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Dimitar e Yordan corrono fuori, lasciandomi sola con Victor e Walter, che gioiscono per la missione riuscita. - Sei stata più utile di quanto pensassi. Ti voglio premiare, chiedi qualcosa e ti sarà dato - dice l'Alfa.

- Vorrei almeno un'ora di aria aperta al giorno - rispondo, facendo apparire la mia richiesta, più una pretesa. Mi guarda in malo modo, distoglie lo sguardo e pare pensarci su. - Va bene, ma indosserai le catene e sarai sempre sorvegliata da me o da Walter - acconsente, il beta alza gli occhi al cielo e sbuffa, ma non osa ribattere.

Qualcuno bussa alla porta, l' Alfa dà il permesso di entrare e la signora che ci ha accolto si affaccia. - Il dottore ha constatato che la padroncina a contratto la peste, per la vostra sicurezza vi preghiamo di tornare alla vostra dimora. - dice a capo chino.

- Saluti il suo padrone da parte mia e gli dica che è stato un piacere rivederlo dopo tanto tempo, anche se non pelHu ia lo stesso - dice divertito, usciamo e veniamo scortati verso l'uscita, dove ci sta attendendo l'auto con cui siamo arrivati.

L' autista scende apre lo sportello e s'inchina, entra prima Victor, seguito da me e Walter, che gioia sarà passare altre cinque ore di viaggio rinchiusa in questo ristretto spazio, con loro e non so quanti fantasmi.

Il beta mi fissa con sguardo indagatore e non riesco a capire cosa stia cercando, mi sposta una ciocca di capelli, osserva il mio collo e ringhia di sottofondo. - Walter, stai calmo, non gli è stato torto un capello, te l'assicuro io - interviene l'Alfa.

- Ha l'odore di quel tizio addosso, in particolar modo sul collo, tu questo come me lo spieghi? - domanda irritato indicandomi. Oh, che peccato, qualcuno ha toccato il suo giocattolino, quant'è infantile.

- Finiscila! Gli avrà sentito il battito! Si sente meglio sul collo che sul polso, dopotutto era come svenuta! É smettila di comportarti come un bambino! Non è di tua proprietà, te la darò quando non ne avrò più bisogno lo sai! - esclama esasperato. Walter sbuffa e mi guarda male, alzo gli occhi al cielo e mi concentro sul paesaggio che scorre davanti ai miei occhi.

Il beta mi prende il volto e gira bruscamente verso di lui - Sentimi bene, una volta a casa togliti questo tanfo di dosso - ringhia, lo fisso impassibile, lascia la presa e butta la testa indietro, non mi laverò mai il collo, così mi divertirò a irritare Walter.

La macchina frena bruscamente e l'autista pare come pietrificato, capto una sinistra aurea, di un essere che preferirei non incontrare. Scendo dall'auto prima che i due lupi se ne accorgano.

Un bambino è davanti la vettura, non ho il tempo di delineare i tratti del suo viso,  che scompare. - Dove cavolo vuoi andare!? - urla Walter prendendomi e caricandomi sulla spalla come un sacco di patate. 

Mi butta in auto, mi mette su di lui e mi tiene ben stretta - Freddy parti, non voglio arrivare più tardi di l'una a casa. - dice Victor, ripartiamo e il beta stringe la presa - Dovrò farmi tutto il viaggio così? - domando scocciata, mentre per innervosirmi il biondo gioco con i miei boccoli.

- Perché sei uscita senza permesso? - domanda Victor con una calma che non è sua. - C'era una strana aurea negativa, qualcosa di pericoloso e... - blatero gesticolando - E non era niente, c'era un cervo davanti l'auto, non c'era motivo per scendere. - mi interrompe, eppure io non ho visto nessun cervo.

***

Durante il tragitto, penso di essermi addormentata in braccio a Walter, mi avrà portato in camera una volta arrivati. Stamattina mi sono svegliata sotto le mie coperte, con il volto sorridente semitrasparente di Mariebelle dinnanzi.

- Buongiorno! - esclama gioiosa - Buongiorno a te, che ore sono? - chiedo alzandomi, notando solo allora che qualcuno mi ha messo il pigiama. - Le sei e mezza, sei mattutina oggi! Come mai? - dice ironica - Non lo so. Per caso ieri sera, hai percepito una forte energia negativa? - chiedo, anche se a pensarci ora non è possibile che l'abbia sentita.

- No - risponde, mi lascia sola in modo che possa lavarmi in tranquillità. Uscita dal bagno, indosso un vestito a maniche lunghe blu, con affascinanti fantasie floreali. La porta si apre, Walter avanza e mi guarda stupito, mentre metto le solite catene.

- Come mai già sveglia? - domanda sedendosi sulla solita poltrona - Non lo so, mi sono svegliata e basta. Comunque quando mi porterai dei libri? - chiedo dando una sistemata ai capelli.

- Ah vero, quel stupido accordo! Quale vuoi? Oggi pomeriggio te lo porterò - dice - Uno di storia, non ho una preferenza sulla data storica - rispondo, annuisce scendiamo in sala da pranzo e facciamo colazione da soli, l'Alfa sta facendo qualche strano esperimento nel suo laboratorio alchemico.

- Vorrei uscire - dico di punto in bianco, una volta terminata la colazione - Chiedo a Victor - dice, per poi inzittirsi - Ha dato il consenso, alzati, andiamo a farci questa passeggiata - sbuffa, usciamo, la temperatura esterna è bassa, i miei piedi si stanno congelando.

Inizio a lontanarmi dalla villa, con il lupo che a malavoglia mi segue, entro nel bosco e mi fermo in una piazzola di prato, mi allungo tra i ciuffi d'erba e Walter si siede affianco a me.

Stiamo in silenzio e mi concentro sul suono del vento, tra i rami dei alberi. La pace viene spezzata dalla stessa aura che ho percepito ieri. Scatto in piedi e lo stesso fa il beta, vedendo la mia reazione.

Su un masso, non molto distante da noi, c'è un bambino capelli rosso come le fiamme dell'Inferno e occhi bianchi come le distese del Paradiso - Quale buon vento vi porta qui? - chiedo inchinandomi e costringendo Walter a fare lo stesso dandogli una gomitata allo stomaco.

- Che fai? - ringhia - Zitto, non parlare e non fare strani movimenti o cose di cui potresti pentirtene - sussurro, rialzandomi per riuscire a vedere in volto dell'essere, che anche il lupo può vedere.

- Verbania e me lo chiedi pure? Sono venuto a trovarti - dice divertito scendendo dal masso e assumendo l'aspetto di un ragazzo mio coetaneo. - È un vero onore - dico inchinandomi nuovamente, mi bacia la mano da gentiluomo qual'è.

- Quale animale osa far girare la mia principessa con queste catene? - domanda irritato stringendo gli anelli di metallo che limitano i miei movimenti.
- Il padrone cambia, ma la paura che io scappi no, è normale che mi obbligano a portarle - rispondo, sperando che non gli venga in mente qualche ottusa idea.

- La mia proposta è sempre valida - dice inchinandosi e baciandomi nuovamente la mano - La mia risposta non cambia, mi dispiace - dico, si rialza triste per il mio ennesimo rifiuto alla sua richiesta di matrimonio, che mi ha fatto un paio d'anni fa. Sposta la sua attenzione su Walter.

- Noto che hai fatto nuove conoscenze - dice freddo con un espressione schifata, alla visione del beta. - Ehm... lui è Walter il braccio destro del mio nuovo padrone - dico, nella speranza che lui non aggiunga altro - Lo so, non mi presenti? - domanda quasi offeso da questa mia dimenticanza.

- Walter, lui è Purgatorio, il divoratore di anime e giudice supremo, il giorno un cui morirai, sarà lui a decidere il tuo destino,
se dovrai andare in Paradiso o all'Inferno o peggio sparire per sempre -

Angolo autrice
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