Il tocco di Morfeo

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Vago
negli oceani profondi
del sonno, 
inesplorata distesa  
intrisa di liquida notte,
mi lascio sfiorare, curvare,     
riverire da leggi                             
che mai conobbero                 
umano.
Marea lievissima di sospiri,
dita fluide avvolte
nella mia chioma spartita,
giacendo mollemente
a corteggiamenti di grandezza,  
speranza,
affogo inerme, soave
nell' utopia più pura.
Come poi sollevare il capo
alla profetica luce
del televisore, 
sacre bestemmie
ai clacson
d'irrisolta apocalisse,
precipitare
nella gravezza d'un corpo
che tutto scricchiola
di mortale?
Non sono che Atlante
schiacciato
dall'ovvietà del semplice , 
sepolti i grandi ideali
negli scantinati d'un ruolo
e con essi,
gli occhi
che tanto bramai
vedessero un oltre.
Al coro della sveglia
e al trionfo del caffè espresso,
non ho che da ubriacarmi ancora,  stupida, impotente,
di logorante quotidiano.

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