Giunge e fende
nell'etere smunto
un arco sibilante
negra di terra,
eburnea di ossa,
superba la Pica
che pur non abbassa
le fiere grida stridenti
alle dee invidiose,
e s'apre
il doloroso carminio
nella nostalgia febbrile,
velenosi papaveri dolci
fioriti tra le crepe
di un petto
già troppe volte battuto.Natura, assediata di cipressi,
e loculi gremiti, ammassati
di lumini e plastici fiori,
scia di morte artefatta
a questi nostri respiri concitati, forse gli ultimi, i più paurosi,
ti stendi languida
al rimirare di queste corti affollate
prive di dialogo intimo, mentre l'esistenza si fa vana,
insensata, maligna,
folle gioco a dadi
di un Dio troppo ambizioso.Natura Giunonica,
che sempre stai lì a omaggiare
con gazze deridenti le spoglie,
noi,codarde bestie
in fuga dai gemiti
d'un candido velo,
scolori gli eterni ideali dell'uomo,
nella funebre quiete
del traffico
dove anche tu
livida, scarna, violata
mi pari possente cadavere.
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Il Seduttore
Poetry#ProgettoOrfeo Il Seduttore: il fascino, l'inganno di ciò che è ignoto, nascosto; l'essenza sfuggevole della realtà, che percepiamo quotidianamente. Questa raccolta di riflessioni e poesie scritte di mio pugno non è una manciata di parole vuote. E a...