Eros

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Ti aspettavo
dai bagliori
del vivere impietoso.
Senza indugio,
ho scavato il tuo volto
così marcato ora,
così vicino,
nel malleabile legno
del mio cuore.
Tremo,
come può solo vibrare
con le sue corde fini
una lira grezza,
anelante
alla divina perfezione
delle tue mani
di aedo.
E intrecci con cura
le due dita
alla mia pelle,
alle membra pallide
del mio corpo di cera:
e lo sai
che solo tu,
puoi farmi immortale.
Attendevo il tuo tocco,
così sfrontato, così dolce,
sospiro sull'acqua
dell'anima inquieta,
su me
scultura abbandonata,
bozza dolorosa
alle mancanze
di se stessa.

Ma adesso
la terra fiorisce,
sotto la carezza
del cielo,
per divenire
ciò che è sempre stata.
Stolti coloro
che rifiutarono
la grande bellezza
che tu,
sotto il tuo sguardo
adulante,
ai tuoi pensieri creatori,
mi mostri.
Ti bacio,
le labbra sono incastri
che natura ha plasmato
solo per noi,
ti sfioro, ti riverisco:
so che reclinando il collo,
ci sarà sempre
il tuo sguardo
a sorreggermi.
E finalmente
riposo.

Il SeduttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora