26ºCapitolo

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«Oddio!» urla Chiara. «Ma quanta neve c'è?»
Mi guarda estasiata.
«Non mi dire che non hai mai visto la neve...»
«Certo che sì, ma non così tanta!»

Si abbassa e prende un po' di neve tra le mani mentre io mi guardo intorno.
«Giulio...»
«Cosa c'è?»
La guardo perplesso e mi ritrovo la neve sul viso mentre lei scoppia a ridere.
«Chiara...»
Mi pulisco e la guardo beffardo.

«Che vuoi fare?» indietreggia dopo avermi visto imitare il suo gesto.
«Niente, perché?»
«Posala...»
Scuoto la testa sorridendo e aumento il passo.
Inciampa in qualcosa e si ritrova col sedere a terra.

«Sei nei guai, Chiaretta...»
«Ti prego, non buttarmela addosso... È troppo fredda!»
«Ci sei già sopra...»

Mi inginocchio accanto a lei.
«Sei pronta?»
Scuote la testa coprendosi il viso.
«Neve in arrivo!» urlo e gliela strofino tra i capelli.

«Giulio, cazzo! È gelata!»
«Ma dai, è così piacevole!»
«Me la pagherai!»
Minaccia puntandomi il dito contro facendomi ridere.
Fa per alzarsi ma la tiro per il braccio e mi frana addosso.
«Lasciami, ora abbiamo litigato!»
Scoppio a ridere.
«Non è vero, bugiarda!» le picchietto il dito sul naso.
«Sì, l'ho deciso io!»
«Allora dobbiamo fare pace!»
Le incastro le gambe con le mie per poi cingergli la vita con le mie braccia.
Mi guarda alzando un sopracciglio.
«Cosa vuoi fare?» chiede.
«Pace!»
«Questo l'ho capito. In che modo?»
Appoggia le mani sul mio petto per reggersi.
«Hai paura?»
«Di te? Ma dai!»

La guardo sorridendo maliziosamente e senza aggiungere altro.
«Vuoi stare tutto il giorno qui? Sappi che ti congelerai le chiappe!»
«Ci sei tu che mi scaldi...» ammicco.
«Non ci pensare neanche!»
«Ma come, vuoi lasciarmi congelare? Dopo a chi mandi fuori uso il braccio perché non riesci a dormire in altro modo?»
«Me ne trovo un altro...» sghignazza.
«Ah si? È così che la metti?»
Annuisce divertita e riesco a mettermi su di lei.
«Allora facciamo che ti congeli tu...»
«Ma così non vale...»
Fa l'espressione da cucciolo sporgendo il labbro.
«Devi farti perdonare...»
«Ci risiamo...»
«Datti da fare. Ottenere il mio perdono è dura...»
«Ma se sei compromettibile!» ride tirandomi una guancia.
«Ti perdono solo se facciamo a modo mio...»
«E cioè?»
«Oggi sei la mia ragazza! Non puoi dire no. Qui nessuno ci conosce e non hai scuse! E inoltre...»
«Giulio... Inoltre cosa?»
«Stasera dormi da me!»
«Domani lavoro, non posso!»
«Allora vengo io da te.»
Le mordo il mento e lei scuote la testa, rassegnata.
«E comunque che idea è questa dell'essere fidanzati per un giorno?»
«Per me potremmo esserlo ogni giorno, sei tu che non vuoi!»
Scrollo le spalle e mi becco un'occhiata.
«Sei sempre il solito. Fai ricadere tutta la colpa su di me!»
«Vorresti dire che non è così?» la sfido e non risponde.
«Visto? Ho ragione io!»
«Ripeto: sei sempre il solito! Ho passato un guaio con te...» Ride.
«Un guaio bellissimo!»

La prendo di sorpresa e la bacio.
Prima dolcemente poi intensificando il bacio.
Le accarezzo la guancia godendomi quel contatto.
Oggi la bacerò ogni volta che potrò. Che stupido sarei se non approfittassi di questo "unico giorno da fidanzati"?

«Non possiamo stare tutto il giorno qui, lo sai?» sussurra ancora sulle mie labbra.
Lo fa spesso e mi piace.
«Ora ci alziamo.»
La bacio ancora.
«Ora, Giulio.»
Annuisco e mi stacco controvoglia.
Mi tiro su e l'aiuto a fare lo stesso.

«Siamo pronti per andare a sciare?» le chiedo.
«Sciare? Davvero?»
Annuisco prendendola per mano e incamminandoci.
«Ma io non so sciare...»
«Sul serio?»
«Sì, sul serio!»
«Ti insegno io.»
Le scompiglio i capelli ridendo.

«Non credo di avere un abbigliamento consono per sciare...»  puntualizza.
«Lo so, nemmeno io ma è per questo che ci sono gli appositi negozi, sai?»
«La vuoi finire di fare il saputello?»
Scoppio a ridere.
«Non è colpa mia se tu dici cose scontate...»
«Antipatico!»

Mi guarda di sottecchi e ci rechiamo al primo punto vendita che ci capita sulla strada.
«Buongiorno.» Salutiamo in coro entrando.

«Come posso aiutarvi?» dice una signorina avvicinandosi.   
«Ci servirebbero delle tute da neve...» provo a spiegare.
«Seguitemi» sorride, «vi faccio vedere qualche modello e voi scegliete il colore!»

La osservo guardando soprattutto il suo buffo pantalone a righe colorate.
Sembra quello che usano i pagliacci.

«Hai finito?» chiede Chiara.
«Come?»
La guardo perplessa in attesa di spiegazioni.
«Hai finito di guardarle il sedere?»
«Il sedere di chi?»
Sono perplesso.
«Giulio! Non sono stupida! Stai sbavando sul lato B della commessa! Che poi non è nemmeno un bel vedere...»
«Sei seria? È l'unica cosa che non ho guardato!»
«Pff. I soliti maschi...»

Si incammina da sola.
Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?
Aumento il passo e la prendo per un braccio.

«Mi sa che ho appena assistito a una scenata di gelosia...»
Mi guarda male.
«Gelosa di chi, di cosa? Non scherziamo!»
«Chiaretta è gelosa!»
Ammicco facendola infuriare.

«Te l'ho fatto presente solo perché se qualcuno ti vede guardarla in quel modo ti prende per un maiale! E ci farei anche io una figuraccia...»
«Tu? Perché?»
«Perché per chi ci vede così vicini, o magari in atteggiamenti particolari, potrebbero giungere a conclusioni affrettate e scambiarci per fidanzati e se tu guardi un'altra donna passo per cornuta, il che non mi piace molto!»
Scoppio a ridere facendo girare anche altri clienti.
«Quindi non ti dispiace se ci prendono per piccioncini...»
Ammicco ancorandole il fianco.
«Giulio, per favore...»
Le faccio il verso per poi prenderle il mento tra le dita e baciarla lì.

Resta un attimo immobile , visibilmente sorpresa, poi indietreggia rossa in viso.
«Ma sei scemo?» sussurra. «Non vedi quanta gente c'è?!»
«Ma se credono che siamo fidanzati, diamogli motivo di pensarlo...» sghignazzo.
«Sei un caso perso!»
Scuote la testa e raggiunge la commessa.

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