Cupa Meditazione

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Giunge e fende
nell'etere smunto  
un arco sibilante    
negra di terra,   
eburnea di ossa,     
superba la Pica
che pur non abbassa     
le fiere grida stridenti
alle dee invidiose,          
e s'apre  
il doloroso carminio
nella nostalgia febbrile,  
velenosi papaveri dolci
fioriti tra le crepe
di un petto
già troppe volte battuto.

Natura, assediata di cipressi,      
e loculi gremiti, ammassati     
di lumini e plastici fiori,  
scia di morte artefatta 
a questi nostri respiri concitati,    forse gli ultimi, i più paurosi,   
ti stendi languida                           
al rimirare di queste corti affollate
prive di dialogo intimo,                  mentre l'esistenza si fa vana,
insensata, maligna,     
folle gioco a dadi    
di un Dio troppo ambizioso.

Natura Giunonica,
che sempre stai lì a omaggiare 
con gazze deridenti le spoglie, 
noi,codarde bestie
in fuga dai gemiti  
d'un candido velo,  
scolori gli eterni ideali dell'uomo,
nella funebre quiete
del traffico  
dove anche tu                 
livida, scarna, violata        
mi pari possente cadavere.

Il SeduttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora