«Ti va di parlarne?» Le chiedo per l'ennesima volta.
Scuote la testa.
Le accarezzo i capelli mentre con la testa è appoggiata sulle mie gambe.
«Chi ti ha fatto male?»
«Non lo conosco.»
«Cosa ti ha fatto?»
«Non voglio ricordare.»
Sospiro quasi rassegnato.
«Devo restare qui a dormire?»
«Non sei in condizione da poter restare sola...»
«Mi dai qualcosa da mettere come pigiama?»
«Vieni, ti lascio la mia camera...»
Si solleva permettendomi di alzarmi e poi fa lo stesso ma perde ancora l'equilibrio.
La prendo subito e la sorreggo fino alla camera da letto.
La faccio sedere sul letto e frugo tra i cassetti alla ricerca di un pigiama più piccolo per lei.«Mi va bene anche una maglia...»
Sembra avermi letto nel pensiero e le prendo la maglia più larga che ho per poi passargliela.
«Ti lascio da sola così puoi spogliarti...»
«Aspetta, non ho la forza nemmeno per mettermi in piedi...»
«Vuoi che ti aiuti?»
Annuisce e mi avvicino di nuovo aiutandola ad alzarsi.
«Posso toglierti il pantalone?» Sussurro.
«Vai...»Allargo l'elastico e inizio ad abbassarli ma mi blocco alla vista degli innumerevoli lividi.
«Ma... Che cosa ti hanno fatto?»
Le sfioro quei segni e lei sussulta.
«Perché non vuoi parlare, Chiara?»
Scuote ancora la testa e mi fa segno di spogliarla.
Dopo averle tolto il pantalone passo alla maglia e lo scenario del busto non è migliore.
Rabbrividisco a vedere ogni singolo livido.
Mi alzo sotto il suo sguardo interrogativo e vado a prendere una pomata.
Torno da lei e mi inginocchio.
«È un po' fredda ma ti allevierà il dolore...»
La spremo sulle sue gambe in grande quantità e poi prendo a spalmargliela delicatamente.
Chiude gli occhi e ne approfitto per osservarla meglio.
Spremo la pomata anche sulla pancia, sulle braccia e sulla schiena e faccio la stessa cosa delle gambe.
«Va un po' meglio?»
Chiara in risposta scrolla le spalle.Alzandole delicatamente un braccio alla volta le metto la maglia poi prendo un codino dal cassetto e provo a farle una treccia.
Non sarà la treccia più bella ma è la cosa che più le somiglia.Infine le scosto le coperte e la faccio stendere per poi coprirla.
Le bacio la fronte e torno in cucina.
Mando un messaggio a mia sorella.
"Ho appena messo a dormire Chiara. Almeno la sbronza le è passata un po'."
Risponde qualche minuto dopo.
"Sono contenta che stia meglio. A domani, buonanotte ..."Mentre fisso il soffitto dopo essermi sistemato per passare la notte sul divano sento dei singhiozzi.
«Chiara che succede?» Le chiedo vedendola sullo stipite della porta.
«Vieni a dormire con me, per favore?»
Tira su col naso e si asciuga le lacrime.
«Sei sicura?»
«Per favore...»
Mi alzo, spengo le luci e vado con lei in camera.
Si rimette a letto e io con lei rimanendo a debita distanza.«Mi ha legata al letto...» Dice in un sussurro all'improvviso. «Con le corde delle tende mi ha legato mani e piedi.»
Singhiozza ricordando.
Mi avvicino facendo aderire il mio petto alla sua schiena, le cingo la vita con un braccio intrecciando le dita alle sue e l'altro braccio sotto la sua testa.
«Mi ha denudata.» Continua. «E mi ha strappato l'intimo...»
Stringo i denti man mano che la rabbia cresce.
«Mi ha preso violentemente, mi ha riempito di botte e io sono svenuta...»
Le bacio la testa.
«Mi sono svegliata solo quando mi ha già accompagnato.»La stringo più forte.
«È tutto finito.» Le sussurro. «Ora sei qui con me.»
Si gira e si accoccola sul mio petto.
La stringo a me e man mano i singhiozzi si placano fino a smettere.«Non possiamo andare avanti così...» Dice ad un tratto, dopo un bel po' di minuti, cambiando argomento.
«Non dobbiamo più vederci. Sia perché è rischioso e sia perché io non posso affezionarmi a te...»
«Perché no?» Le sussurro all'orecchio.
Rabbrividisce alle mie parole e sorrido.
«Perché è sbagliato...»
«Non è sbagliato affezionarsi a qualcuno...»
«Nel nostro caso sì...»
«Non è vero.»
Avvicino le labbra alle sue sfiorandogliele.
«Io non potrei offrirti niente...»
«E chi dice che il tuo amore sarebbe niente?»
«L'amore è un'altra cosa...»
«E cos'è l'amore, Chiaretta?»
«Non lo so...»
«Lasciati amare. Lasciati salvare.»
«Non posso e non lo merito...»
«Tu meriti il meglio...» Sospiro. «Dormi, sei ubriaca e domani non ti ricorderai niente, probabilmente...»
«Anche tu sei ubriaco?»
Mi vien da ridere.
«No, non lo sono...»
«Allora dici davvero? Davvero vuoi amarmi?»
«Sì, davvero...»
Strofina il naso sul mio petto, poi scuote la testa e non ribatte.
Dal respiro regolare capisco che si è addormentata.
Le bacio la testa e la tengo ancora stretta sul mio petto.Quanto vorrei potergli evitare tutte queste violenze che ogni giorno è costretta a subire da maniaci.
Quanto vorrei cancellare dalla sua mente l'orrore che ha vissuto oggi e quello di questi mesi, quanto vorrei permetterle di vivere una vita normale, una vita da ventiquattrenne comune.
Vorrei poterla svegliare ogni giorno e regalarle motivi per sorridere, voglio cambiare la sua vita e che lei sia d'accordo o meno lo farò!Non so come sia successo, ma in poco più di un mese la mia vita ha preso una piega diversa.
Questa meravigliosa ragazza è entrata a farne parte e ora ho un motivo in più per svegliarmi al mattino.
Non mi era mai successo in così poco tempo ma ora ne ho la certezza.
Voglio che Chiara Lodo faccia parte della mia vita, della mia quotidianità.
Voglio che sia lei il mio primo pensiero e il mio ultimo.
Voglio trovarla al mattino nel mio letto.
Voglio prepararle la colazione o andarla a comprare al bar all'angolo e fingere di averla fatta io solo per lei.
Voglio farla ridere. Voglio amarla. Voglio viverla.
Ma prima di rendere possibile ciò devo salvarla. Costi quel che costi.Le accarezzo la schiena mentre questi pensieri si fanno spazio nella mia testa e sarà il caos di questa serata o qualsiasi altra cosa ma ho la certezza di vedere con chiarezza le cose come stanno e sorridendo mentre do un'ultima occhiata alla meravigliosa ragazza da salvare accanto a me, mi addormento.
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LASCIATI SALVARE
ChickLitAvevo promesso a mia madre che se fosse stato in mio potere non avrei permesso ad altre donne di non essere rispettate. E quando il commissario mi ha affidato questo caso, ho trovato pane per i miei denti e il momento giusto per rendere orgogliosa...