20ºCapitolo

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Ho qualcosa che mi solletica il naso, mi strofino ma non cambia molto.
Mi costringo ad aprire gli occhi e mi ritrovo Chiara attaccata come una ventosa.
Le sistemo i capelli così da non darmi più fastidio e giro lo sguardo per scorgere l'ora dallo stupido ma utile orologio digitale regalatomi da mia sorella.
Sono le dieci in punto.
Senza svegliarla prendo il cellulare e avviso in centrale che oggi non sarei andato.

«Ti stai un po' fermo?» Farfuglia sul mio petto facendomi il solletico. «Voglio dormire!»
«È un po' tardi per dormire...»
«No, è presto!»
«Sono le dieci, Chiara!»
«E io dormirò fino a mezzogiorno.»
«Su di me?»
«Ti muovi un po' ma almeno sei comodo.»
«Ma sei ancora ubriaca?»
«No, o almeno credo. Ho solo mal di testa e tu non mi lasci dormire.»
«Vuoi un altro po' di vodka? Magari ti passa.»
«Non mi parlare di alcolici, per favore! Mi viene la nausea solo a sentirli nominare!»
Scoppio a ridere e mi becco uno schiaffo sul petto.
«Che ne dici se ci alziamo e facciamo colazione?»
«Che ne dici se dormiamo e ci alziamo domani a quest'ora?» Scimmiotta la mia voce.
«Hey, io non parlo così!»
Mi fa il verso e inizio a farle il solletico.
«Ahi...» Sussurra aprendo i suoi occhi azzurri.
«Scusami...»

Mi avvicino fino a sfiorarle le labbra.
Chiude gli occhi tenendo la mano sul mio fianco.
«Non possiamo...» Prova a dire ma la metto a tacere baciandola.
Fatico un po' ad ottenere l'accesso alla sua bocca ma alla fine si arrende e mi permette di intensificare il bacio.

È ancora meglio dei precedenti.
Le sfioro la schiena fino a sollevarle la maglietta e sfilargliela.

«È sbagliato...» Riprova ma le poso l'indice sulle labbra carnose e mi lascia un bacio.

Le bacio il collo centimetro per centimetro coprendole i maledetti lividi.
Scendo sul seno, poi sullo stomaco e sulla pancia.
La guardo un attimo e ha gli occhi chiusi mentre si rilassa.
Le sfioro gli slip con il naso e prendo a baciarle le cosce, prima una e poi l'altra per poi risalire, lentamente.

Mugola qualcosa di incomprensibile ma non mi ferma.
Riprendo a baciarle le labbra con più passione e mi accarezza i capelli ormai cresciuti.
Avvita le gambe lungo i miei fianchi e intensifico i tocchi.
Appoggia le mani sull'elastico dei pantaloni e li abbassa.
«Stiamo sbagliando...» Sussurra ma non si ferma.
«Lasciati amare...» Le sussurro all'orecchio e rabbrividisce facendomi sorridere.
«Fermati, possiamo pentircene...»

Le abbasso una spallina alla volta e infine gli sgancio il reggiseno.
Riprendo la scia di baci e mi fermo sul seno.
Anche li ci sono i lividi.

Vorrei avere quel maledetto tra le mani e perdere il controllo per fargli provare lo stesso dolore che ha provato Chiara!

«Che succede?» Mi chiede.
Non mi sono nemmeno accorto di essermi fermato.
«Nulla.» Le sorrido. «Tutto bene...»

Riprendo a baciarla e mi sorprende prendendo l'iniziativa, si siede a cavalcioni su di me e mi regala un sorriso, poi si abbassa e mi morde appena il collo mentre comincia a roteare i fianchi su di me.
Mugolo io stavolta e lei sorride fiera continuando.

Mi mordo il labbro tenendo la testa all'indietro e lei si china a baciarmi il mento, poi un bacio a stampo, un altro sul naso e uno sulla fronte, poi lungo il collo soffermandosi sul pomo d'Adamo.

Appoggio le mani sui suoi fianchi e un centimetro alla volta le tiro giù gli slip lasciandoli poi cadere sul pavimento.
Faccio lo stesso con i miei boxer e torno a mettermi su di lei.

Proprio quando sto per entrare in lei suonano alla porta.
«Cazzo.»
Impreco sbuffando.
«Chi è?» Chiede.
«Deve essere mia sorella.»
«Dio, che imbarazzo.»
La guardo inarcando un sopracciglio.
«Perché mai?»
«Per ciò che ho fatto ieri...»
«Ma dai, sei giustificata.»

La bacio a stampo e mi tiro su dopo averle scompigliato i capelli, indossando di nuovo boxer e pantalone di pigiama.
Patty bussa ancora un'infinità di volte e vado ad aprirle.

«Mi dai il tempo?» Le dico aprendo la porta e mi guarda stranita.
«Che succede?» Chiedo ancora.
Lei entra e mi indica il collo.
«Oggi ti hanno mangiato la lingua? Parla!»
«Hai un succhiotto...»
«Sul serio? Cazzo!»

Proprio in quel momento entra in cucina Chiara con addosso la mia maglia che le arriva a metà coscia.
È un'ottima visione come vederla nuda sotto di me...
Fermo questi pensieri prima che sia troppo tardi.
«Buongiorno» Dice paonazza.
«Chiaretta.» La saluta mia sorella. «Come ti senti?»
«Meglio, ho un po' di mal di testa però niente che non possa passare...» Le sorride sedendosi al tavolo.

«Non avevo capito che l'avevi messa a dormire nel tuo letto...» Sogghigna Patty.
«Non potevo lasciarla sola in quelle condizioni...»
«Avete un bel po' di confidenza a quanto pare...»

Mia sorella ci tiene d'occhio con lo sguardo indagatore mentre preparo un po' di latte.
«Ci siamo conosciuti quasi due mesi fa...» Inizia a dire Chiara.
Le lancio uno sguardo per farle capire che non è obbligata a parlare ma lei annuisce sorridendomi.
Mia sorella nel frattempo è sugli attenti, pronta ad ascoltare il resto della storia.
«Lui sta indagando su un caso che mi riguarda in prima persona...»
«In che senso?»
«Sono costretta a prostituirmi...»
Patty sbarra gli occhi a questa affermazione cruda.
«È per questo che non vengo tutti i giorni all'università, sono impegnata a vendere il mio corpo dalla mattina alla sera...»

Le spiega in breve dove e le minacce subite.
«Ma io ci passo spesso di lì e non ti ho vista...»
«Indosso una parrucca nera e lì sono Lola!»
Mi intrometto.
«Chiara usa un'altra identità per poter vivere tranquillamente quel giorno a settimana che le concedono...»
«E voi come vi siete conosciuti?» Chiede.
«Andai a denunciare gli scagnozzi del boss ma appena lo seppero mi malmenarono e quindi mi hanno costretta a ritirare la denuncia...»
«Il commissario ha affidato il caso a me e ho iniziato a "comprarla"...»
Mi arriva un pacco di fazzoletti addosso da parte di mia sorella.
«Animale!»
«Perché? Che ho fatto?»
«L'hai comprata!»
«Patty hai frainteso...» Chiara scoppia a ridere.
«Mi prendeva e mi portava a mangiare, a fare shopping, non abbiamo mai fatto sesso...»
«Ecco...»
«Mai, ma proprio mai?» Ammicca riferendosi a prima.
«Mai.» Ribadisco e mi siedo accanto a Chiara.

«E... Cosa ti è successo ieri?» Le chiede ancora mia sorella.
Chiara si tocca i capelli nervosa e le appoggio una mano sulla coscia che stringe con la sua facendo intrecciare le nostre dita.
«Un cliente un po' particolare...»
«Ha abusato di te?» Lo sguardo di mia sorella muta.
Chiara annuisce senza aggiungere altro e Patty si alza per abbracciarla.
«Mi dispiace...» Le sussurra.
«Va tutto bene, sono abituata, forse.»
«Perché non me ne hai mai parlato? Era per questo che ieri farfugliavi sul fatto che non ti avrei più voluto bene?»
«Chi vorrebbe un'amica puttana?»

«Non so quante volte te lo devo dire: tu non sei una puttana!» Sbotto.
«Ha ragione Giulio. Tu sei costretta...»

«L'avevo convinta ad aiutarmi per chiudere prima questo caso ma lei si è tirata indietro di nuovo...»
«È facile a parlare, no? Io rischio la vita ogni giorno. Forse l'altra volta non hai capito bene che mi hanno già risparmiato una volta, non lo faranno di nuovo. Non aspettano altro che farmi fuori!»
«Ti ho detto che ti proteggo, non permetterò a nessuno di farti male!»
«Non puoi darmi questa garanzia!»
«Ma perché non ti fidi? È il mio lavoro!»
«Lascia perdere Giulio. Fai quello che devi ma non coinvolgermi!»
«Patty, aiutami!» Sbuffo ma mia sorella non mi aiuta.
«Non puoi costringerla, mettiti nei suoi panni!»
«Ma io voglio solo far finire questo inferno il prima possibile!»
«Fallo, ma senza renderla partecipe e senza metterla in pericolo!»
«Ma che dici? Non la metterei mai in pericolo!»

Chiara sbuffa e si applica a bere il suo latte ormai freddo senza degnarmi di altri sguardi.

LASCIATI SALVAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora