Prologo💕

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Ed eccoci.
Si ritorna a scuola.
Nuovo anno.
Nuove lezioni.
Nuove emozioni.
Nuovo inizio.
Alquanto fastidioso come inizio.

Chiunque abbia inventato la sveglia, in questo momento che non fa altro che suonare e farmi venire un mal di testa atroce, si sta meritando tutto il mio odio.

Mi alzo svogliatamente dal letto e vado in cucina, sperando di svegliarmi con una bella colazione.
A destinazione noto che non c'è la mia tazza di latte col cioccolato ed i miei biscotti, a differenza degli altri giorni.

Cerco mia mamma con lo sguardo, ancora mezza assonnata.
Dopo un poco noto un post-it sul frigorifero, mi avvicino e lo prendo.

"Amore purtroppo sono dovuta scappare a lavoro! Buon primo giorno di scuola!
Baci mamma"

Come partenza, direi che non è il massimo.

Vabbè, prenderò della cioccolata calda ed una merendina alle macchinette.

Grace Hill, una ragazza incoerente.
Fa salti mortali per comprare quanti più alimenti bio e poi cade su queste piccolezze.
"Beh sei una ragazzina, puoi farlo"
Mi ripetono in tanti e non è così.
Anche se sono una semplice sedicenne, posso iniziare a prendere delle decisioni ed avere la medesima sicurezza di un adulto, forse anche più.

Lo sguardo si sofferma su una vecchia foto di famiglia  avevo cinque anni ed eravamo tutti uniti.

C'è Dimitri, con quel suo sorriso stupendo, a trentadue denti.
Ora si trova in Russia.

Mio fratello maggiore, Max di venticinque anni che vive a Londra con la sua ragazza.
Portava sempre il cappuccio in testa, con un grande desiderio di allontanare chiunque e distaccarsi dalla famiglia.

Luca, colui che amo di più.
Mi abbracciava sempre, restava sempre con me.
A diciannove anni trovò un posto di lavoro, abbandonando l'università.
Ora ha vent'anni e continua per la sua strada come un treno.

E dopo ci sono io, senza un dente e con dei fiori sui capelli.
Eravamo felici, insieme.

Adesso la nostra famiglia è divisa, non per i kilometri, quanti genitori hanno figli all'estero e riescono a mantenere un rapporto.
Qui non è così.

Luca è l'unico che si fa sentire, informandosi della situazione a casa.

Guardo l'orologio, accidenti!
È tardissimo.
Questo perché devo fare la nostalgica di prima mattina.

Corro in camera a prepararmi, mettendo un paio di jeans chiari, una maglietta a maniche corte bianca e delle superga bianche.

Vado in bagno mi spazzolo i capelli, mi lavo e sono pronta per uscire.

Per miracolo sono riuscita a prendere l'autobus, grazie ad una corsa.

Appena arrivo a scuola ho tutti gli occhi puntati addoso, il gruppo delle "trote" stanno ridendo di me.
Mai scoperto la ragione di tutto questo astio.

Cammino veloce, cerco la mia classe e vedo la mia salvezza.
Nicole e Michael.
Sono i miei migliori amici.
Li abbraccio forte e poi chiacchierando su come abbiamo passato le nostre vacanze.

Suona la campanella, un incubo che diventa realtà.

Preferisco zio Voldy al momento.

Entra il prof di scienze, insieme ad un ragazzo che non avevo mai visto.
È molto alto, sarà un metro e ottanta, centimetro più, centimetro meno.
Ha i capelli neri, con un ciuffo ribelle, tirato all'insù.
Gli occhi sono di un marrone intenso.

Indossa una giacca di pelle nera, con le maniche tirate su fino al gomito, rendendo visibile un suo tatuaggio sul polso.
Purtroppo non riesco a vederlo bene.

E per concludere porta dei pantaloni neri e delle convers.

Cosa c'è?
Ha voluto aggiungere un tocco di colore?
Ovvero il bianco della suola?

"Bene, ben tornati ragazzi. Spero abbiate passato delle belle vacanze.
Prima però voglio presentarvi, il vostro nuovo compagno di classe.
Prego"

Ok e fin qui potevamo arrivarci.
Indica al ragazzo la classe, per dargli il permesso di presentarsi.

"Ciao sono Fred.
Ho 17 anni, si sono stato bocciato.
Vengo da Modena.
Non datemi fastidio e non vi creerò problemi"
Dice in tono duro.

Beh che dire, simpatico, no?
Una persona gradevole.. un altro idiota.

Sentendosi il re del mondo, va verso l'unico banco libero.
Dietro di me, che bella la vita.

Mentre cammina pesta il mio zaino lilla.
Animale.

Lo guardo di traverso.
Lui di certo non si fa intimidire da una come me, una che scrive con la matita con le farfalle.

"Patetica" dice sguadrandomi con disgusto dall'alto verso il basso.

Ciliegina sulla torta, lancia il suo zaino nero eastpak sul banco.

Avrò bisogno di tanto aiuto.

Sei la mia rovinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora