Capitolo 24

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Qualcosa di piccolo e freddo mi solletica il dorso della mano destra. È tutto buio, anche se sono convinta che non sia notte e che io non stia dormendo. Eppure non riesco ad aprire gli occhi o comunque a vedere una minima luce.

Sento un singhiozzo e poi la calda voce di Piero mi riempie le orecchie, anche se in modo ovattato.

《 Mi dispiace 》bisbiglia accompagnando quelle parole con una carezza sulla guancia che mi fa ancora male. Ma ora non mi importa 《 Mi dispiace davvero...se ti avessi dato ascolto ora non saresti qui...Io non starei correndo il rischio di perderti...》continua, questa volta passando il pollice sulla mia mano.

Non starei correndo il rischio di perderti

Cosa vuole dire ? Sto bene. Per quanto ne so ora sto dormendo...o almeno credo.

《 Sei libera di picchiarmi, urlarmi contro che mi odi...che non mi ami...però ti prego...ti prego, parlami. Voglio sentire la tua voce troppo alta, voglio prenderti in giro per il tuo stranissimo accento, voglio i tuoi baci che sanno di menta, voglio far intrecciare le nostre dita per camminare sul lungomare, voglio suonare il pianoforte mentre te stai sul divano, voglio leggere tutti i tuoi libri con te, voglio accarezzarti continuamente i capelli, io voglio averti al mio fianco. Voglio semplicemente stare con te. 》 singhiozza.

Non voglio picchiarti, voglio solo stringerti. Non ti odio. Io ti amo. Vorrei parlarti ,ma non ci riesco. Le parole muoiono in gola e le labbra non si schiudono. Anche io vorrei intrecciare le nostre dita, ma sono immobili. Voglio sentirti suonare il pianoforte, voglio farti appassionare ai miei generi letterari preferiti. Voglio le tue mani nei miei capelli. Anche io ti voglio al mio fianco, amore mio. Lo desidero tanto anche io.

Sento che potrei esplodere da un momento all'altro, come una bomba a orologeria. Perché non riesco a svegliarmi ? Perché non posso abbracciare Piero e dirgli che va tutto bene ? Perché dobbiamo soffrire entrambi ?

Sentirlo piangere per colpa mia è la cosa più brutta che mi sia mai capitata. Lui sta così per colpa mia, lo sto facendo soffrire. Non merito un ragazzo incredibile come lui, proprio no.

《 Giulia...》un altro singhiozzo. Un altro colpo al cuore.

La sua mano grande e calda continua ad accarezzare la mia, fredda e piccola.

Ora più che mai vorrei abbracciarlo o comunque fargli capire che non deve sentirsi in colpa, che lui non ha fatto nulla.

Qualcuno apre la porta e sento il graffiare della sedia contro il pavimento.

《 Signor Barone...la sua fidanzata è in coma e probabilmente non ce la farà. Deve farsene una ragione, non può credere nell'impossibile. Purtroppo rimane in vita solo grazie ai macchinari e le flebo. 》

《 No ! Ce la farà ! Si sveglierà ! Le dia ancora un po' di tempo 》

《 La scelta è sua. Dico solo che ora lei sta sprecando tempo. 》la porta si chiude e sul mio petto sento cadere una goccia, che viene seguita da altre.

Sta piangendo, di nuovo.

Non ce la faccio a sentirlo così, vorrei solo poter saltare in piedi e sbattere in faccia al dottore che niente è impossibile.

Già, spero solo che sia vero.

Devo solo riuscire a tenere il cervello attivo, così rimarrò in vita per conto mio.

Poi devo riuscire a dare un segno di vita, anche se piccolo. Devo prima di tutto dimostrare a me stessa che ce la posso fare, ma non ora.

Ora non riesco davvero a muovere nulla, sento solo tanta stanchezza e tanta voglia di dormire.

Piero sembra avermi letto nel pensiero, visto che inizia a parlare. Non so bene cosa dica, ma l'importante è il sapere che comunque recepisco tutti i messaggi.

Non si ferma un attimo, va a macchinetta.

Io intanto mi ripeto di non perdere l'attenzione dalle sue parole, anche se sono solo ricette o frasi idiote che legge da Facebook.

A un tratto si blocca e si alza. Mi bacia la fronte e mi dice che devo resistere e che tornerà domani.

Lo sento uscire e poi nella mia mente torna il silenzio, come se fossi in una scatola.

Andrà tutto bene Giulia, tutto bene. Ti sveglierai e tornarai alla vita di tutti i giorni. Andrai da Piero, lo abbtaccerai e gli dirai che non deve sentirsi in colpa, che lo hai perdonato e soprattutto che non correrai di nuovo il rischio di fartelo scappare. Andremo in Sicilia e poi ovunque lui vorrà. Ci faremo una famiglia e vivremo la nostra vita. Come una normale coppia.

Ma noi non siamo una normale coppia.

Lui è un cantante internazionale, io sono la sua fan.

Lui è un uomo, io una ragazzina.

Lui è tutto quello che si desidera in un compagno, amico e uomo. Io sono la persona meno persona che conosca. Fosse per me, non mi frequenterei nemmeno io.

Ma lui è soprattutto quel piccolo tassello che serviva per completarmi come donna. Io lo completo come uomo.

Saremo diversi, ma sapete com'è.

Due calamite opposte, si attraggono.

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