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Walter Pov's
Un'altra frustata e un forte dolore si espande per tutto il mio corpo partendo dalla schiena. - Quindi tu avresti avuto il coraggio di sfidarmi? - sibila Victor facendo schioccare la frusta per aria. Non rispondo, un altro colpo, mi mordo il labbro inferiore, un'altra frustata e in bocca sentii l'inconfodibile sapore ferroso del sangue.

I polsi sono legati con delle spesse corde tenute belle tese, in modo che abbia le braccia spallancate e non possa fare resistenza. - Mi stai sfidando? - ringhia, non ribatto, tira un pugno nel mio stomaco e non riesco a non rigettare del sangue, che va a sporcare il già lurido pavimento dei sotteranei.

- No - balbetto - Finalmente parli dopo sei ore di tortura, non sei più resistente come una volta, che ti succede Walter? Stai invecchiando? - ridacchia girandomi intorno da lupo famelico qual è.

- Da quale pulpito - sussurro, faccio fatica anche a parlare, per fortuna fra poche ore tutte le mie ferite si saranno cicatrizzate e il dolore sarà molto più lieve. Un'ennesima frustata e un calcio allo stomaco - Chi è il tuo Alfa? -

- Voi - rispondo, mentre la rabbia cresce in me - A chi devi tutto? - insiste - A voi - - Non te lo farò dimenticare - ride iniziando a frustarmi senza sosta.

Andrada Pov's
Mi svegliai sola, per la prima volta da quando sono qui. Mi lavai, vestii e mi sedetti affianco alla finestra, assorbendo i raggi del primo sole.
- Già sveglia? - domanda Purgatorio materializzandosi alle mie spalle.

- Si, perché sei qui? - chiedo alzandomi e stiracchiandomi un po'
- Volevo essere il primo a darti il buongiorno - sorride porgendomi un mazzo di fiori colorati, che nascondeva dietro la schiena.

- Grazie! - esclamo stupita, è la prima volta che qualcuno mi regala dei fiori. L'abbraccio e prendo il mazzo, espirando il buon profumo che emanano. - Non sapevo se avessi un vaso o qualcosa in cui tenerli, così ho portado questo - dice imbarazzato dandomi un contenitore di vetro stretto e lungo.

Lo riempio immediatamente d'acqua, ci metto i fiori e lo sistemo sul comodino. - Grazie, è stato un pensiero davvero carino - sorrido
- Farei di tutto per vedere quel sorriso sul tuo volto - dice guardandomi dolcemente, mi dà un bacio sulla guancia e scompare con un inchino, che buffone, ma è stato davvero tenero.

- Sveglia Andrada! - urla Walter con la sua delicatezza da elefante, spalancando la porta e facendola sbattere al muro. Per qualche secondo ho pensato che sia il suo fantasma, ha gli occhi infossati, è pallido, ha il labbro inferiore spaccato, la camicia nera sgualcita, con una parte dentro e una fuori dal pantalone, su alcuni punti ci sono delle macchie più scure, come di sudore.

Fiuta l'aria e mi guarda, con un espressione furiosa - È passato Purgatorio? - ringhia. - Si, mi ha portato dei fiori - rispondo tranquillamente, mentire sarebbe inutile, con il suo olfatto potrebbe percepire qualunque cosa. - Uhm... Perché? - dice prendendo un fiore e studiandolo.

- Per darmi il buongiorno è stato un gesto tenero - dico, un grugnito esce dalle sue labbra, mi prende il volto e mi bacia sulle labbra, divento rigida come se fossi di pietra, il cuore batte così forte che tra poco esce dal petto e la mia mente non riesce ad analizzare ciò che sta accadendo. - Buongiorno - dice staccandosi, mi è rimasto un sapore ferroso in bocca come di sangue.

"Walter è stato torturato fino a mezz'ora fa da Victor" sussurra Mariebelle al mio orecchio - Walter cos'hai fatto? - domando con il cuore a mille, ancora stordita dal bacio di prima. - Ti ho dato il buongiorno - dice ovvio.

- No per questo, perché Victor ti ha torturato? - chiedo, i suoi occhi si spalancano e il respiro diventa affanoso come se stesse rivivendo un incubo. Chiude le palpebre e il respiro si regolizza. - I tuoi fantasmi, si devono fare un mazzo di cazzi loro. - ringhia.

"Oh bello, calmati!" esclama Mariebelle, sospiro, non ha tutti i torti, ma i fantasmi qualche modo per occupare il tempo lo devono trovare e farsi gli affari dei altri è ciò che preferiscono.

- Scusa - sussurro abbassando lo sguardo intimorita dal suo - Andiamo a fare colazione - sospira scendiamo le scale, per non inciampare cerco di tenere le catene alte. Arrivati al termine della gradinata, attraversiamo il corridoio e non giriamo a destra come al solito, ma andiamo a sinistra.

- Dove andiamo? - chiedo correndogli dietro, per tenere il suo passo, noto una macchia nera ingrandirsi sulla schiena - Nella sala comune. Per favore stai zitta, mi fischiano l'orecchie - dice si tira indietro i capelli e respira affannosamente, è ancora più pallido di prima.

- Walter dovresti medicarti, non ti vedo per nulla bene - insisto mettendomi davanti a lui per farlo fermare - Sto bene, ci sono abituato, sbrighiamoci - dice prendendomi il polso e strascinandomi.

"Assecondalo, è più testardo di un mulo" consiglia Mariebelle, sospiro sconfitta, sono preoccupata per lui, un po' ci sono affezionata. - Ho una proposta, facciamo colazione, dopo ti curi e se vuoi lo faccio io - dico, si arresta, si volta e mi guarda con un sorriso che non premette nulla di buono.

- Affare fatto. Ora sbrighiamoci! - esclama entusiasta, iniziamo a correre fino a un grande portone di legno, lo apre e ci troviamo di fronte a una gigantesca sala con le pareti di pietra, lampadari d'osso calano dal soffitto semi illuminando il salone, ci sono quattro lunghi tavoli di legno circondati da persone, infondo a tutto c'è un tavolo più piccolo dello stesso materiale dei altri, messo in orizzontale in confronto ai altri, dietro esso è seduto Victor.

Attraverso la stanza, tutti i presenti smettono di fare qualsiasi cosa e mi osservano in silenzio. L'aria è pesante, tedra e fredda, ho la pelle d'oca, il cuore a mille e le gambe tremanti. Non ho mai visto tante persone tutte insieme, neanche il giorno della mia vendita.

Walter posa una mano sulla mia spalla e stranamente mi sento al sicuro, il cuore rallenta e le gambe smettono di tremare. Arrivati di fronte all'Alfa, salgo gli scalini e mi accomodo come al solito alla sua sinistra e il beta a destra.

- Buongiorno Andrada spero che hai dormito bene - sorride, oggi è stranamente felice? Se mai per lui esistesse questo sentimento.
- Benissimo. Potrei sapere perché sono qui? Non sarebbe contro le sue regole? - chiedo, i suoi occhi non lasciano trasparire nessuna informazione, cosa gli sta passando per la testa?

- Il branco deve conoscere i nostri assi nella manica, non trovi Walter? - sghignazza, il subordinato stringe i denti e lo guarda furente - Ha perfettamente ragione - risponde. Delle donne vestite di nero portano dei vassoi con varie pietanze, le posano sul tavolo che immediatamente si riempe.

Faccio per prendere un cornetto e una mano gelida si posa sul mio avambraccio, mi volto e il fantasma di una giovane donna mi osserva con infossati occhi verdi. "Non è tuo. Lui non è tuo" ringhia. - Chi? - chiedo con voce tremante, mi intimorisce, non è uno spirito positivo.

"Lui non è tuo. Lui non è tuo" continua stringendo la presa, scompare lasciando l'impronta viola della sua mano su di me. Questa giornata non ha senso.

Angolo autrice
Ok. Questo capitolo forse non ha molto senso, ma nel prossimo capitolo vi sarà tutto più chiaro😉

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