10º Capitolo

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Sono un bel po' di giorni che non vedo Chiara, sia perché ho lavorato 24 ore su 24 e sia perché volevo lasciarle il tempo che le serviva e che serve anche a me.
Perché da quando la vedo spesso mi sento diverso e non so se sia un bene o un male.
Per il mio lavoro non posso farmi coinvolgere, rischio di non agire con razionalità e per l'importanza di questo caso non posso permettermelo.
Quando sono a casa penso continuamente a lei e non deve accadere.
Penso ai suoi occhi, alla sua risata, al nostro unico bacio che deve assolutamente essere l'ultimo.
Cercherò di vederla solo quando necessario anche se la voglia di portarla via da quella maledetta strada è forte!

Ormai mi sono svegliato dalla bella dormita che finalmente ho potuto fare.
Mi tolgo il cuscino dalla testa e strofino gli occhi.
La luce che entra dalla finestra è accecante.
Mi maledico per non aver chiuso le tende ma ero così stanco che a stento sono riuscito a spogliarmi.
Sbuffo e mi metto a sedere.
Prendo il telefono dal comodino e controllo l'ora. Wow, sono le dodici e proprio in quel momento inizia a squillare.
È un numero che non è registrato in rubrica.
«Pronto?» Rispondo con ancora la voce impastata dal sonno mentre passo una mano sui capelli che iniziano a ricrescere.
«Non mi dire che stavi dormendo...»
«Come?»
«Ok, stavi dormendo.»
«Con chi parlo?» Sbuffo.
«Davvero non mi riconosci, macho?» Ride.
«Chiara?»
«Bravo! Sei intelligente!»
«E tu simpatica anche di prima mattina!»
«Ma hai visto che ore sono? Tra un po' si pranza...»
«Ho le mie ragioni per dire che per me è mattina...»
«Il macho è rincasato tardi?» Chiede con tono quasi acido.
«Sì.»
«Bene...»
«Chiaretta è gelosa
Scoppia a ridere.
«Non mi interessa del perché fai tardi la notte. Non sei il mio unico pensiero.»
«Però mi pensi.»
«Giulio, per favore!»
Rido divertito.
«Come mai hai chiamato?»
«Mi andava e poi non ti ho visto in questi giorni.»
«Ti sei preoccupata?»
«No, volevo solo sapere se ci sono novità.»
«Non posso parlartene per telefono...»
«Che ne dici se ci vediamo? Se sei troppo stanco posso venire da te...» La sento sogghignare.
«In effetti sì, sono stanco. Ti mando l'indirizzo?»
«Ci avrei scommesso.» Ride. «Sarò da te in un quarto d'ora.»
«Mi troverai qui.»

Staccata la telefonata mi alzo, prendo una t-shirt e un pantalone di tuta con un boxer pulito e vado in bagno.
Se manterrà la promessa del venire in quindici minuti non potrò fare la solita doccia lunga.
Entro nel box dopo aver regolato l'acqua e come immaginavo non riesco a sbrigarmi.
L'acqua è così rilassante che mi è difficile alzare il braccio in direzione del bagnoschiuma però devo quindi mi insapono anche se con tutta la calma che possiedo.
Non so se il quarto d'ora è passato ma sento suonare alla porta e io sono ancora nella doccia.
Sbuffo ed esco.
Mi avvolgo un asciugamano in vita, indosso le ciabatte e vado ad aprire.

«Buongiorno.» Dico vedendo Chiara fissarmi quasi con gli occhi fuori dalle orbite.
«Buon mezzogiorno.» Precisa «Posso?» Chiede poi.
Mi sposto e la faccio entrare.

«Non hai freddo?» Chiede ancora.
«No, per niente.» Sorrido osservandola con i lunghi capelli biondi sistemati in una coda, il trucco naturale e lo zainetto sulla spalla.
Preferisco tremendamente vederla così che vedere Lola.
«Fa' come se fossi a casa tua, vado a vestirmi.» Indico il mio corpo ancora gocciolante.
Torno in bagno e mi asciugo per poi vestirmi velocemente.
Quando ritorno in cucina la trovo seduta sul divano mentre si guarda intorno.

«Sei andata all'università?» Le chiedo.
«Sì, ne ho approfittato visto che ho il giorno libero.»
«Vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?»
«No, ti ringrazio. Sto a posto.»
Sorride seguendo i miei movimenti con lo sguardo.

«Come sono andati questi giorni?» Chiede.
«Ho lavorato un casino. Non avevo tempo nemmeno per dormire.»
«Ci sono aggiornamenti sul caso?» Chiede nervosa.
Me ne accorgo perché si è seduta come se fosse sugli attenti e inizia a torturarsi le mani. Lo fa quando è agitata, nervosa.
Passando del tempo con lei imparo a leggere i suoi gesti.
«Stiamo seguendo giorno e notte il boss e da quando abbiamo iniziato non ha cambiato nemmeno mezzo spostamento, mai una mossa diversa.»
«Capito...»
«Ti va di mangiare qualcosa qui? Io non ho ancora mangiato nulla e tu avrai sicuramente fame...»
Provo a cambiare argomento per non vedere quegli occhietti rattristarsi in quel modo.
«Cucini tu?» Ammicca.
«Certo. Ti meravigli?»
«Un macho tutto fare.» Ride raggiungendomi vicino alla cucina.
«Non ti fidi?» La guardo mentre si appoggia con la schiena alla penisola.
Scuote la testa sorridendo.
«Male, molto male!»
«Ah si?»
Annuisco avvicinandomi piano.
«Chissà cosa mi accade se non ho fiducia nelle tue abilità culinarie...» Finge di pensarci e nel frattempo sono giunto di fronte a lei.
La squadro da capo a piedi notando che indossa la tuta che le ho regalato. Sorrido e posiziono le braccia ai lati dei suoi fianchi.
Guarda prima le mie braccia e poi me con tanto di sopracciglio alzato.

«Giulio...»
«Chiara...»
«Cosa vorresti fare?»
Scrollo le spalle.
«Nulla, perché?»
«Sono incastrata tra il tuo corpo...» Mi guarda con una strana espressione sul viso. «E il tavolo!»
«Ti dispiace?» Mi avvicino ritrovandomi completamente attaccato al suo corpo.
Deglutisce e la sento. Mi viene da sorridere.
«Allora?» Incalzo non ricevendo risposta da parte sua.
«Cuciniamo? Ho fame.»
Rido per il suo tentativo di cambiare argomento e prova ad allontanarmi mettendo le mani sul mio petto ma sono un bel po' più resistente di lei e non riesce a muovermi nemmeno di una virgola.
«Dai Giulio...»
Ha abbassato il tono e parla quasi sussurrando.
Appoggio le mani sui suoi fianchi e la fronte alla sua chiudendo gli occhi.
«Non andare oltre...» Sussurra.
«Fammi godere questo momento...»
«Perché?»
«Non fare domande...»
Sospira e non aggiunge altro.

Da quando passiamo del tempo insieme ho riscoperto il piacere del ridere insieme a una donna.
Mi viene quasi da dire che sento la mancanza di una costante presenza femminile nella mia vita, nella mia quotidianità.
Con la mia ex non ho convissuto ma ora ho il desiderio di svegliarmi e trovare una donna, la MIA donna nel mio letto.
Vorrei prepararle la colazione e sorprenderla ogni giorno, vorrei trovarla a casa quando torno da lavoro e passare ore sul divano a ridere come ragazzini. Non mi era mai capitato niente del genere e sono quasi spaventato perché non mi dispiacerebbe se questa donna fosse Chiara.

Chiara, la donna misteriosa.
La donna che chiede aiuto con gli occhi ma è forte per tre.
La donna orgogliosa e vogliosa di essere protetta e voglio essere io a proteggerla, non solo perché è il mio lavoro.

Avevo detto che avrei cercato di tenerla lontana e di vederla solo se necessario ma questa sua visita a casa mia ha mandato all'aria tutti i buoni propositi...

LASCIATI SALVAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora