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Il tempo si è come fermato, quella frase rimbomba nella mia testa allo stesso ritmo del mio cuore. - Perché mi hai morso? - sussurro coprendomi il collo saguinante con la mano.

- Come tu non mi accetti come compagno, su di te non è apparso nessun sigillo che confermi il legame, quindi ti ho morso - spiega come se fosse una cosa normale . - E infatti non ti accetto - dichiaro.

- Lo farai con il trascorrere del tempo. Mettiamola così a te serve protezione, come ne serve a me per quel fantasma, questo è il metodo più veloce e semplice, in pratica è come... -

- Che foste sposati - lo interrompe Purgatorio materializzatosi alle mie spalle, comprendo il sole come una nuvola carica di pioggia, la sua ombra incombe su di me con fare protettivo, mi stringe e mi solleva, tenendomi stretta a sé.

- Perché l'hai fatto!? - tuona, gli occhi di un azzurro chiarissimo, diventano di un profondo e inquietante blu, la pelle è bollente, sta cercando di trattenere la sua ira. - Ho deciso tutto io - dice Walter alzandosi con calma da terra e pulendosi il jeans.

- Sai, ciò che hai fatto è punibile con la flagellazione e possibile morte - ridacchia Purgatorio stringendomi ancora di più. - Solo se lei ancora non mi vorrà fra un anno. Ora lasciala, fino a prova contraria è la mia compagna - ringhia gli occhi diventano di un giallo brillante, così belli da essere ipnotici, ma allo stesso tempo rabbiosi e inquietanti.

Controvoglia mi posa a terra, senza staccare gli occhi dal lupo - Chiamami, qualsiasi cosa accada - sussurra, mi bacia sulle labbra e sento come la mente svuotarsi. Walter si trasforma, salta addosso all'essere, ma esso scompare, facendolo cadere a terra.

- Perché non ti sei opposta? - tuona una voce nella mia testa, mi guardo intorno confusa, non c'è nessun fantasma. - Sono io idiota! Ora possiamo comunicare telepaticamente - ringhia girandomi intorno.

- Perché è una cosa normale, che ha fatto spesso - mi difendo cercando qualche posto dove fuggire, per poi sentire il peso delle catene che mi limitano i movimenti. - Non lo dovevi accettare - insiste, mi salta addosso, cado a terra, con le sue zampe mi tiene ferma dalle spalle, sentendo i suoi artigli sfiorare la mia pelle.

Mostra i denti auguzzi e il muso contorto dalla rabbia. - Spiegami le regole di questo assurdo gioco! - - L'amore non è un gioco - dice tornando umano, sembra che la sua furia si sia placata. Mi guarda nei occhi, come cercare qualcosa di cui neanch'io so l'esistenza.

Si alza, prende il pantalone rimasto integro dopo la metamorfosi e lo indossa. Mi solleva e ci posizioniamo come prima che arrivasse Purgatorio. - Sei cambiata da quando sei arrivata - dice calmo accarezzandomi il viso.

- In cosa? - domando, non mi sembra che sia cambiata. - Ti sei arresa, hai commesso il mio stesso errore, ti sei piegata a Victor - risponde maliconico mentre entrambi occhi diventano di un profondo verde.

- Mi conviene - sussurro - Quanto ti conviene veramente? - chiede dando il via a un dissidio interno.

Walter Pov's
Lo dovevo immaginare che lei non sappia amare e che non conosca regole sociali, non scritte, su questo argomento. In qualche modo dovrò fargli capire, che l'amore è diverso dall'affetto, che se un uomo gli dà troppe attenzioni sono geloso e il rispetto e la fiducia che dovrebbe avere verso di me, è equivalente a quello che ho per lei.

Tutto ciò lo dovrò realizzare entro un anno, che detto così pare tanto, ma sono solo 365 giorni e sono pochi.

Era un po' che avevo notato il suo cambiamento, appena arrivata il suo lato combattivo anche se ben celato, mi aveva colpito, era come vedere il me di un tempo, ma ora si è repressa, chiusa in un mondo di cui solo lei conosce l'ingresso e io non la posso raggiungere.

Nel vederla in difficoltà, a una domanda all'apparenza tanto semplice, conferma la mia tesina, che ormai si è dimenticata chi è. Il nome che prima l'irritava il solo udirlo, ora non gli fa più effetto, per fino Purgatorio la chiama Andrada ogni tanto.

Non ribatte, accetta qualsiasi cosa gli viene imposta. Si comporta come un oggetto, come aveva pianificato l'Alfa d'altronde, ha questa insolita abilità di togliere l'identità alle persone e non è dovuto all'alchimia.

- Se non facessi ciò che dice Victor, cosa accadrebbe? - domanda con la sua espressione, che non lascia trasparire nemmeno un'emozione. - Nulla, finchè ci sarò io al tuo fianco - sorrido, prendendo il suo volto, avvicinandolo al mio e accarezzandogli il viso. - Walter, cosa succederebbe? - - Hai visto le mie cicatrici e quello che ti succederebbe, solamente se ti arrendessi - dico serio.

- Allora si, mi conviene - dichiara - Sei come i tuoi amici fantasmi. Alzati è ora di rincasare - dico deluso facendola alzare, per incamminarci verso casa.

Cammina a capo chino dietro di me, percepisco sempre più forte l'odore ferroso del suo sangue. Stacco un pezzo della maglietta e gliela porgo
- Premi questa sulla ferita, sta ancora sanguinando - dico, ubbidisce come un cagnolino.

Arriviamo alla villa e Victor ci attende all'ingresso, si vede lontano chilometri che è incazzato nero. - Tu torna in camera tua! - esclama indicando la Sentinella - Tu con me - ringhia, Freddy prende la mia compagna e la trascina via.

Seguo l'Alfa giù per le vecchie e tenebrose scale che portano ai sotteranei, mi prende per il collo, mi solleva e mi sbatte con violenza al muro. - Come hai osato disobbedirmi? - ringhia, sorrido e inizio a ridere, mi tira un pugno e un sapore ferroso nasce nella mia bocca.

- È fastidioso quando qualcuno compie una mossa che non ti aspetti - rido - Non ti aspettare di rimanere impunito per avermi disobbedito - dice mentre delle fiamme avvampano alle sue spalle - Benvenuto all'Inferno - ride.

Angolo autrice
Scusate gli errori grammaticali (con me ci dovete rinunciare). Commentate e votate. <3

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