30ºCapitolo

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«Patty sto giù. Scendi!» la chiamo al telefono.

«Che esigenza c'era di venirmi a prendere alle tre e mezza?» sbuffa entrando nell'abitacolo.
«Prima andate via e meglio è!»
«Ma comunque non partiremo prima!»
«In un luogo pubblico e pieno di polizia non potranno torcerle nemmeno un capello!»
«Stavolta devo darti ragione...»
«Grazie!»

Sgommo e vado verso casa di Chiara.
Le ho inviato un sms avvisandola che sarei andato prima.
«Non scendere, arrivo subito!»
Mia sorella annuisce e mi avvicino al citofono.

Busso più volte, ma niente.
Il portiere non c'è quindi non posso chiedergli di aprirmi.
Mi avvicino al portone ed è socchiuso.

Salgo le scale cercando di non fare troppa confusione.
Arrivo fuori la porta ed è anch'essa socchiusa.
Spero che l'abbia aperta lei.
Entro e c'è una grande confusione.
«Chiara?»
Provo a chiamarla a gran voce mentre inizio seriamente a preoccuparmi.
Vado in cucina e non c'è, nel salone nemmeno. Vado nella sua camera da letto ed è un totale caos, c'è di tutto sparso sul pavimento.
Apro perfino le porte dell'armadio.
Vado in bagno, l'ultima speranza.
Magari si è sentita male ed è lì.
Sbatto la porta ma è anch'esso vuoto.

Tiro un pugno di frustrazione alla porta e corro giù chiudendo la porta.

«Cosa è successo?» mi chiede Patty preoccupata.
«Chiara non c'è. Chiamala ora. Spero vivamente che non l'abbiano presa loro!»
«Che vuol dire?»
«L'hanno rapita Patty, l'hanno rapita!»

Prendo a pugni anche il volante.
«Stai calmo! Magari sarà andata già in aeroporto!»
Compone il suo numero ma scatta subito la segreteria.
Riprova un po' di volte ma la situazione non cambia.

«Porca puttana! Come hanno fatto a scoprire tutto? Devo trovarla subito! Non oso immaginare cosa le possono fare!»
«Stai calmo! La troviamo!»
«Tu ora vai a casa!»
«Voglio venire con te!»
«Scordatelo!»

Metto in moto e la riaccompagno, nel frattempo avverto la centrale e chiamo tutta la mia squadra.
«Tienimi aggiornata però...» mi dice mia sorella prima di scendere dall'auto, «e ragiona prima di agire!»
«So quel che faccio!»
Mi bacia la guancia e scende.

Ci ritroviamo tutti in centrale.
«Come fai ad avere la certezza che siano stati loro a prenderla e che invece non sia scappata?» chiede Mauro.
«Perché faccio questo mestiere da una vita, conosco lei e so anche come agiscono questi bastardi!»
«Cosa hai in mente di fare?»
«Ispezionare tutti i posti che conosciamo che hanno frequentato almeno una volta! Dobbiamo trovarla il prima possibile! Non possiamo permettere che la sfiorino neanche con un dito!»
«Come ci organizziamo?» chiede invece Clara.
«Voi con me, l'altra squadra è stata già istruita dal commissario mentre un'altra andrà a casa di Chiara per le indagini.»
Annuiscono all'unisono.
«Mai come stavolta dobbiamo essere rapidi, lucidi e razionali! Andiamo!»

Saliamo in auto e iniziamo a girare.
Andiamo a casa del boss, come da prassi bussiamo ma non riceviamo risposta e apriamo con i nostri mezzi.

La casa è vuota e sistemata, nessun oggetto fuori posto.
Niente di particolare che faccia pensare a che razza di uomo appartiene.

«Qui non c'è nessuno.» avvisa Nicola dopo aver visto in tutte le stanze.
«Andiamo, non c'è tempo da perdere!» esco da quella casa e andiamo in uno dei due capannoni che sono abituali frequentare.

Ci dividiamo e giriamo intorno al capannone.
Al di fuori non c'è nemmeno una macchina parcheggiata e all'interno non c'è anima né viva e né morta.

Passiamo al secondo capannone ma il risultato non cambia.
Dove diamine possono averla portata?
Ho paura che possano farle male e non me lo perdonerei mai.
Le ho promesso che l'avrei salvata ed eccomi qui ora a sperare di trovarla prima che sia troppo tardi, prima che possano metterle addosso le loro luride mani.
Non sono più in grado nemmeno di tenere in salvo le persone a cui tengo?
Non sono più capace di fare il mio lavoro?

Sto perdendo la pazienza e non è un buon segno.
È sempre stato uno dei fattori che ha caratterizzato il mio modo di svolgere egregiamente i casi che mi sono stati affidati.
Ma forse è tutto diverso quando in ballo c'è la vita di una persona a te cara, lo capisco ora.

Avrei dovuto evitare di arrivare a questo punto, dovevo caricarmi Chiara in spalla e portarla a Pescara senza permetterle di scegliere se starmi a sentire o meno.
Probabilmente ora non staremmo in questa situazione e io non tremerei di paura come un ragazzino alla sua prima missione che non sa qual è la cosa giusta da fare.

La mia mente vaga tra i tanti se, i ma e i però.
Riprovo a chiamarla sul cellulare ma la segreteria parte in automatico volta dopo volta.
Non so che fare, mi sento impotente e vorrei solo che questo fosse un incubo che svanirebbe svegliandomi e vorrei trovare tra le mie braccia Chiara.

Non so cosa le stanno facendo e non riesco nemmeno a pensarci perché la sola ipotesi che possano sfiorarla mi manda in bestia.

Le ho chiesto un'infinità di volte di lasciarsi salvare e addirittura di lasciarsi amare ma ora sono sicuro che io non sono stato in grado di proteggerla e dunque non sono all'altezza di poterla amare e magari di meritare il suo amore.

«Che facciamo, Giulio?» mi chiede Matteo riscuotendomi dai miei pensieri.
«Dobbiamo trovarla! Quindi gireremo finché non individuiamo il luogo dove la tengono!»

Annuisce senza giungere altro e il silenzio continua per tutta la giornata così come continuano le ricerche a quanto pare vane.
Chiara sembra essere svanita nel nulla, non c'è traccia né di lei e né di quei deficienti.

Sono spazientito, voglio trovarla subito e metterla al sicuro.
Perché quando c'è un caso che ti tocca da vicino il tutto ti sembra il doppio più pesante e opprimente?

Prendo l'ennesimo caffè della giornata appena torniamo in centrale e proprio mentre il sapore amaro scende in gola arriva un messaggio sul mio cellulare.

Lo apro velocemente.
«Credevi davvero di poter fare l'eroe e portare via la tua principessa? Sei un povero illuso... Tranquillo però perché la tua amichetta si sta divertendo insieme a noi, davvero tanto! Ti abbiamo lasciato giocare, ora tocca a noi. Ciao Babbeo...»

Il mittente del messaggio è anonimo e impreco.
«Che succede?» chiede Clara.
«Un messaggio da parte loro!»
Le porgo il cellulare e legge attentamente.

«Forse so come risalire alla posizione del telefono da cui è stato inviato! Vieni con me!»

Si avvia a passo svelto in uno degli uffici e la seguo.
Sarà davvero la svolta decisiva?

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