Momentaneamente tengo nascosto il piano a Frank, so che non approverebbe e ora non è il caso di farlo arrabbiare. Le sue preoccupazioni sono giustificate e ha tutte le ragioni di essere restio a questa missione suicida, ma io voglio perseguire nel mio obiettivo. Da sola non posso fare niente, dovrò solo aspettare il momento giusto per parlarne con lui e Dave, visto che anche lui non era d'accordo con le mie idee folli. Non abbiamo molto tempo, a dire la verità, e ho il timore che non faremo in tempo ad elaborare un'idea comune. Il tempo scorre e devo essere pronta a pensare a qualcosa di nuovo in tempi brevi, in caso la situazione si metta male.
Per ora di cena, Frank non è ancora uscito da camera sua. Perché le persone sono così difficili da trattare? Perché non sono capace di aiutare o migliorare la situazione?
Mi ci vorrà un bel po' di tempo per riuscire a imparare a convivere con delle persone e a comportarmi nel modo giusto nella società. Ci penserò poi quando avrò salvato il mondo, ora non è poi così fondamentale.Ceno da sola mentre leggo un libro giallo intitolato Dieci piccoli indiani. Non ho molta fame, sbocconcello un pasto semplice preparato con composti liofilizzati. Il sapore non è male, la consistenza, invece, potrebbe essere migliore.
Sono in pensiero per Frank, quindi decido di ordinare alla cucina una cena per lui. Non so bene cosa gli piaccia mangiare, inserisco alimenti vari e cerco di evitare quelli dai sapori più tristi. Rubo anche due quadretti di cioccolato, spero che possano tirarlo su di morale.Pronto il vassoio, vado verso camera sua e busso alla porta, con il cuore a mille per il nervosismo. Speriamo che mi apra.
Lui lo fa e mi sembra pure sorpreso di vedermi.
"Ti ho portato la cena." Gli dico.
Lui fa un piccolo sorriso, poi mi fa entrare.La sua camera è un casino totale. Le lenzuola sono a terra tutte appallottolate, l'armadio è aperto e vedo vestiti spuntare ovunque, sul materasso ci sono il suo portatile e non so quanti cavi elettrici. E io che pensavo di essere disordinata.
"Scusa il disordine, stavo cercando di distrarmi e mettere a posto un paio di cose. Cosa c'è per cena?" Sposta gran parte degli oggetti dentro l'armadio, poi siede sul letto.
Io mi accomodo accanto a lui e gli porgo il vassoio. "Non sapevo bene cosa ordinare, quindi ho scelto cose varie. Purtroppo, il cibo non sempre è dei migliori, ho cercato di evitare le pappette nutrizionali."
"Sarebbero andate bene lo stesso, all'Accademia abbiamo mangiato di peggio. E comunque muoio di fame. Sei stata davvero gentile, non dovevi."
Alzo le spalle. "Non ti sei presentato per cena e ho pensato volessi stare solo. Non vorrei che morissi di fame, l'ho fatto per la sopravvivenza della nostra squadra."
Lui ridacchia e io faccio per alzarmi, ma lui mi prende il polso. "Stai qui, se ti va. Ascoltiamo un po' di musica."
"Va bene." Sono felice che mi abbia chiesto di restare.La quantità di cibo che trangugia in così poco tempo è impressionante. Non so come avrebbe fatto se non gli avessi portato nulla.
"Mi sembra che tu abbia gradito." Commento.
"Già. Soprattutto la cioccolata."
Sorrido. "Allora, che vuoi fare?"
Alza le spalle. "Niente di particolare, volevo solo stare in compagnia."
"È bello avere qualcuno con cui parlare dopo tanto tempo."
"Posso solo immaginare com'è stato."
"Allora, ascoltiamo la musica o no?"
"Certo" Si alza e va a prendere il portatile, dato che non c'è lo schermo come in camera mia.
Quando si piega per prenderlo dall'armadio, la maglietta si alza e sulla sua schiena bianca vedo dei segni rossi, intricati in una macabra trama che non svanirà mai dalla sua pelle.
Mi affretto a distogliere lo sguardo, quando si gira. Quelle le ha avute per colpa tua, Gwen, tienilo bene a mente.
Inevitabilmente, l'occhio mi cade sul suo avambraccio sinistro, dove si sfregava la prima volta che ci siamo visti e vedo parecchie linee rosse, come scottature.
"Sono segni di laser, se te lo stai chiedendo." Mormora con voce ferma.
Io fisso lo sguardo sui miei piedi, sentendomi in colpa fino al midollo. Mi si rivolta lo stomaco al solo pensiero di quello che ha passato per colpa mia. "Mi dispiace."
"Ti ho già detto che non devi. Ora senti qua."
Fa partire la musica.I'm the son of rage and love,
the Jesus of Suburbia
from the Bible of "none of the above"
on a steady diet of Soda Pop and Ritalin."Questa è la prima canzone che mi facesti sentire quando trovammo degli archivi musicali nel computer di tuo padre." Fa quel sorriso malinconico che accompagna ogni suo ricordo e all'improvviso un flashback mi attraversa la mente.
"Si chiama Jesus of Suburbia. Ascoltala quando sei triste."
"Grazie, G. Ora quando la ascolterò penserò a te."
"F, verrai selezionato. Ne sono sicura. Non ti libererai di me così facilmente.""Gwen? Ci sei?" La sua voce mi riporta alla realtà.
"Ho ricordato qualcosa. Alla fine, non ti sei liberato di me."
Un enorme sorriso illumina il suo viso. "Certo che no, Morgan. Sei la mia palla al piede."
Lo spintono e ridiamo. "Neanche con l'esilio ci sei riuscito."
"Non ho mai accettato la tua scomparsa, sapevo che eri viva, da qualche parte là fuori, e sapevo che saresti tornata nel modo più teatrale possibile. È nella tua natura incasinare le cose in modo esagerato."
Scoppio a ridere. "Non lo metto in dubbio."Rimaniamo a parlare fino a tardi di libri e film, finalmente ho qualcuno con cui discuterne. Lui è appassionato di fantascienza e fantasy, mi rimprovera per non aver letto alcuni libri che lui adora. Parlare con lui è un piacere e continuerei per ore e ore, ininterrottamente. La sua voce è rilassante. Paradossalmente, anche stare in silenzio in sua compagnia non mi mette a disagio e mi fa sentire calma.
Quando comincia a farsi tardi, mi alzo dal suo letto e torno nella mia stanza, a malincuore.
Dopo tanti mesi, ora finalmente sono felice. Forse le cose cambieranno.
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Space, The Last Frontier
Science Fiction"[This is the end, my only friend, the End] Questa canzone è deprimente. Ma non la cambio, rispecchia il mio stato mentale. Sono sprofondata su un divanetto con una tazza di caffè fumante tra le mani. Tornerò mai alla civiltà?" Gli uomini hanno semp...