Andrada Pov's
Il battere, come di tamburo risuona nelle mie orecchie e un respiro caldo sfiora la mia fronte, mentre qualcosa di soffice e morbido come il velluto, mi solletica la guancia.Apro gli occhi, immendiatamente vengono infastiditi dalla tenue luce del tramonto. Quando sollevo lo sguardo, incontro il volto sereno di Walter. Mi sento benissimo accanto a lui, è una sensazione strana, inspiegabile, completamente diversa da quella che provo nei confronti di Purgatorio.
Vorrei stare sempre con lui e svegliarmi trovandomi tra le sue braccia - Buonasera marmocchietta - sorride, mi bacia la fronte e mi sento avvampare, cerco di allontanarmi, ma la sua presa è così forte che invece mi avvicino.
- Dove vuoi scappare? - domanda divertito avvicinando il mio volto e accarezzando le mie labbra con il pollice - Lontano da te - rispondo facendogli la linguaccia.
- Rificca la lingua dentro, se non vuoi che il lupo cattivo se la mangi - ringhia, no in modo minaccioso come al solito, ma giocoso. Ubbidisco e prendendolo alla sprovvista, gli dò un bacio sulla guancia, sfiorando involontariamente le sue labbra.
Le sue braccia diventano gommapiuma e sfuggo alla sua presa, la sua espressione è spettacolare, ha gli occhi e la bocca spalancate, le guancie arrossate e apre e chiude le labbra.
Rido, è troppo esilarante, si copre il volto con le mani, le fa scorrere fra i capelli e la sua espressione è completamente diversa, i suoi fissi su di me brillano di malizia. Indietreggio, scatta verso di me e mi sposto, arraccando qualche passo verso il bagno, mi fanno male le caviglie per via delle catene.
Qualcosa o meglio qualcuno, mi salta addosso buttandomi a terra, posa la mano sulla spalla e con un gesto mi volta - Ti ho preso! - esclama vittorioso - Solo perché sono incatenata - sbuffo. - Tutte scuse. Sai cosa hai fatto prima? - domanda con un'insolita e ipnotica luce nei occhi.
- Mi sono liberata - dichiaro - Sai che baciarmi, tra noi lupi è come dire ti amo? - continua, un flash si crea nella mia mente ricordando quando mi ha baciata. Mentre il fuoco brucia nei suoi occhi, l'aria si gela i pochi spettri presenti scompaiono e dal pavimento esce il fantasma dell'impronta.
"Lui è mio. Devo ucciderlo. Lui è mio. Devo ucciderlo" dice cupo lo spirito avvicinandosi lentamente. Stringo il braccio di Walter, infilzandolo con le unghie.
- Cosa succede? - domanda confuso, stringendomi e alzandosi da terra, con me in braccio. - Usciamo - balbetto, mentre le mani dell'inquietante fantasma raggiungono le mie gambe.
I sadici occhi rossi del fantasma mi fissano, continuando a ripetere "Lui è mio. Devo ucciderlo". Cerco di scendere, fuggire in qualche modo dall'essere, ma Walter me lo impedisce. Un calore sale dalle gambe, come se un pezzo di ferro incandescente fosse premuto su di esse.
La visione diventa offuscata, inizio a urlare, ma senza riuscire a udire la mia voce. "È solo l'inizio" ride lo spettro, per poi svanire nel nulla, come la sensazione sui miei arti inferiori.
- Andrada calmati, ti devo portare in infermeria - dice allarmato portandomi via, correndo velocemente per le scale e il corridoio dalle sue spalle scorgo una scia rossa, eppure le sue ferite si dovrebbero essere già cicatrizzate.
Apre con un calcio la porta dell'infermeria, mi posa sul letto e solo al quel punto mi accorgo le mie gambe, hanno delle macchie rosse come scavate nella carne, non le sento, come se non facciano più parte.
Ho il voltastomaco, le immagini non sono chiare, e le voci sono come un ronzio, infine un fischio acuto e continuo e il nulla.
***
Il soffitto bianco, così luminoso, è disturbante e fastidioso, il vociferare mi sta facendo scoppiare la testa, le gambe fanno malissimo, quasi vorrei che me l'amputassero!
Uno schiocco e un bruciore sul volto mi fa svegliare dal mio stato di trans, mi rendo conto che Victor mi ha appena schiaffeggiato. - Ben svegliata! Cos'è successo!? - esclasma esasperato.
Mi metto seduta e guardo l'Alfa, Walter, Purgatorio e vari fantasmi intorno al lettino, neanche fossi in punto di morte! Le bende intorno alle gambe, celano le orride ferite.
"Non parlare o la prossima volta ti ucciderà" dice un soldato "Ha ragione" dichiara una vecchietta - Zitti! Verdania cosa succede!? - urla Purgatorio, spaventando anche me.
- Non lo so - sussurro confusa - Parla! - urla l'Essere, i fantasmi aumentano, riempiendo la stanza e diminuendo l'ossigeno - Mandali via - dico tappandomi le orecchie con le mani, per non sentire i loro lamenti.
- Parla e lo farò - dice solenne "Morirai a breve" "Quel spirito vedicativo non ti lascerà in pace" "Non si darà pace fin quando non ti ucciderà o ti suiciderai" si esprimono i morti.
- Basta! - urlo, Walter mi prende in braccio e salta dalla finestra aperta, iniziando a correre nella selva, tutto ciò in un fragente di secondi. Quando si arresta, stiamo davanti al lago in cui stavo per affogare.
- Riesci a stare in piedi e a camminare? - domanda, annuisco non molto convinta, mi posa a terra, riesco a stare in piedi un paio di secondi, poi il dolore è così forte, che cado a terra.
Si siede a gambe ingrocciate, mi fa accomodare su di esse e mi abbraccia.
- Siamo preoccupati per te, se magari mi spieghi cosa sta accadendo possiamo, posso aiutarti - dice accarezzandomi il capo.- Non lo so neanch'io! È quello il problema! Di punto in bianco è apparso un fantasma, il quale odia il fatto che ti stia affianco ripete a mo di cantilena 'Lui è mio. Devo ucciderlo'. Non so che fare! Non mi è mai successo! - mi sfogo, quasi scoppio a piangere.
- Troverò una soluzione - sussurra accarezzandomi la guancia. - Tu non puoi nemmeno vederli! - urlo esasperata - Tu non sai proteggerti! Come la mettiamo ora? - ribatte, non parlo, sospira, si passa le mani fra i capelli.
E mi morde il collo - Cosa fai!? - urlo
- Che tu voglia o no, sei diventata ufficialmente la mia compagna -Angol9 autrice.
Boom! Finalmente ho concluso gli stage e aggiornerò (si spera) più frequentemente! Buona pasquetta a tutti!
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La Sentinella dell'Alfa
WerewolfPoter vedere il futuro e i fantasmi, può apparire una fantastica abilità, saper sempre cosa accadrà e poter non separarsi mai dai cari defunti. In realtà è una maledizione, questo mio talento, mi ha condannato a un'infanzia di solitudine e a incontr...