II. Orfeo: Sperduta

24 3 0
                                    

Ti sfuggo ancora,
mi perdi in tenebra,
corridoi immensi
d'un labirinto scuro
come vello,
braccata da pensieri,
ninfe nere,
scherzose come spiriti.
Gironi, angoli
discendenti alla fantasia,
spirale di bizzarro,
donde l'Infante chiama
ancora la pietà di un dio.
Infrango un dolce scivolare,
sprofondare
nella dimora innocua
del primordiale istinto
che m'appartiene;
dove sarebbe l'esser casa
se non fosser di vita
disgrazie
agli incroci,
sotto i folli dipinti
dell'ansie, morte
e allor ai tuoi chiami,
ai miei passi,
non venissi mutilata.

Il SeduttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora