XXIX

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La Caesar capitanava la flotta. Cosa? Perché il documentario non lo ha detto?
"Dici sul serio?" Sono confusa. Se questa nave comanda davvero la flotta, allora perché l'hanno utilizzata per farmi sparire dalla circolazione? Perché non hanno utilizzato una qualsiasi altra nave per spedirmi in mezzo al nulla? Tutto ciò non ha senso!
"Certo che sì. È la miglior nave intergalattica mai costruita, non poteva essere destinata ad altro." Non ne dubito.
"Ma allora perché ci sono finita sopra? Perché non hanno usato una nave comune o più piccola per farmi sparire?"
"Non lo so e nessuno lo sa. Le uniche persone che potrebbero avere delle risposte o sono morte, o sono in prigione."
"Frank, devi raccontarmi tutto quello che sai su questa nave e la mia condanna."
"Gwen, non ti piacerà." Evita il mio sguardo come se si sentisse in colpa.
"Devo sapere. Dimmi solo quello che ho fatto e cosa c'entra il governo, se proprio non vuoi dirmi tutto. Il resto può aspettare."
"E va bene, ma avremo bisogno di stare seduti. Sono informazioni molto pesanti, sia da raccontare che da ascoltare."
Annuisco e ci sediamo per terra.

Dopo essersi schiarito la gola, inizia a raccontare.
"Partiamo dalla Caesar, è la nota meno dolente. La Caesar è stata costruita una ventina di anni fa dai migliori costruttori e progettisti dell'Unione. Era un progetto molto ambizioso, volevano unire tradizione e innovazione per creare un nuovo tipo di astronave, che potesse solcare lo spazio per anni e allo stesso tempo diffondere la cultura dell'Unione, nel momento in cui si fosse trovata in contatto con nuove civiltà. La tradizione stava nel mettere tutti quei volumi, tutti i migliori libri delle epoche passate, la musica e i video, mentre l'innovazione consisteva nella struttura della nave: dotata di decine e decine di alloggi per lo staff e di sale comuni in cui trascorrere il tempo durante i lunghi viaggi interstellari. Anche i sistemi di propulsione della nave furono realizzati ad oc. Divenne quindi la nave al comando della flotta, nei tempi di guerra, perché era la più grande e la più fornita di armi e scudi. Ma in tempi di pace, veniva utilizzata per i viaggi interstellari e ha scoperto decine di nuovi pianeti, che poi hanno accettato di entrare a far parte della nostra Unione." Fa una pausa e inizia a fissarsi le dita, che sta tormentando. "E qui viene la parte dolente. Sei sicura di voler sapere tutto?"
"Sono sicura."
"La nave fu commissionata dal Governatore in carica in quel periodo." Esita, poi sputa il nome d'un fiato. "John Morgan."
Morgan? Come me?
"Tuo padre, Gwen."
Mio padre? Mio padre è il Governatore?
"Mio padre è il Governatore?" Gli chiedo con voce sottile.
Lui evita di nuovo il mio sguardo e non smette di contorcere le dita. Mi preparo al peggio, visto il suo atteggiamento. "Era. È stato ucciso quattro anni fa."

Non so cosa pensare, mi sento solamente vuota. È una notizia scioccante, eppure allo stesso tempo non so cosa provare. Non ricordo niente su mio padre, non ho idea di che persona potesse essere. Mio padre è stato ucciso e io non ho nemmeno un singolo ricordo su di lui. Non uno, non ricordo la sua voce, non ricordo il suo viso. Per me lui è un estraneo.
La mia testa è affollata di pensieri, cerco di ricordare qualcosa su di lui ora che conosco il suo nome, provo dolore, provo smarrimento. Chi era mio padre davvero? Perché è stato assassinato?
"Da chi è stato ucciso?" Sento la rabbia nascere e crescere in fretta. Non me lo ricordo, ma di certo voglio vendetta.
"Nessuno lo sa, ancora oggi. Il Governo disse che era stato un incidente. E qui subentri tu. Tu eri convinta che fosse stato tuo zio, il fratello di tuo padre, Leonard Morgan. Altri se non il Governatore che ha succeduto a tuo padre."
Ho la mente che viaggia in modo frenetico, non capisco nulla di quello che sto pensando.
Mio padre e mio zio, entrambi Governatori. Cos'è successo veramente alla mia famiglia?
"Perché ero convinta di questo?"
"Perché con tuo padre è morta anche tua madre, Jacqueline."

Mi sento mancare. Frank lo nota e mi afferra i polsi, prima che io mi afflosci per terra. Credo che mi stia chiedendo se sto bene, però non riesco a sentirlo.
Entrambi i miei genitori sono morti.
E io non mi ricordo di loro.
Non ho memoria di nulla riguardante loro, i loro nomi suonano ordinari, come se fossero i nomi di un mio conoscente lontano. Perché mi hanno fatto questo? Cos'hanno fatto i miei genitori per essere ammazzati?
Mi sento in colpa come mai prima d'ora.
Le lacrime iniziano a scorrere senza che io possa fermarle, la vista si annebbia e non riesco a trattenermi.
Questo è solo l'inizio. Gwen. Controllati, sfogati alla fine.
Mi asciugo gli occhi con una manica e Frank mi sfiora una mano.
"Mi dispiace, G." Sussurra.
"Non ti preoccupare. Finisci di raccontare."
"Il Governo disse che era stato un incidente, ma tu eri convinta che i tuoi fossero stati assassinati da Leonard. Per questo ti sei ribellata. Io, Mike, Alice e il miglior amico di tuo padre, Mark, ti abbiamo creduta e ti abbiamo aiutata in tutti i modi a provare la tua tesi. Provasti a diffondere pubblicamente dei documenti segreti sul governo di tuo zio, rapporti militari segreti, esperimenti, tutto ciò che potesse compromettere la sua posizione. Il piano era ben studiato, in ogni minimo dettaglio, però l'operazione fallì. Alice ed io non venimmo mai incriminati, anche se subimmo pesanti conseguenze, mentre Mike fu accusato di complicità ed è ancora in prigione su Drisor. Sempre se è ancora vivo."
"E Mark?"
"Mark non lo so, è sparito dalla circolazione il giorno stesso del tuo esilio, da quanto ne so. Sicuramente è stato assassinato, anche se credo sia lui la causa del tuo esilio sulla Caesar."
"Spiegati meglio."
"Tu ricevesti la condanna massima: l'esilio oltre i confini dell'Unione. Tuo zio Secondo me, Mark riuscì a farti salire sulla Caesar al posto di una nave da esilio, in modo da permetterti di tornare a casa in un qualche modo."
"Così si spiegherebbe tutto."
"Già." Alza lo sguardo verso di me. "In ogni caso, ricordati che per me hai fatto quello che era giusto fare. Non cambierei nulla se tornassi indietro. Ti seguirei lo stesso." È l'unica nota positiva di quel racconto pieno di dolore.

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