- Come ti chiami? - domanda sedendosi su una poltrona, posta affianco al braciere. - Dipende quale vuoi conoscere? - chiedo posizionandomi dinnanzi al fuoco per riscaldarmi - Hai letto il regolamento, spero? - ringhia irritato.
"Devi dargli del lei o voi, io sono morto perché gli ho dato del tu, mi ha strangolato per poi buttare il mio corpo in un burrone, i miei resti sono stati mangiati da non so quali animali. Non fare la mia stessa fine" mi aiuta un fantasma, un brivido mi sale sulla schiena, mentre lo spettro proietta i ricordi della sua morte nella mia testa.
- Mi perdoni, quale desidera conoscere dei miei nomi. Quello di battesimo, quello affibbiatomi dal vampiro della società d'asta o quello che mi ha dato il figlio? - chiedo educamente, l'espressione arrabbiata scompare, per essere sostituita da una neutra.
- Tutti e tre - dice versandosi una strana bevanda rossastra in un bicchiere di cristallo, con una pallina di ghiaccio. - Andrada, Verdania e Lurida - elenco. - Bene, qual è quello che odi di più? - domanda, non rispondo, stringe la catena che va dal collo ai miei polsi, la tira verso sé, in modo che il mio volto sia a pochi centimetri dal suo. Rielecandomi per vedere la mia reazione.
- Andrada. Bene ti chiamerò così da ora in poi - annuncia, come ha fatto? Eppure ero convinta di essere rimasta imperturbabile. Avrò l'istinto di ucciderlo ogni volta, che lo pronuncia! "Calmati, non fargli capire le tue emozioni e così che controlla le persone" sussurra lo spettro più anziano.
- Potrei sedermi da qualche parte? Le catene iniziano a pesare - domando. Annuisce e indica una poltrona di fronte, strano ero convinta che prima non c'era. Non perdo ulteriore tempo, mi accomodo e la poltrona si avvicina a lui con me sopra, in un movimento automatico, faccendomi uscire un gridolino di spavento.
- Oggi sono di buon umore, puoi chiedermi qualcosa -. Se in questo momento è di buon umore, non oso immaginare quando è con la Luna storta - Perché mi ha comprato? - chiedo curiosa, mi fulmina con lo sguardo e ha uno sguardo omicida, perché deve avere quell'espressione e lui che ha detto che gli posso fare delle domande.
- Mi servi, senza di te non posso portare a compimento i miei piani. Ma non pensare di entrare in confidenza con me. Odio voi umani e il vostro odore e le vostre carni sono pessime, il mio più grande desidero è eliminarli e tu donna, mi servi per realizzare il mio sogno e non potrai disobbedire a un'Alfa del mio calibro - risponde prendendomi il volto, mi spinge facendomi sbattere allo schienale, quant'è manesco!
- Come si chiama? - domando, mentre i tre fantasmi dicono di aver fatto un grave errore. - Dipende quale vuoi conoscere? - sorride malefico - Tutti - - Victor, Assassino, Tenebra -.
- Gli ultimi due non sono nomi - penso ad alta voce - Neanche i tuoi lo sono - ribatte irritato - Ha intenzione di togliermi le catene? - - No, ti donano - sorride beffardo - Ma che simpatico - commento, mi fulmina con lo sguardo e stringe il bracciolo della poltrona. Si sente un suono, simile a quando si frantuma qualcosa, guardo il camino per distrarmi e noto l'angolo della cornice di marmo, per terra in mille pezzetti.
"Se continui così quel pezzo di marmo la prossima volta sarai tu" sussurra la bambina - Molto rassicurante - dico continuando a guardare i pezzi di pietra - Ancora? - - Non stavo parlando con t... lei - mi correggo all'ultimo secondo.
- E con chi? - - Con il fantasma di una bambina - - Descrivila - ordina "Non farlo, non voglio, non deve sapere chi sono, altrimenti dovrò andarmene!" dice terrorizzata nascondendosi dietro un mobile. - Non vuole che lo faccia - - Tu non devi obbedire a lei, ma a me! - - Non posso farlo - affermi scattando in piedi, non posso non rispettare il volere di un morto quando posso.
- Donna! Non sai a chi ti stai mettendo contro! - esclama alzandosi, mi vado a nascondere dietro la poltrona, tira un pugno allo schienale attraversandolo ed evitando il mio viso per pochi centimetri. Non riesco a correre, per via di queste maledette catene.
Dieci uomini irrompono nella stanza e lo bloccano a terra, uno è per fino volato via. Un uomo con capelli biondo cenere e due occhi diversi, uno verde e uno giallo, mi prende il braccio e mi trascina fuori. Mi sento come un cane.
- Sei qui da neanche un'ora e già l'hai fatto arrabbiare. Mi manca solo questo ora, già è difficile da gestire così e ora ha preso pure un'umana che non sa stare al suo posto- si lamenta camminando velocemente fino ad arrivare a una parete coperta da un grande un ritratto che sposta rivelando delle scale a chiocciola fatte di pietra grezza.
- Vai avanti - ordina spingendomi salgo gli scalini e entro in una piccola e accogliente camera, molto luminosa, ho anche un piccolo balconcino di tre centimetri! Ho un bagno minuscolo e l'armadio è una cosa che non ho mai visto, non è a parete, ma a pavimento, anche se si confonde perfettamente il parquet.
- Fatti una doccia puzzi di putrefazione come quei maledetti succhiasangue. Nell'armadio troverai dei vestiti - dice, fa per andarsene che lo fermo - Aspetta, non riesco a lavarmi con le catene - dico. - Ok, ora chiedo all'Alfa -
- Cosa sta facendo? - sussurro allo spirito della bambina, che non mi ha abbandonato "Sta comunicando telepaticamente con l'Alfa" - Sei fortunata, mi ha dato il permesso di togliertele per lavarti. Tornerò tra un'ora per rimetterle - annuncia scocciato, per poi uscire chiudendo la porta a chiave alle sue spalle, ma sono tutti così acidi qui dentro?
Le catene si tolgo da sole, cadendo rumorosamente a terra, mi sento così leggera e una sensazione molto piacevole. Vado in bagno, butto a terra la tonaca bianca rovinata che ho indossato per quasi dieci anni.
Apro l'acqua e mi infilo sotto il getto gelato. Mi faccio lo shampoo, finché non smette di uscire dell'acqua nera dai i miei iper unti capelli, poi passo al corpo, ho appena scoperto che non ho una cargione olivastra come ho sempre pensato, ma bianca latte.
Una volta che ogni strato di sporco che avevo, non c'è più, esco e mi asciugo, sul lavandino c'è un fono con un biglietto delle istruzioni. Mi sarebbe stato utile, se la moglie di Prometeus non mi costringeva a asciugargli e acconciargli i capelli, in modo che avesse sempre una scusa per maltrattami.
Terminato di asciugarmi, rimango incarnata a osservare i miei capelli solitamente neri e arruffati, ambrati con dei graziosi boccoli, che arrivano alle spalle, anche i miei occhi sono mutati, sono molto più luminosi, non è un azzurro, quasi bianco, spento.
"Andrada sta arrivando qualcuno, sbrigati e vestiti" mi avverte la bambina, che mi ha seguito. Perchè ha deciso di chimarimi così? Apro l'armadio, indosso un gigantesco maglione bordeux, quasi meccanicamente rimetto le catene e mi siedo sul letto.
La serratura scatta, la porta si spallanca e un Victor furioso entra seguito dal ragazzo di prima. "Si è arrabbiato davvero molto" commenta la bambina ignorando che sia lei la principale causa di quel scoppio di ira. - Senti ragazzina, è meglio se rispondi alle mie domande o mi cercherò un'altra sentinella e tu andrai a fare compagnia ai fantasmi nel burrone. -
Angolo autrice
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La Sentinella dell'Alfa
WerwolfPoter vedere il futuro e i fantasmi, può apparire una fantastica abilità, saper sempre cosa accadrà e poter non separarsi mai dai cari defunti. In realtà è una maledizione, questo mio talento, mi ha condannato a un'infanzia di solitudine e a incontr...