Quando, pochi minuti dopo, arrivo in centrale sono già tutti pronti per partire.
Salgo nell'auto con la mia squadra e mettiamo in moto mentre mi faccio spiegare cosa sta succedendo.
«Abbiamo avuto una soffiata.» Spiega Mauro. «Si tratta di uno dei scagnozzi di Don Ciccio. È in corso una rapina e ci hanno avvisato!»
«È stata già mandata una pattuglia?»
«Sì, sono partiti un po' prima di noi.»
«Perfetto. Andiamo e prendiamo il primo bastardo!»Matteo dà gas all'auto accendendo la sirena e poco dopo siamo fuori la gioielleria.
Carichiamo le pistole.
«Fate attenzione, mi raccomando!»
Scambio uno sguardo d'intesa con ognuno di loro e scendiamo dalla macchina.
Lasciamo le porte aperte che usiamo per proteggerci da eventuali colpi.
I colleghi sono già qui e provano a fare uscire il bastardo con le buone, così perderanno solo tempo!«Quanti ce ne sono dentro?» Chiedo.
«Un ladro, il gioielliere e una cliente!» Mi avvisa il capo dell'altra squadra.
«Bene. Matteo e Mauro con me, Nicola e Clara copriteci le spalle!»
«Ricevuto.» Rispondono in coro.«Benassi, dove credi di andare?» Mi urla dietro il capo dell'altra squadra.
Non rispondo e mi avvio verso la gioielleria.
Ci fermiamo spalle al muro all'entrata del negozio, la porta è aperta, sarà più semplice.
«Vado prima io, sapete già che distanza deve esserci tra tutti e tre!»
Annuiscono e mi avvio provando a non farmi vedere, Mauro e Matteo sono dietro di me.
Ha una pistola puntata alla testa della malcapitata signora e non si è ancora accorto di noi.
Gli arrivo alle spalle immobilizzandolo con un braccio e puntandogli la pistola alla tempia.
«Hai finito di giocare!»
Ride mentre gli altri due si piazzano davanti a noi con le pistole puntate su di lui.
«Uscite fuori, per favore!» Dice Mauro ai due ostaggi che così fanno, sgattaiolando velocemente.«Nei sei sicuro, poliziotto?» Dice quello che se non erro dovrebbe essere Marco Donati.
«Sicurissimo.»
Ride ancora e mi tira una gomitata sulle costole.
«È il meglio che puoi fare?» Rido dopo aver evitato il colpo.
«Se fossi in te non canterei subito vittoria.»
«Infatti non l'ho ancora cantata...»
«Giusto. Non sei abituato a vincere.»
Rido di gusto.
«Un po' come te, vero Donati?»
«Non sai quante vittorie ho avuto nella vita, caro ispettore! Non te lo immagini proprio.»
«E mi dispiace dirti che hai smesso. Sei in arresto!»
Ride ancora. Di gusto.Mi dà ai nervi. Cosa diavolo ha da ridere?
Faccio segno a Matteo di prendere le manette e mentre provo a togliergli la pistola il bastardo fa partire un colpo.
Mi tengo subito il braccio ma fortunatamente Mauro riesce a bloccare il malvivente e Matteo ad ammanettarlo.«Giulio, come stai?» Mi chiede quest'ultimo.
«Sto bene, non è niente. Portatelo fuori!»
Annuiscono e trascinandolo in malo modo lo conducono in auto.
Mi appoggio al muro chinandomi su me stesso.
Cazzo se fa male.
Tolgo la mano dalla ferita e la divisa è impregnata di sangue.Vedo entrare Nicola.
«Capo, che succede?» Si avvicina.
«Un colpo di striscio. Niente di grave.»
«Sicuro?»
Annuisco e mi tiro su.
«L'hanno portato via quel bastardo?»
«Proprio ora.»
«È solo il primo, devono finire tutti dietro le sbarre!»
«Li prenderemo. Dai usciamo, sta arrivando l'ambulanza.» Mi si affianca e usciamo insieme dalla maledetta gioielleria.«Giulio, come stai?» Si avvicina Clara.
«Benone, tranquilla.» Le sorrido ed ecco arrivare l'ambulanza.
Mi avvicino a due infermieri che scendono.
«Cosa è successo?» Mi chiede uno di loro.
«Il ladro ha sparato e un colpo mi ha toccato di striscio.»
«Non è entrato?»
«No, assolutamente.»
«Si tolga la camicia. Devo vedere quanto è profonda la ferita.»
Con un po' di fatica riesco a toglierla.
«Niente che qualche punto non possa risolvere. Salga, la portiamo in ospedale.»
«Per due punti? Non potete metterli qui.»
«No, non possiamo. Prego.»

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LASCIATI SALVARE
Genç Kız EdebiyatıAvevo promesso a mia madre che se fosse stato in mio potere non avrei permesso ad altre donne di non essere rispettate. E quando il commissario mi ha affidato questo caso, ho trovato pane per i miei denti e il momento giusto per rendere orgogliosa...