Capitolo 35

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Spingo con dolcezza Giulia contro il letto, per farla sdraiare sul materasso. Mi accarezza con la punta delle dita i capelli e il collo, facendomi sospirare contro la sua bocca.

Ci stacchiamo lentamente e ci guardiamo negli occhi, sorridendoci.

Le scosto alcune ciocche dalla fronte per depositarvi un bacio, che sarà seguito da uno sulla punta del naso e infine sulle sue labbra.

Ne traccio il contorno con la lingua e chiedo il permesso, che arriva subito.

Ci troviamo entrambi pronti, facendo iniziare una lotta di lingue e morsetti, che lo sapevamo, non ci avrebbero mai stancato.

Le mie mani scivolano sotto la sua maglia, compiendo dei movimenti circolari che la riscaldano e la fanno gemere.

Passo sul busto e mi soffermo sui seni. Ne seguo il contorno con le dita e ci poggio sopra la bocca, senza preoccuparmi di sfilarle l'indumento, che poco dopo si ritrova ai piedi del letto.

《 Mi sei mancato 》bisbiglia sollevando le braccia sopra la testa e dandomi la possibilità di osservarla. I seni morbidi che amo, le spalle allenate, il busto e il ventre. Noto che è più magra. Molto più magra.

《 Anche tu amore. Anche tu mi sei mancata 》bisbiglio a mia volta e lasciandole una serie di baci sul collo.

Mi cinge e fa dei versetti divertiti, causati dalla mia barba e dai miei denti.

Scendo con la bocca lasciando dei segni rossi sul suo torace. Con la mano sinistra le accarezzo il corrispondente seno, mentre il destro e torturato dalla mia bocca.

Il sentirla gemere mi manda in estasi, davvero in estasi.

Mi fa sentire bene l'averla qui, al letto con me.

Ma non perché utilizzo il suo corpo come sfogo o per sentirmi potente al letto, assolutamente no. Mi fa sentire bene perché sento di essere importante per lei, sento che lei si trova a suo agio solo con me, sento che ci completiamo a vicenda.

Giulia mi ha fatto capire la differenza fondamentale tra sesso e amore.

Prima di lei, quando non ero impegnato in una relazione, andavo al letto un po' con tutte. Mi sentivo appagato e pensavo pure di essere davvero felice.

Poi, è arrivata lei. Una moretta schizzata ma dolce che ti fa andare in tilt il cervello. Mi ha fatto capire quanto sia bello condividere tutto con una persona, mi ha insegnato a non fermarmi alla bellezza fisica e soprattutto mi ha aperto gli occhi sul vero amore.

Dalla prima volta in cui siamo diventati effettivamente noi, ho capito l'abissale differenza. Con lei non mi preoccupavo solo di me e di come mi sentivo imbattibile. Con lei mi interessava e mi interessa anche ora il suo essere felice tra le mie braccia, il suo sentirsi a suo agio in queste situazioni e soprattutto  il suo essere felice.

《 Piero...io ti amo 》

《 Anche io ti amo, Giulia 》dico liberandola degli ultimi vestiti.

Lei mi sfila la maglietta e i pantaloni, senza mai staccare le sue labbra delle mie.

In pochi minuti ci ritroviamo a fare l'amore dopo sette mesi di distanza.

Emetto un respiro più profondo degli altri e mi sposto di lato tenendola stretta tra le braccia. Le lascio un bacio tra i capelli e le accarezzo la schiena mentre lei nasconde la testa nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla.

《 Piero...devo dirti una cosa...》

Alzo lievemente la testa e la guardo, incitandola a continuare.

《 Dimmi tutto amore. 》dico accarezzandole il braccio.

Lei si mette a sedere e intreccia senza sosta le mani. Ha la testa bassa e gli occhi vuoti.

Le poggio due dita sotto il mento e le faccio alzare lo sguardo. Vedo che sta per piangere e a quel punto le poggio la mano sulla guancia.

《 Amore che succede ? 》domando piuttosto allarmato.

《 Piero...lo sai che ti amo ? E lo sai che per te rinuncerei a tutto e tutti ? 》

《 Sì...ma perché mi dici questo ? 》

Prende un respiro e si morde le labbra 《 Lo sai la situazione in Italia ? 》

《 Sì...ma perché me lo chiedi ? 》

《 Sai che mio padre è un infermiere libero professionista ? 》

《 Sì...》

《 E sai che lavora anche con dottori statunitensi ? 》

《 Giulia...》

《 Piero, i miei vogliono andare a vivere in America...》 singhiozza senza mai staccare gli occhi dalla coperta.

《 ...e tu ? Cosa farai ? 》

《 Io non voglio rinunciare a te...ma non voglio essere così lontana dalla mia famiglia 》

《 Ma se vivi con me ! 》urlo sbattendo la mano sul materasso e facendola sobbalzare.

《 Ma lo capisci che è una cosa diversa ! Lo capisci ! Qui bastano quaranta minuti di macchina e ci vediamo ! In America non li vedrò praticamente più ! 》

《 Mi stai lasciando 》

《 No Piero...non voglio lasciarti...ma io non voglio...non posso rinunciare a te o ai miei genitori e mio fratello ! 》dice mentre è scossa da parecchi singhiozzi 《 Per favore...cerca di capirmi...》

《 No ! Non lo accetto ! Oramai sei indipendente e vivi con me ! Perché rinunciare per seguirli in America ! 》

Lei non risponde e continua a piangere silenziosamente.

《 Giulia...la casa è sopratutto lo stare con la gente che si ama. Se ci hai già rinunciato puoi farlo di nuovo. 》dico sperando di smuoverla da quell'idea assurda.

So che sono egoista, capriccioso e le sto chiedendo di scegliere, ma so anche che senza di lei potrei morire.

《 La mia casa è prima di tutto la mia famiglia. 》dice guardando con sguardo vuoto il muro.

《 Se dovesse succedere...》

《 Me ne andrei tra tre settimane. 》

《 Ma...in Italia...》

《 La vedrò poco o nulla. Giusto durante le festività. Ma non ne sono così sicura. 》

《 Io non posso perderti in questo modo 》

《 Mi dispiace. Ma è difficile 》

《 Ti chiedo solo di pensarci bene. Pensa a cosa ti renderebbe felice. Senza preoccuparti di me, dei tuoi e delle nostre reazioni. Promettimi che almeno questa volta penserai a te. 》

Lei annuisce e dopo qualche istante di silenzio ricomincia a piangere. Questa volta portandosi le gambe al petto e poggiandoci sopra la testa.

La stringo a me e faccio affondare il suo viso nel mio petto, accarezzandole senza sosta la schiena. Non voglio vederla soffrire così, ma non posso perderla.

Proprio non posso.

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