, ci hai uccisi. Ma soprattutto hai ucciso i miei genitori, hai ucciso il tuo stesso fratello! E li hai uccisi per il tuo interesse personale, non per un vero motivo. E, dopo averlo fatto, te la sei presa con me, solo perché ero io la vera erede di mio padre, e mi hai rovinato l'intera vita." Le parole non smettono di fluire dalla mia bocca. "Nessuno di noi voleva questo, nemmeno James, ma tu gli hai lavato talmente tanto il cervello che è diventato come te! Gli hai impedito di scegliere con la sua testa e ora è morto!"
A sentire parlare ancora di mio cugino, il suo sorriso si spegne e si tramuta in uno sguardo di odio. "Non parlare di James, feccia. Non sai niente di lui."
"Oh, e invece io so. Ne so forse più di te, in questo momento. Ho visto il suo sguardo quando gli ho rivelato la verità, ho ascoltato le sue parole. Avresti dovuto farlo anche tu." Sto bluffando spudoratamente, non so se lo ha capito.
"Non hai diritto di parlare di lui, sei stata con James solo per poche ore e non lo hai mai conosciuto, negli anni." I suoi occhi ardono come pezzi di carbone ghiacciato. "Tu saresti dovuta morire e il tuo cadavere sarebbe dovuto marcire in eterno su quella nave! Tu e la tua banda di ribelli avete portato solo caos in questa Unione!"
"Lo abbiamo fatto per portare giustizia! Solo un folle come te avrebbe potuto fare questo a dei ragazzi, solo un pazzo avrebbe potuto stroncare il futuro di bambini!"Lui si alza in piedi con uno scatto, nonostante la gamba, e mi afferra per il braccio, tirandomi in piedi. È minaccioso, io mi sento sottomessa e vorrei farmi minuscola. Non so quali siano le sue abilità in fatto di lotta e ho paura di sottovalutarlo.
"NON SONO UN FOLLE! L'unica non sana di mente in questa famiglia sei tu, sei la mela marcia dell'albero genealogico. È colpa tua se mio figlio è morto!"
"L'hai ucciso tu, io gli ho solo detto la verità. Gli ho solo rivelato quanto tu sia malato mentalmente. Tu hai fatto tutto il resto perché non riesci ad accettarlo."
Mi schiaccia contro la parete dell'ascensore e preme violentemente il tasto di arresto per farlo ripartire.Non riesco nemmeno a vedere il movimento fulmineo.
Sento il fiato caldo di mio zio sul collo.
Il dolore si irradia dal fianco destro fino al cervello.
Le mie grida si mescolano alle sue risate sguaiate.
"Non vincerai mai, Gwendolen. Ma puoi morire provandoci."
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Space, The Last Frontier
Science Fiction"[This is the end, my only friend, the End] Questa canzone è deprimente. Ma non la cambio, rispecchia il mio stato mentale. Sono sprofondata su un divanetto con una tazza di caffè fumante tra le mani. Tornerò mai alla civiltà?" Gli uomini hanno semp...