XLII

218 21 4
                                    

Il pomeriggio seguente, completamente ripresi dalla sbornia e carichi di energia, decidiamo di fare tiri coi coltelli, al posto del solito allenamento. Finalmente qualcosa di interessante!
"Vediamo se sei ancora brava come un tempo." Dice lui con un ghigno e io alzo gli occhi al cielo. Pensa davvero di battermi?
Prendo tre coltelli e lui mi imita.
"Ti distruggerò, mi dispiace." Affermo.
Lui sbuffa, poi accende la musica e sceglie la canzone. "Inizi tu, Morgan?"
"Mangerai la polvere." Mi metto in posizione e libero la mente da ogni pensiero.
Tiro. Centro.
Lui si lamenta e io sorrido compiaciuta. Frank impugna il coltello e lancia. Pure lui fa centro.
"Però." Fischio. Non me lo aspettavo da lui, pensavo non fosse bravo. Mai sottovalutare il nemico, Gwen, dovresti averlo imparato.
"Ancora sicura di battermi?" Mi chiede.
"Nessun dubbio." Devo batterlo!
Mi concentro e lancio di nuovo, facendo centro.
Lui non si fa intimidire e colpisce il bersaglio nel centro.
"Come la mettiamo ora?" Domando.
"Zitta e tira. Vedremo tra poco come si risolverà."
Rido e lancio con nonchalance, giusto per mettermi in mostra. Potrei fare più seriamente, però sono certa di essere capace di fare il massimo anche senza troppo sforzo. Infatti, faccio centro per la terza volta.
"Ti sfido a fare meglio." Allargo le braccia e sfodero il mio miglior sorriso beffardo.
Lui mi fulmina e si mette in posizione. Non può battermi, al massimo pareggeremo.
Con mia enorme soddisfazione, il suo coltello si pianta a un cerchio dal centro. Esulto, mentre lui si lascia scappare un lamento.

"Ho vinto!" Gli saltello vicino, punzecchiandolo. Ha voluto sfidarmi e ha perso.
Lui mi ignora e raccoglie i coltelli. "Speravo ti fossi dimenticata come lanciare." Sbuffa.
"Ti piacerebbe, ma purtroppo per te mi sono allenata in questi mesi."
"Così non vale, avrei dovuto immaginarlo che non avrei avuto speranze."
"Beh, non te la sei cavata poi così male."
"Sei sempre stata la migliore a tirare e ti arrabbiavi molto se qualcuno faceva meglio di te. Poi la prendevi sul personale e facevi di tutto pur di battere quella persona. A volte Mike ti superava, ma era solo quando stavi male o non riuscivi a concentrarti al meglio. Sapevi che lo faceva solo per darti fastidio, non te la prendevi troppo con lui. Io mi sono solo allenato e ho avuto fortuna, questa volta."
Mike! Dobbiamo pensare a come entrare su Drisor!
"A proposito di Mike..." Inizio, ma lui mi interrompe subito.
"Non pensiamoci ora, ci vuole tempo prima di avere i permessi e non voglio pensare al piano suicida che hai in mente." La sua espressione è cambiata, come ogni altra volta in cui abbiamo affrontato l'argomento. Cos'ha contro Mike? Perché non vuole contattarlo? Non era suo amico? Forse pensa che le mie idee siano troppo folli?

"Ora basta pensare al piano. Vuoi lottare?" Ha appoggiato i coltelli e si scrocchia le nocche. Ora sì che ragioniamo.
"Certo che sì."
"Senz'armi. Non voglio farti troppo male."
"Come se potessi." Rido.
Lui fa scattare un pugno verso di me, senza alcun preavviso. Lo schivo per un pelo. Questo non l'avevo previsto, ottima mossa.
"Tu dici?" Fa scattare un altro pugno, ma io lo blocco e rispondo con un calcio.
Non mi freghi due volte, mio caro Makovich.

L'adrenalina scorre e iniziamo a lottare sul serio.
Non è un incontro grandioso, mi conosce abbastanza bene da sapere che mosse prediligo. Io rispondo ad ogni colpo e cerco di variare più possibile ogni mossa. È la prima volta che affronto un vero avversario, facendo sul serio, però gli anni in Accademia hanno formato la mia memoria muscolare e non mi trovo in difficoltà.
Frank ha uno stile di combattimento posato, studia attentamente le mosse e spesso gioca in difesa. Io, d'altro canto, cerco di muovermi in attacco, sempre attenta a non fare mosse sbagliate. Lui è più alto e massiccio di me, devo sfruttare il più possibile la velocità.
Ne usciamo io con un dito insaccato e lui con una chiazza sulla guancia, che tra poco diventerà un livido, niente di più serio.

Alla fine, decidiamo di usare le armi.
Tanto c'è l'infermeria apposta. Quanto male potremmo mai farci?
Cominciamo con un pugnale a testa. Dave non era molto d'accordo, ma noi l'abbiamo ignorato bellamente
La canzone che stiamo ascoltando è incalzante, adatta a questo momento.

[The sharpest lives are the deadliest to lead]

Lui fa una finta e io indietreggio. Devo stare più attenta, ora che abbiamo le armi. "La lotta con Mike era più divertente." Lo provoco apposta, ma lui non reagisce come aspettavo.
Si blocca e indietreggia, lo sguardo cupo.
Non so cosa sta succedendo, ma voglio ancora batterlo.

[Juliet loves the beat]

Questa canzone carica troppo!
Lui non attacca, il pugnale gli scivola dalla mano. Come un automa, va a lavarsi la mano dove la lama l'ha tagliato. Ha la schiena dritta e non mi guarda nemmeno.

[Drop the dagger and lather the blood on your hands, Romeo]

"Frank?" Poso l'arma e lo seguo, lui non si gira. Non riesco a capire quale sia il problema. "Cos'ho fatto?"
Lui finalmente si volta ed esplode come un fiume in piena.

"COS'HAI FATTO? PARLI SOLO DI MIKE, QUANDO NEMMENO RICORDI COS'È SUCCESSO, ECCO COS'HAI FATTO! E IO? NIENTE!" I suoi occhi sono scuri di rabbia, non li ho mai visti così.
Non so cosa dire, ho un nodo che mi stringe lo stomaco. Improvvisamente mi sento uno schifo, un enorme schifo. Insieme a quella sensazione se ne insedia un'altra, un sentimento che avevo cercato di reprimere negli ultimi giorni.

"Gwen, sono sempre stato innamorato di te. Dal primo momento. Te l'avrei anche confessato prima, ma tu ricordi solo lui."

Perdo completamente la ragione.
Rabbia, sorpresa, confusione, ho di tutto in testa. Il cuore mi martella nel petto e agisco d'istinto. Mi avvicino a lui e lo prendo per il bavero, senza pensare ad altro fuorché lui. "Ah, davvero?"
E lo bacio.

Sotto il mio pugno, il suo cuore parte a mille.

[A kiss and I will surrender]

Lui affonda le mani nei miei capelli e ricambia con forza, incurante del sangue che gli bagna ancora una delle mani.
Rimango attaccata a lui, la mente in subbuglio. Le sue mani rimangono piantate nei miei capelli e le sue labbra si muovono sulle mie.

"Mi arrendo." Biascica quando lo lascio andare.
"Cosa?"
Indica l'altoparlante. "Un bacio e mi arrenderò. Hai vinto."
Sorrido e mi bacia ancora.
"Makovich, non hai mai lasciato la mia testa da quando ci siamo visti su Terminus. Sappilo."

---------------------------------------------------------

Al mio segnale,
scatenate l'inferno.

Space, The Last FrontierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora