37ºCapitolo

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La sveglia suona e vorrei poterla spegnere.
Ho così tanto sonno da recuperare che mi addormenterei ovunque mi fermerei.
Sbuffando la spengo e scalcio via le lenzuola.
Mi metto a sedere e butto indietro i capelli che di mattina sembrano volersi comandare da soli.

Mi alzo a fatica e mi trascino in bagno.
Se non mi faccio una doccia come si deve non credo mi sveglierò mai.

Apro l'acqua e dopo essermi spogliato velocemente entro nel box doccia.
Lascio che l'acqua mi scorri addosso libera e finalmente si comincia a ragionare.

Solo mezz'ora dopo sono in camera da letto, con un asciugamano legato in vita a decidere cosa mettere.
Qualcosa di comodo e quindi una tuta, oppure un jeans e una camicia che tanto scomodo non è?
Ok, opto per il secondo.
Prendo il primo jeans e la prima camicia che mi capitano a tiro e li indosso.

Mi spruzzo anche un po' di profumo che sinceramente non metto spesso e scendo alla volta dell'ospedale.

Per strada mi fermo alla solita caffettiera e prendo diversi cappuccini e altrettanti muffin sperando che Chiara oggi possa mangiare.

Quando entro nella sua stanza con in mano i cartoni, i suoi genitori sono già qui.

«Buongiorno» saluto e ricambiano tutti sorridendo.
«Cosa hai portato di buono, fratellino?»
«Semplicemente la colazione.»

Appoggio tutto sul tavolino e mentre loro si prendono il proprio bicchiere e il proprio dolce mi avvicino per salutare Chiara.
Le bacio la fronte e le porgo il suo bicchiere.

«Aspetta, mi metto seduta!»
«Ti aiuto!»
Appoggio il cappuccino e il muffin sul comodino accanto al suo letto e l'aiuto a mettersi seduta tenendola per le braccia.
«Grazie» sorride e prende la sua colazione.

Resto a guardarla e non vedo l'ora di restare sola con lei per poterle finalmente parlare, sperando che nessuno ci interrompa.
«Tu non mangi?» mi chiede distogliendomi dai miei pensieri.
«Certo» le sorrido e Patty mi passa il mio bicchiere.

«Com'è?» chiedo vedendola mangiare di gusto.
«Ottimo! Mi ci voleva!»

«Ah Giulio, oggi mi dimettono!» dice d'un tratto.
«Di già?»
«Sì!» esclama entusiasta. «Non sei contento?»
«Certo che sì! Vuoi venire a stare da me? Così non starai mai sola...»
«Per il momento ci sono i miei, poi vediamo...»
Annuisco lasciando cadere l'argomento.

Resto in disparte osservando Chiara, oggi la vedo al quanto strana.
Non incrocia lo sguardo col mio se non per pochi secondi, prova a non stare mai da sola con me facendo rimanere o Patty o Laura con le più banali scuse.

Proprio mentre queste due escono dalla stanza ne approfitto e mi siedo accanto al suo letto.
«Ti devo parlare...» le dico subito.
«Anche io...»
«Per favore, lasciami parlare e poi mi dici tutto quello che vuoi...»
Annuisce e decido di dirlo nel modo più chiaro e diretto possibile.
«Chiara io ti amo!» dico d'un fiato. «Lo so che ora magari hai bisogno di un po' di tempo per lasciarti alle spalle tutta questa vicenda ma io voglio essere al tuo fianco ogni giorno e non più come amico o come il poliziotto che segue il tuo caso... Voglio essere la tua metà, voglio svegliarmi e trovarti nel mio letto, voglio addormentarmi abbracciandoti, voglio prepararti la colazione, voglio uscire con te mano nella mano senza preoccuparmi di niente. Voglio regalarti i fiori ogni volta che mi passa per la testa, voglio sorprenderti e farti capire che posso meritare il tuo amore...»
Chiara scuote la testa e tiene la testa bassa. Gliela alzo per poterla guardare negli occhi che all'improvviso si riempiono di lacrime fino a rigarle le guance.
«Chiara... Cosa succede?»
«Torno a Pescara
«Per quanti giorni? Posso scendere con te, poi torniamo qui...»
«No, Giulio. Torno definitivamente a casa...»
«Ma cosa stai dicendo? Io ti dico che ti amo e tu mi dici che te ne vai? Dimmi perché, Chiara!»
Non risponde e le prendo il viso tra le mani.
«E noi che fine facciamo? Ti sei dimenticata di quel che abbiamo costruito? Dimmi che stai scherzando!»
«Sono seria, basta Giulio. Non devo darti alcuna spiegazione!»
«Ma cosa stai dicendo? Ma ti sei bevuta il cervello? Guardami negli occhi e dimmi che tu non provi niente per me! Non credo che ti lasciavi baciare se non provassi almeno un po' di affetto per me, lo hai detto stesso tu e non puoi rinnegartelo! Non avresti mai fatto l'amore con me! Non posso assolutamente credere che stai facendo sul serio!»
«Lasciami stare! Ti ripeto: non ti devo dire niente!»
«Ma come puoi farmi questo?»
Abbassa di nuovo la testa e pronuncia le parole che mai avrei voluto sentire.
«Sei stato solo uno dei miei tanti clienti...»
«Come?»
«Hai sentito bene!»
Mi alzo, allibito.
«Ero solo il piacere di una notte?»
Annuisce e inizia a singhiozzare.
Scuoto la testa.
«Non ci credo!» sbraito. «Tu non sei in grado di mentire e ora stai dicendo una marea di cazzate!»

Tiro un pugno al muro ed esco dalla stanza.
«Chiamatemi quando deve tornare a casa, vi do una mano!» dico alla madre che annuisce.
«È tutto ok?»
«Sì, non si preoccupi.»

Riprendo a camminare e Patty mi blocca per un braccio.
«Dove stai andando?»
«In qualunque posto che non sia qui!»
«Hai discusso con Chiara?»
«Fattelo dire da lei...»

La lascio lì e salgo in macchina.
Sgommo e inizio a correre senza una meta precisa.

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