6ºCapitolo

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«A che punto sei?» Mi chiede il commissario dopo avermi convocato nel suo ufficio.
«La ragazza ha paura, probabilmente la minacciano di morte.»
«È più complicato del previsto?»
«È troppo presto per dirlo però posso assicurarle che farò tutto ciò che mi è possibile.»
«Lo so, Giulio, è per questo che ho affidato tutto a te!»
«E io le sono grato!»
«Appena hai novità tienimi al corrente.» Mi porge la mano alzandosi dalla poltrona in pelle.
Gliela stringo.
«Sarà fatto!»

Esco dal suo ufficio, cambio la divisa e mi metto in macchina.
Vado da Lola e fortunatamente la trovo seduta al marciapiede.
Suono il clacson e alza la testa, vedendomi si tira su.
«Giornata noiosa?» Le chiedo aspettando che entri.
«Meravigliosamente noiosa.»  Sorride.

Metto in moto.
«Ci hai pensato?» Le chiedo.
Non risponde.
«Okay, devo portarti in un posto. Ho l'ultima possibilità di convincerti. Se nemmeno questo servirà allora non ti immischierò in questa cosa.»
«Dove mi porti?»
«Vedrai con i tuoi occhi.»

Resto in silenzio per i restanti dieci minuti, arrivati a destinazione parcheggio la macchina e le apro la portiera.
Camminando mi fermo a una bancarella di fiori, prendo un mazzo di tulipani.
Lola mi guarda perplessa ma non chiede nulla.

«Cosa ci facciamo al cimitero?» Mi chiede perplessa e forse spaventata.
Le cingo la vita con un braccio.
«Non avere paura, te l'ho detto che di me puoi fidarti. Voglio solo farti conoscere una persona.»
«Al cimitero?» Inarca un sopracciglio.
Annuisco senza aggiungere altro.

Camminiamo tra le varie lapidi e sento il cuore battermi in petto più velocemente del solito.
Succede sempre così quando vengo a trovarla.
La scorgo da lontano e affretto il passo quasi tirandomi dietro Lola.

«Ciao mamma...» Sussurro a un centimetro dalla sua foto per poi baciarla e mi siedo accanto a lei poggiando la testa alla lapide quasi come se toccando il marmo possa sentire la sua presenza. Lo faccio da quando avevo quindici anni, da quando me l'anno portata via.
«Ti presento mia madre.» Dico semplicemente e vedo Lola impallidire.
«Ti ricordi di quando ti dissi che io ho rispetto per le donne?»
Annuisce.
«Me lo ha insegnato lei perché è quello che lei non ha ricevuto.»
Gli occhi mi si riempiono di lacrime ma le trattengo.
«Un "amico" di mio padre che ha frequentato casa nostra per anni, una mattina che sapeva che mio padre era a lavoro e io con mia sorella a scuola si è presentato lì.
Mia madre era ospitale, si fidava di lui, gli fece addirittura il caffè... Proprio quando lei si distrasse un attimo la prese di spalle. Voleva a tutti i costi il suo corpo, voleva fare sesso con lei.» Stringo la terra tra le mani e tengo il viso in basso per non mostrarle le lacrime che ormai mi rigano il viso.
«Mia madre si è rifiutata come più poteva ma non è stato sufficiente, niente è stato sufficiente. Le sue urla, i suoi pugni, qualsiasi cosa lei abbia provato per evitare l'inevitabile. L'ha uccisa con le sue stesse mani e come se ciò non bastasse ha abusato del suo corpo esanime.»

Si inginocchia davanti a me e mi prende il viso tra le mani.
Con i pollici mi asciuga le lacrime e solo quando incrocio i suoi occhi mi accorgo delle sue iridi inumiditi.
«Ora capisci perché voglio salvarti a tutti i costi? Anche se dovesse essere l'ultima cosa che faccio!»
Annuisce e mi abbraccia.
Stringo forte tra le mie braccia robuste il suo corpo minuto.

«Scusa...» Sussurra staccandosi.
«Di cosa?»
«Per non averti compreso prima.»
«Non potevi saperlo... Ti ho portata qui perché avevo capito che era la mia unica possibilità di farti capire quanto contasse per me mettere fine a tutto questo!»
Annuisce. 
«Ok, mi affiderò a te. Metterò la mia vita nelle tue mani.»
«Ti ringrazio...»
«Grazie a te per avermi aperto un pezzo di cuore...»
Le sorrido.
«Facciamo così, stasera alle 23 vieni a casa. Qui non posso parlarti, potremmo essere seguiti o spiati e non possiamo rischiare. Devo dirti delle cose che nemmeno i muri potrebbero ascoltare.»
Annuisco e purtroppo la riaccompagno.

«Grazie ancora.» Mi dice prima di scendere.
Le sorrido e le porgo i soldi.
«Sappi che li prendo solo per salvarmi la pelle...»
«Lo so. Stai attenta, mi raccomando. A stasera...»

Annuisce e aspetta il solito bacio sulla fronte.
Glielo do e le accarezzo la guancia morbida sorridendole mentre chiude gli occhi per qualche istante.
«A stasera.» Sussurra per poi scendere dalla mia auto.

Aspetto che arrivi all'altro marciapiede e poi vado via.

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