Capitolo 41

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Sono passati sei mesi al rientro in patria della mia piccola e le cose non potrebbero andare meglio.

Dicembre si fa sentire molto e con lui la tipica atmosfera natalizia che contraddistingue questo mese.

Le bevande calde, le lucine, le decorazioni, i negozi adibiti a festa, i bambini che appicicano la faccia alle vetrine e che trascinano i genitori pieni di impegni in un bar per prendersi una cioccolata. Tutto normale, insomma.

Io sono uscito per dare un'occhiata in giro e cercare un regalo a Giulia. Vorrei darle qualcosa di davvero speciale. Niente di eccessivo, lei odia gli eccessi o comunque le cose troppo in grande stile.

Dopo alcune ore passate a girovagare non riesco a trovare nulla che mi convinca, così torno a casa.

Il caminetto è acceso e la televisione sta trasmettendo uno spot pubblicitario su una di quelle spazzole che lisciano i capelli al primo passaggio.

Passo lo sguardo sul divano e vedo che Giulia sta dormendo. Ha la testa sul bracciolo e si è raggomitolata in una coperta. Mi avvicino e le lascio una carezza tra i capelli che viene seguita da un bacio sulla guancia.

Spengo il televisore e vado in camera per mettermi più comodo. Pantalone blu come le pantofole e una maglia pesante del Milan.

Torno in salotto e mi metto a sedere vicino a lei, che apre un po' la bocca e poi la richiude. Emette un respiro abbastanza profondo e storce il naso, aprendo gli occhi.

《 Ben svegliata topina. 》

《 Eh cosa...oh ciao amore. 》si solleva con il busto e si passa le mani sul viso, poggiando successivamente la testa sulla mia spalla.

《 Hai un'aria stravolta 》

《 È che non mi capita mai di dormire il pomeriggio e quando succede mi sento uno straccio al risveglio. 》

Mi scappa un sorrisino e la cingo accarezzandole un braccio.

《 Che cosa hai fatto oggi mentre dormivo? 》domanda sdraiandosi per sfruttare le mie gambe come cuscino.

《 Sono stato un po' in giro dopo aver finito in studio. E tu? 》

《 Ho studiato 》risponde semplicemente stiracchiandosi.

Inizia a fissare imbambolata le fiammelle del camino e si poggia la mano sul ventre, mordendosi le labbra.

《 Ehi piccola, che succede? 》

《 No nulla...è che in questi giorni sono un po' stanca...tutto qui 》

《 Se lo dici tu. Eppure sono convinto che ci sia qualcos'altro...》

《 No nulla. 》

《 È per tua madre ? 》azzardo abbassando lo sguardo per guardarla negli occhi, che sono lucidi.

《 È il primo Natale che passo lontana dalla mia famiglia...perderò anche il compleanno di Tommy...》deglutisce e si passa il polso sul viso.

《 Mi dispiace...》riesco appena a sussurrare queste parole che accompagno con delle carezze ai suoi capelli.

Non sarei dovuto andare in America e portarla qui, ma stavamo entrambi male. Ci mancavano, ci sentivamo sempre tristi, sempre nel posto sbagliato. L'averla qui mi rende estremamente felice e spero che sia lo stesso per lei.

《 Non dirlo. Non è stata colpa tua. La mia famiglia mi manca, ma con te mi sento davvero a casa. 》dice sollevandosi e poggiando la fronte contro la mia.

《 Voglio solo la tua felicità. 》soffio con le nostre labbra a un centimetro di distanza.

《 Ma sei tu la mia felicità. 》bisbiglia lasciandomi un bacio sul mento.

Le sorrido e faccio scivolare la mano tra le sue gambe. Lei sgrana gli occhi e si morde le labbra, lo fa sempre quando prova piacere.

《 Piero...dai...》

《 Ma sta zitta 》bisaccio prima di tirarle un braccio e incollarla a me. Prima che possa dire qualcosa inizio subito a baciarla, facendo iniziare una lotta di lingue.

La faccio stendere sul divano senza che questa bellissima tortura finisca. Le sfilo la maglia e la libero dei pantaloni, lasciandola in slip. Come mio solito la osservo, non mi stancherò mai. È il mio soggetto preferito. La cingo con le braccia e con uno scatto si ritrova sopra di me. Arrossisce e nasconde la faccia nell'incavo tra la spalla e il collo.

《 Non mi guardare così...》

《 Perché? 》

《 Perché...non lo so...mi sento in imbarazzo...》

《 Ma amore, sono tre anni che ti vedo e ancora stai in imbarazzo? 》

《 Sì...perché insomma...tu sei perfetto...》

《 Ma anche tu sei perfetta. 》dico accarezzandole la schiena.

Mugugna qualcosa di incomprensibile e mi cinge il collo con le braccia.

《 Lo penso davvero tesoro. 》sussurro lasciandole una carezza sulla guancia.

《 Amore...》

《 Dimmi tutto piccola. 》

《 Ho freddo. 》dice prendendo la coperta e coprendosi fin sopra la testa.

Scuoto la testa e la libero, coprendomi anche io.

《 Sei congelata 》le faccio notare. Mi sono appiccicato a lei ed è un ghiacciolo.

《 Colpa tua. Mi hai lasciata in mutande 》dice alzandosi e mettendosi la maglietta per poi tornare vicino a me.

Si accoccola a me e dopo avermi lasciato una serie di bacetti sul viso si addormenta.

Sì, è tremenda. Una tremenda schizzata estremamente dolce.

Lei non è la classica principessa delle favole, anzi. Le odia.

Lei ha quel qualcosa che la rende unica.

E quel qualcosa mi piace. Mi piace molto.

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