23ºCapitolo

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Vorrei dormire per tutto il giorno ma il solletico dietro il collo me lo impedisce.
È piacevole e anche rilassante, potrei continuare a dormire beatamente ma non resisto alla tentazione di aprire gli occhi e trovare davanti a me il sorrisino furbo di Chiara.

«Ti ho svegliato?» Chiede sussurrando mentre continua ad accarezzarmi.
«Mentirei se ti dicessi di no.» Le bacio il naso.
«Scusa...» Sghignazza e le scosto una ciocca dietro l'orecchio.

Si mette seduta girando la testa verso di me.
«Ho poco tempo per prepararmi e per fare colazione prima di andare a lavoro...»
«La mia proposta è ancora valida.»
Le guardo la schiena nuda poggiando un braccio dietro la testa per reggermi.

«Eri ubriaco, come fai a ricordartelo?»
«Perché anche quando bevo ho buona memoria.» Le sorrido. «Ti accompagno in stazione, non dovrai nemmeno pagare il biglietto, te lo regalerei io. In due giorni metto fine al tuo incubo!»
Scuote la testa.
«Credi che il problema sia il biglietto?»
Scosta le lenzuola per alzarsi ma la blocco per un braccio per poi cingerle i fianchi e far aderire il mio petto nudo alla sua schiena.

«Non capisci Giulio. Non puoi capire.»
Le bacio il collo.
«Voglio salvarti. Oggi stesso.»
«Così facendo rischiamo il doppio! Forse hai qualcosa che ultimamente non ti lascia pensare lucidamente perché sappi che non ti riconosco per quel poco che ti so...»

Non rispondo e le strofino il naso dietro il collo dopo averle scostato i capelli sulla spalla.
«Mi lasci fare colazione?» Sospira.
«No. Vestiamoci e partiamo. Ti accompagno fino a Pescara e torno indietro.»
Sbuffa.
«Ora basta, Giulio! Non fare il bambino, se non organizzi l'arresto o quel che sia io non andrò via così!»
«Ma non lo capisci che non sopporto nemmeno il pensiero che altri uomini sfiorino, tocchino e possiedono il tuo corpo?» 
«E credi che a me piaccia? Sono obbligata a farlo, lo sai!»
«Lo so...» Sussurro.
«Lasciami dai.» Si dimena. «Devo prepararmi.»

La stringo ancora più forte.
«Giulio...»
«Dimmi...»
«Devo muovermi...»
«Ti stai muovendo già troppo!» Dico ironico e lei mi colpisce un braccio per poi ridere.
Gira il viso verso di me e mi dà un bacio sul naso.
Mi osserva per bene e poi scuote la testa.
La fisso perplessa.
«Te lo dissi, ti avrebbe dato fastidio che altri uomini mi avessero, come vuoi che io ti lasci amarmi?»
«Non puoi fermare un qualcosa che già ha iniziato il suo corso...»

Riesce a girarsi e mi guarda con tanto di occhi spalancati.
«Giulio...»
«Chiara...»
«Tu mi...»
«Io ti...?»
«Cioè... Sei...»
«Se mi stai chiedendo se sono innamorato di te devo dirti di no, o almeno non ancora.»

Annuisce osservandomi ma si nota che è immersa nei suoi pensieri.
Le sfioro la guancia con le nocche e sobbalza tornando in sé.

«Cosa ti passa in quella testolina?» Le chiedo.
Scrolla le spalle.
«Dimmelo...» Le sfioro le labbra con le mie e automaticamente chiude gli occhi.
Mi viene da sorridere.
«Non avrei mai fatto l'amore con qualcuno se non fossi coinvolta almeno un po', un bel po'!»

Le prendo il viso tra le mani e senza aspettare un secondo di più la bacio dolcemente.
Allaccia le braccia intorno al mio collo e si lascia andare.
«Non ti avrei nemmeno baciato...»
«Lo so...»
«Non vedo l'ora che tutto questo giunga al termine!»
«Presto, molto presto!»

Appoggio la fronte alla sua e restiamo in silenzio per un po' ma è il silenzio più dolce. Uno di quelli che non dispiacciono e che a volte servono.

Si alza andando in bagno e raccolgo i miei vestiti per vestirmi. Appena arrivo a casa devo farmi una doccia come si deve.

Vado in cucina e apro tutti i mobili alla ricerca di qualcosa per la colazione.
Mi stupisco a vedere tutti i mobili pieni zeppi di ogni specie di cibo. Quando trova il tempo di fare la spesa?

Strappo due fazzoletti e li metto sul tavolo, metto a scaldare il latte e prendo dei biscotti, li appoggio sul tavolo insieme allo zucchero e alla Nutella.
Prendo due tazze e le riempio appoggiandole poi sui fazzoletti.
Sono carine, entrambe con i personaggi della Disney.

Mi siedo aspettandola e nel frattempo metto un cucchiaio di Nutella nel latte e giro per farlo sciogliere.

«Che schifezza stai facendo?» Chiede sedendosi accanto a me.
«Rendo più buono il latte, vuoi provare?»
Scuote la testa con vivacità mentre prende lo zucchero.

«Sei stato gentile a preparare la colazione.» Sorride.
«Mi rendo utile.»
Le faccio l'occhiolino ammiccando e riesco nel mio intento facendola ridere.

Ci godiamo la colazione e la compagnia reciproca e mentre metto tutto apposto, sciacquando anche le tazze e i cucchiai, Chiara indossa la parrucca.

«Bionda sei più bella...»
«Dì semplicemente che non ti piace Lola...»
«Diciamo che preferisco la mia Chiara...» La tengo per i fianchi.
«Tua?» Sghignazza e annuisco senza aggiungere altro ma non perdo tempo e la bacio dolcemente percorrendole la schiena con entrambe le mani.
Mi prende il labbro inferiore tra le sue e lo tira sorridendo soddisfatta della mia espressione sofferente.
Le pizzico il sedere e scoppia a ridere.

«Meglio andare...» Dice prendendo giacca e borsa. «Posso chiederti un favore?»
Annuisco incrociando le braccia al petto in attesa che parli.
«Non venire più a prendermi lì...»
«Perché mi chiedi questo?»
«Perché se è vero che questo caso ha i giorni contati non voglio mandare tutto all'aria, sarebbe un casino se ti riconoscessero. Promettimelo Giulio. Per favore!»
Sospiro senza risponderle.
Mi sentivo impotente prima che almeno la toglievo per qualche ora dalla strada, figurati ora che mi vieta di farlo.

«Prometti!» Incalza.
«Ok, ma solo a una condizione!»
«Quale?»
«Ci vediamo al di fuori.»

Un sorriso appare sulle sue labbra e annuisce.
«Ok, a patto che non ti presenti in piena notte a casa mia e per giunta ubriaco!» Ride.
Alzo le mani in segno di resa.
«Va bene, accetto!»
«Affare fatto.»
Mi stringe la mano ridendo.

«Posso darti un passaggio?» Le chiedo appena messo piede fuori al portone.
«Meglio di no. Ci vediamo dai.»
Mi bacia la guancia e si incammina.

«Stai attenta.» Le urlo dietro. «Se hai bisogno chiama!»
Alza il pollice e continua a camminare.

Sospiro per l'ennesima volta da stamattina e salgo in macchina.
Prima di andare in centrale ho bisogno di una rinfrescata come si deve, così passo per casa e vado direttamente in bagno.
Mi spoglio velocemente ed entro nel box doccia dove lascio scorrere l'acqua sul mio corpo.
Oggi, o almeno per il momento, mi sento rilassato e spero vivamente che continui per tutta la durata del giorno.

LASCIATI SALVAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora