LXX

175 24 9
                                    

Mike immobilizza dietro la schiena le braccia a mio zio, mentre Frank si accascia contro la parete, respirando profondamente. Vorrei andargli vicino e abbracciarlo, dirgli che va tutto bene e che ora non dovrà preoccuparsi di nulla, ma non è il momento adatto.
Recupero una pistola e attraverso il corridoio a passo spedito. La resa dei conti è finalmente arrivata, non avrò nessuna esitazione a premere il grilletto.
Punto alla testa di mio zio. "Game over, hai perso." Dico e lui rotea gli occhi in modo così evidente che Mike stringe la presa e gli blocca le gambe.
"Ultime parole?" Domando con voce tagliente. Voglio concedergli un ultimo momento di gloria, prima di ucciderlo.
"Non le dirò certo a te, feccia."
Si sente un rumore di rottura e lui urla come un dannato. Mike gli ha rotto il braccio senza tanti complimenti, cosa che avrei fatto anche io, molto prima. "CONFESSA!" Gli grida, mentre l'altro digrigna i denti per non urlare di nuovo.
Si fissano con espressioni minacciose, poi mio zio cede. "Cosa vuoi sapere da me?"
"Tutto. Cosa hai fatto che noi sappiamo e non sappiamo, voglio sentirlo dalle tue labbra. E voglio anche registrarti mentre lo dici, così avremo le prove per incriminarti." Mike stringe ancora il braccio, portandolo a gemere debolmente, e io carico la pistola.

L'orologio di Alice ha un registratore vocale, quindi si avvicina a noi per attivarlo. Non ha detto una parola fino ad ora, deve essere sconvolta dal modo in cui la situazione si è rivoltata a nostro favore.

"Non voglio essere registrato." Afferma con voce dura mio zio.
"Allora ti romperò anche l'altro braccio. Scegli tu cosa preferisci." Ribatte Mike spostando la mano verso il braccio ancora intero.
"E va bene!"
"Abbiamo tempo, zietto, puoi fare con comodo. Racconta pure da principio." Gli dico. Ora potrò sfogare tutto l'odio che provo per lui una volta per tutte, non voglio dargli troppe soddisfazioni e quindi prima di morire dovrà soffrire tanto quanto ho sofferto io.

"Sono Leonard Morgan, Governatore Supremo dell'Unione Galattica e fratello di John Morgan, mio predecessore. Ho sempre vissuto all'ombra di mio fratello, mentre lui macinava cariche nel governo dell'Unione, io sono sempre rimasto amministratore. Mio fratello era popolare, amato, invece io non ho mai avuto modo di brillare. Quando lui fu nominato Governatore, decisi che avrei dovuto avere quella carica ad ogni costo. Non mi importava niente di assassinare mio fratello, non avevamo più il rapporto che c'era quando eravamo bambini e avevo iniziato a odiarlo col passare del tempo. Ho aspettato anni, ho tramato alle sue spalle ottenendo l'appoggio dei pochi oppositori, e, finalmente, quattro anni fa sono riuscito a ucciderlo. Nell'incidente rimase uccisa anche sua moglie, non la ritenevo una minaccia, purtroppo si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato."
Mi costringo a respirare profondamente e a lasciarmi scivolare addosso quelle parole.
"La vera minaccia al mio potere era Gwendolen, mia nipote. Quel pazzo di mio fratello le aveva lasciato in eredità la Caesar ed ero certo che le possibilità che lei potesse competere in futuro per avere la carica erano alte. Quella notte, sulla navetta, non c'era. Ingaggiai un sicario, che non ebbe il coraggio di ammazzare una bambina. Si salvò e io non potevo permettermi di sporcarmi le mani."
Vorrei che James potesse udire queste parole che mi stanno corrodendo la mente, vorrei davvero che fosse qui con me ad ascoltare.

"Dopo essere salito al potere, decisi di creare l'Accademia su Inathor per addestrare una generazione di soldati totalmente nuova, il mio intento era di addestrarli sia mentalmente che fisicamente in modo che potessero sviluppare abilità fuori dal comune. Tra questi ragazzi avrei scelto personalmente il mio erede, anche se ovviamente puntavo a favorire mio figlio James. L'obiettivo era avere un modo legale di passare il mio ruolo a mio figlio, ma ero disposto a cambiare idea, nel caso avessi trovato un candidato migliore. Per ottenere delle prestazioni migliori, ho creato in laboratorio un siero per aumentare le loro capacità di forza, resistenza e guarigione che ha avuto risultati eccellenti."
"Ci ha resi sterili!" Lo interrompo bruscamente.
"Quello era solo un effetto collaterale, mia cara."
"Un effetto collaterale?" Avvicino la canna della pistola alla sua faccia, ma Mike mi richiama all'attenzione e mi fulmina con gli occhi.
Non so se qualcuno di loro è a conoscenza del siero, in ogni caso li informerò presto.

"L'Accademia andava a gonfie vele, ero davvero soddisfatto dei risultati ottenuti, finché qualcuno non ha pensato di cercare di introdursi nel database per rubare e diffondere i miei documenti segreti. Non so come abbia fatto a scoprirli, ma mia nipote ha sempre ficcato il naso dove non doveva." Mi lancia un'occhiataccia.
"Dillo cosa contenevano quei documenti, confessa." Lo intima Mike.
"Contenevano i risultati degli esperimenti condotti per testare il siero su dei soggetti umani e no, file su giornalisti che cercarono di indagare sulla morte di John e che sparirono dalla circolazione, la corrispondenza tra me e i miei funzionari su come eliminare i nemici, le mie note personali su ogni ragazzo ammesso all'Accademia-"
"Basta così, ho sentito abbastanza." Non riesco più ad ascoltarlo, anche se dall'altra parte vorrei che confessasse tutto. Ogni parola mi brucia dentro.
"Cosa c'è nipote? Sei turbata da queste informazioni?"
In tutta risposta avvicino la pistola alla sua tempia fino a toccare la pelle. "Continua con la confessione e basta." Sibilo. Devo sopportare solo finché non concluderà, anche se so che cercherà di farmi soffrire il più possibile.

"Sono riuscito a catturare mia nipote Gwendolen e Michael Collins mentre cercavano di scappare, dopo aver fallito nella loro misera operazione. Successivamente, ho reso pubblico il loro arresto e li ho fatti torturare dai miei migliori uomini. Inoltre, ho fomentato l'odio nella popolazione grazie ai miei discorsi, per eliminare così ogni possibilità che mia nipote aveva di diventare Governatrice." Vedo con quanto gusto pronuncia quelle parole e provo soltanto ribrezzo nei suoi confronti.
"Dato che nessuno dei due ha parlato e ha rivelato dove si trovasse il chip, ho fatto rapire Frank Makovich e torturare davanti ai loro occhi. E la cosa devo dire che ha funzionato a meraviglia per ottenere delle confessioni, anche se l'informazione sul chip è rimasta celata."
Ripensare al coinvolgimento di Frank mi fa soffrire e cerco di non darlo a vedere.

"Ho incastrato mia nipote e l'ho fatta condannare all'esilio, Collins è stato imprigionato su Drisor, mentre Makovich è stato rilasciato per mancanza di prove. Al momento dell'esilio, il professore di fisica dell'Accademia, Mark Taylor, ha sabotato la condanna ed è riuscito a far dirottare l'imputata sulla Caesar. Mia nipote è stata esiliata ai confini dell'Unione sulla sua nave, sapevo perfettamente che sarebbe potuta tornare indietro e quindi Taylor è stato ucciso subito dopo la partenza di Gwendolen. Poco dopo ho scoperto anche la complicità di Ian Wilson, il mio secondo, e ho ucciso anche lui."
Non so chi siano quegli individui, ma sono grata a loro per avermi aiutata.
"Quando la ribelle è stata individuata su Terminus, ho iniziato a pianificare in anticipo ogni sua singola mossa, fino a portarla qua, dove speravo di ottenere il chip e ucciderla."

"Ti penti di ciò che hai causato?" Domando.
Mi fissa con i suoi occhi glaciali. "No. Non ripudio nemmeno una delle mie azioni."
"Nemmeno io mi pento di questo."

Sparo due colpi in rapida successione, poi mi alzo e gli calpesto il naso.
"Ora siamo pari."

***

Le guardie sciamano fuori dagli ascensori, ho laser puntati sul petto e sulle braccia.
Alzo lentamente le mani, così come i miei amici.
"Cos'è successo?" Abbaia qualcuno.
"Ho ucciso Leonard Morgan." Mormoro. "Ho liberato l'Unione dal suo più grande morbo." Secondo mio zio ero io la malattia, ora vedremo quanto mi sono diffusa dentro la società.
"Conoscete il vostro nemico?"

Space, The Last FrontierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora