Capitolo 38

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Chiudo la porta alle mie spalle e vado a sedermi vicno la finestra. Ha una piccola nicchia.

Mi rannicchio lì e poggio il gomito sul ginocchio mentre guardo fuori.

Le stelle sono piuttosto luminose e il cielo non è di quel tipico colore che sembra nero. È blu. Di un bel blu.

Non l'ho ancora chiamato.

So che è un comportamento stupido, ma penso che il sentirlo mi farebbe salire ancora più nostalgia. Inizierei a piangere senza ritegno.

Mi domando se mi pensa.

Non ci vediamo da due settimane.

Niente Skype, telefonate o anche semplici messaggi.

Magari dovrei iniziare io...ma se lo disturbassi ?

Picchietto le dita contro lo scherno del cellulare e mando giù il groppo alla gola.

Sento qualcuno bussare. Non mi va di alzarmi, così sussurro un     《 Avanti 》.

Mia madre entra con in mano un piatto con dentro non so quale roba. Non ho cenato, neanche stasera.

È da quando siamo arrivati che non mangio nulla. Vado avanti a bevande e ogni tanto una barretta. Mi sento svogliata anche nell'ingerire la pasta.

《 Ti ho portato qualcosa...non hai mangiato nulla...》

《 Sono due settimane che non mangio nulla, ma a quanto pare te ne sei accorta solo adesso. Comunque non ho fame 》continuo a guardare oltre il vetro. La vedo riflessa, ha un'espressione triste.

《 Giulia per favore...è già difficile...》

In tutta risposta batto un pugno contro la parete. Mi faccio parecchio male, sento le ossa emettere un crick.

Mi mordo le labbra e mi massaggio le dita doloranti, continuando a tenere gli occhi puntati verso l'esterno.

《 Pensi che per me sia facile ? 》dico con amarezza.

《 No...ma...lo abbiamo fatto per te e Tommy. Giulia...sai quanto ci ha fatto male lasciare l'Italia ? 》

《 Non vi ha fatto male. Non a te. Sono anni che ti lamenti. Mi avevi promesso che sarei stata libera di scegliere cos'era giusto per me...mi hai ricattata...e ora Piero mi odia...non vorrà più vedermi...》sento gli occhi inumidirsi e mi mozzico la lingua per non emettere nessun suono.

《 Pensi che stando in Italia avresti avuto una vita migliore ? Senza un lavoro o comunque con uno stipendio non abbastanza alto ? O più semplicemente ti diverti a fare la mantenuta ? 》

A quel punto mi alzo e rovescio con un calcio la sedia a ridosso della scrivania.

《 Non permetterti più di darmi delle mantenuta ! 》

Sto urlando e sento che potrei saltarle addosso da un momento all'altro.

《 Magari non sarei andata in una villa a due piani, magari mi sarei ritrovata in un appartamento minuscolo, magari non vi avrei più visti, ma sai che ti dico ! Sarei stata felice ! Sarei stata nella mia indipendenza con l'uomo che amo ! Sarei stata felice ! Pensi che stando qui io non mi stia facendo mantenere da voi ! Mi sono stufata di passare per la figlia di papà ! Ma come cazzo ragioni ! Qui faccio la barista, ma avrei potuto farla senza problemi anche in Italia ! Qui c'è solamente una casa più grande e i costi più bassi in tutto ! Io voglio andarmene ! 》sto piangendo, ma non è un pianto dovuto alla tristezza o per un capriccio. È un pianto dovuto alla rabbia e alla frustrazione.

《 Giulia non permetterti di urlarmi contro ! E smettila con Piero ! Pensi che ti ami ? Non si è degnato una volta di chiamarti ! 》

《 Era impegnato...》

《 Non era un cazzo ! Smettila di fare la bambina ! 》

《 Io voglio andare a casa ! Non puoi tenermi qui ! Ho diciannove anni, sono maggiornene e ho i miei soldi. Io me ne vado ! 》

Mia madre fa un sorriso inquietante e poggia il piatto sul comodino vicino al letto.

《 Non hai il coraggio di farlo 》dice chiudendo la porta dopo essere uscita.

《 Te lo do io il coraggio ! 》sbraito, anche se ora non può sentirmi nessuno.

Agguanto il telefono e cerco di comporre il numero di Piero. Lo sbaglio tre, quattro volte a causa delle mani che tremano e della vista appannata.

Lo porto all'orecchio e dopo tre squilli sento la sua voce, calda e profonda.

Piero : Amore mio...

Si blocca non appena sente un mio singhiozzo. Mi porto la mano davanti la bocca per bloccarlo, ma non funziona.

Piero : Giulia perché piangi ? Che è successo ? Ti hanno fatto qualcosa ? Per favore rispondi...

Prendo un respiro e provo a raccontargli tutto

Giulia : ...io voglio andare via...vienimi a salvare...

Piero : Domani vengo a prenderti. Prepara i bagagli.

Giulia : Domani ?

Piero : Fosse per me verrei subito, ma i voli sono finiti. Domani mattina prendo il primo aereo e vengo. Se vuoi dillo ai tuoi.

Giulia : No...non mi farebbero uscire...

Piero : Allora domani mattina ti dico a che ora sono in aeroporto. Okay ?

Giulia : Okay...

Piero : Tra qualche ora sarai con me.

Sorrido a quell'affermazione.

Giulia : Non vedo l'ora.

Piero : Buonanotte amore mio.

Giulia : Non ho idea di che ora è in Italia. Perciò mi limito a salutarti con un bacio.

Piero : Sei proprio tremenda. Ma è per questo che ti amo.

Giulia : Anche io ti amo. A domani.

Piero : A domani.

Attacchiamo e io mi decido ad alzarmi e preparare la valigia. So che così perderò sicuramente i miei genitori, ma ora come ora non me ne importa un granché. L'importante è la mia felicità. O almeno loro mi hanno sempre detto così.

Chiudo l'ultimo bagaglio e metto tutto sotto il letto, così se dovesse entrare qualcuno, non vedrebbe nulla.

Mi metto sotto le coperte e provo a prendere sonno.

Nell'ultimo periodo ho dormito poco o niente, ma non appena ripenso a quello che mi aspetta domani chiudo gli occhi con un enorme sorriso stampato in faccia.

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