Ogni secondo che passa mi sento sempre più terrorizzata. Il cuore mi batte all'impazzata e mi costringo a calmarmi, non posso permettermi distrazioni o crisi isteriche. Tutta la mia concentrazione deve andare a vincere questa battaglia. Non pensavo che, una volta arrivato il momento fatidico, avrei avuto così tanta paura.
Cammino piano in cerchio e alzo la pistola a scatti. Il dolore persiste, molto più attenuato rispetto a prima, però riesco a muovermi abbastanza agevolmente e a mantenere alta la pistola senza tremare. Fortunatamente, diciamo così, il siero di mio zio è utile al recupero rapido; in condizioni normali probabilmente sarei già morta molto prima che arrivasse Alice.
"Abbiamo bisogno di uno scudo e di un appoggio per te." Commenta Alice, mentre io continuo a camminare.
"Usiamo un tavolo."
Lei annuisce e scompare in una stanza.
La aiuto a portare in corridoio un largo tavolo e lo rovesciamo davanti ad un ascensore. Lei continua a lanciarmi sguardi di preoccupazione e io le garantisco di essere in grado di farcela. Non ne sono completamente sicura, a dire il vero, ma l'importante è che lei si senta rassicurata e pensi alla sua incolumità e non alla mia.
"Prendine un altro, io cerco delle armi in più." Le dico.
Gli ascensori per ora non si muovono, dovremmo avere ancora del tempo per allestire una barricata difensiva.
Sei diventata Enjolras dei Miserabili, Gwen?
Quindi Frank sarebbe il mio Grantaire alcolizzato?
Lavora!Dalle stanze racimolo tutto quello che possiamo utilizzare come arma: oggetti pesanti, coltelli, di tutto. Qualsiasi cosa può essere utilizzata, anche solo per tenere i nemici a distanza. Ammucchio tutto dietro al primo tavolo, dove ci sono già le armi che ho confiscato alle guardie morte.
Alice trascina un altro tavolo verso la porta del secondo ascensore e lo piazza esattamente come il primo. Sono abbastanza larghi e alti per fornire un riparo decente, sempre se resisteranno abbastanza ai colpi di laser.
"Cosa facciamo del corpo?" Indica con la testa la camera di James.
"Ci penso io."Entro nella stanza, che ha già iniziato a puzzare di sangue e morte, e cerco di non guardare troppo il cadavere di mio cugino. Il suo improvviso cambiamento mi ha scossa, forse non era come mi ero immaginata. Anche lui aveva dei solidi principi morali, dava importanza all'onore e all'impegno, e ha sempre creduto che io fossi nel torto solo per quello che gli diceva suo padre, ma forse lui non mi credeva così. Non ho memoria del nostro passato, non ho idea di come ci rapportassimo prima della morte di mio padre e mi dispiace di ciò.
Forse James era proprio uguale a me e io non lo saprò mai. Non saprò mai quali fossero i suoi gusti in fatto di libri, in che cosa si fosse specializzato all'Accademia, chi fossero i suoi amici o che cosa gli piacesse fare nel tempo libero.
Prendo il lenzuolo dal letto e lo stendo sopra al suo corpo, ancora accasciato contro il muro.
"Mi dispiace James, avrei voluto essere una cugina migliore." Dico con sincerità.Torno in corridoio, la mente rivolta al da farsi. Le nostre barricate sono pronte e Alice sta esaminando una delle pistole.
"Sembra abbastanza a posto." Mi dice.
"In teoria avevo puntato a distruggerle, quindi non so quanto possa essere utilizzabile."
"A guardarla così, non sembra troppo rotta. A parte questo che abbiamo?"
"Ho preso qualsiasi cosa mi fosse capitata in mano. Se la pistola dovesse incepparsi, tirerò in testa a mio zio quel soprammobile." Indico un piccolo trofeo di metallo, un oggetto compatto e abbastanza pesante da provocare danni gravi alla testa.
"Siamo messe male." Sospira e guarda i tavoli. "Non sono un granché come riparo."
"Lo so, ma dovranno bastare. È l'unico modo per aver un riparo, le porte non si possono togliere dal muro."
"Se riusciamo a sopravvivere a questo inferno, giuro che me ne vado sul pianeta più isolato e disabitato dell'Unione e sto lì finché non crepo."
Non posso fare a meno di ridere. "Vinceremo, credi in me."
"Io credo in te, ma credo anche che moriremo!"
"In quel caso, è stato un piacere combattere al tuo fianco."
"Il sentimento è reciproco, lo sai."
Ci sediamo vicino ad una porta, spalla a spalla.
"Lo sapevo che mi avresti portato solo dei guai, Gwen." La malinconia nella sua voce mi fa salire un groppo alla gola.
"Hai scelto te di diventare mia amica, brutta scema."
"Infatti, avrei dovuto lasciarti fare la stronza con me e ignorarti."
"Lo so che mi vuoi bene, in fondo."
"Zitta." Mi abbraccia e io ricambio.
Probabilmente sarà il nostro ultimo abbraccio.
Dai, almeno una volta pensa positivo...
"Diventare tua amica è stata la scelta migliore che potessi fare, non mi pentirò mai di averti seguita fino a qui. E vedi di non piangere, Gwendolen!"
Mi asciugo le lacrime con un sorriso. "Grazie, Alice. Non avrei mai potuto chiedere di meglio dalla mia compagna di stanza."I minuti si trascinano uno dopo l'altro, con estrema lentezza.
Nessuna di noi due parla.
Perché ci mettono tanto ad arrivare? Che starà succedendo al di fuori di questo piano?
In testa mi risuona solo la vecchia canzone triste che era in cima alla playlist di Frank, 21 Guns.[Do you know what's worth fighting for when it's not worth dying for?]
"Perché non arrivano?" Chiede la mia amica con voce roca.
"Non lo so, Alice."
Non capisco se gli ascensori si muovano o meno.[One, twenty-one guns]
"Ho paura." Mormora.
"Non lo dire a me."Sento un movimento nell'ascensore quindi mi metto in posizione, spaventando la mia amica. "Stai pronta." Le dico, anche se lei è sull'attenti come non mai.
Puntiamo le armi verso la porta, ma tornato tutto immobile e silenzioso. La porta potrebbe aprirsi da un momento all'altro, il fatto che non si sentano rumori non vuol dire niente.All'improvviso la porta scorre, non faccio in tempo a sparare che dall'interno viene generata una raffica di colpi laser.
È qui!
Alice fa un verso acuto e subito mi volto verso di lei.
NO!
Si tiene il collo con una mano rossa di sangue e ha gli occhi spalancati.
"Oddio." Si controlla la mano e si accascia contro la parete.
"Alice, non ti azzardare a morire!"
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Space, The Last Frontier
Science-Fiction"[This is the end, my only friend, the End] Questa canzone è deprimente. Ma non la cambio, rispecchia il mio stato mentale. Sono sprofondata su un divanetto con una tazza di caffè fumante tra le mani. Tornerò mai alla civiltà?" Gli uomini hanno semp...