27ºCapitolo

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«Ti sei guardato allo specchio?» mi chiede Chiaretta appena usciti dal negozio.
«Certo che sì, che domanda è?»
«Credo che tu non ti sia visto molto bene...»
Sghignazza e non ne capisco il motivo quindi la guardo perplesso.

Si avvicina e mi alza il cappello, prende il cellulare e mi scatta una foto.
«Non sapevo esistesse l'omino Michelin.»
Scoppia a ridere.

«Mi stai prendendo in giro?»
Scuote la testa e per il troppo ridere non riesce a proferire parola.
«Te lo giuro» dice appena riesce, «sei identico!»
«Mi stai offendendo...»
«Non è vero, ho sempre adorato quell'enorme pupazzo!»
«Va bene, preparati a una vendetta! Appena abbasserai la guardia vedrai cosa ti combinerò...»
«Sto tremando.»
Ironizza mostrandomi addirittura la mano.

Le appoggio la mia sulla spalla e riprendiamo il nostro cammino.

«Sei pronta?» le chiedo posizionandomi dietro di lei con i miei sci.
«Per niente! Se cado mi faccio male!»
«Se tu fai come ti ho detto non cadi!»
«Non ci credo, cado lo stesso!»
«Chiara non fare la bambina. Muovi un piede alla volta!»
«Perché si possono muovere anche tutti e due insieme?» ride.
«Dio mio, quanto sei stupida! Dai, altrimenti si fa notte!»
«Non mettermi ansia!»
«Siamo fermi qui da quindici minuti, se non ti muovi tu presto qualcuno ci spingerà e voglio proprio vedere come fai dopo!»
«Non vengo più a sciare con te! Non sei per niente bravo a insegnare!»
«Chiara, se non ti muovi ti lascio qui...»
«Fammi vedere! È questo che sai fare? Ricattare? Bravo!»
«Ma non possiamo stare fermi tutto il giorno qui!»
Sbuffa ma non si muove di una virgola.
La affianco.
«Ci vediamo giù!» le sorrido e inizio a sciare lasciandola sul posto.

«Giulio!» la sento urlare.
Non mi giro e rido.
Mi chiama insistentemente ma nemmeno si sbriga a muovere quelle gambe!
Scio piano sperando che si decida a seguirmi ma ancora nessun segno.

Mentre velocizzo il passo qualcosa, o meglio qualcuno, mi frana addosso e mi ritrovo steso a faccia a terra.
«Ahia...»
«Chiara!» sbuffo. «Ti avevo detto di muoverti, non di provare ad uccidermi...»
«Scusa tanto, macho!»
Provo a girarmi ma il suo corpo mi schiaccia al suolo.
«Ti puoi alzare?»

Tenendosi saldamente sulle mie spalle si tira su per poi rotolare accanto a me allargando braccia e gambe.
Mi metto a sedere e la guardo mentre scoppia a ridere.
«Questo è stato divertente!» dice.
«Potevi farti male...»
«Non fare il melodrammatico dai! Ho solo fatto come mi hai spiegato tu...»

La sua espressione da innocente è così buffa e allo stesso tempo convincente.

«Non mi sembra di aver detto investimi con gli sci...»
Mi guarda inarcando un sopracciglio.
«Non sapevo che tu fossi così pesante...»
«Non sono pesante» mi fingo offeso, «sono semplicemente responsabile!»
Scoppia a ridere e comincia a tirarmi palline di neve.
Mi copro come meglio posso ma sembra avere la meglio.
«Se non la smetti...»
«Cosa mi fai, omino Michelin?»

Mi sgancio velocemente gli scii e la blocco con il mio corpo.
«Fammi vedere ora cosa fai...» la sfido.
«Se mi tieni le mani non posso fare niente...»
Fa la linguaccia.
Okay, ora ne ho la prova, è una bambina .
Squilla un telefono ma non è il mio.
Il volto di Chiara cambia in un nano secondo da spensierata e allegra a cupa e preoccupata.
«Giulio lasciami, devo rispondere.»
Scalcia e si libera della mia presa senza nemmeno darmi il tempo.
Prende velocemente il cellulare e risponde senza perder tempo.
«Pronto?»
Tira un sospiro di sollievo e vedo il volto rilassarsi.
«Mamma, di chi è questo numero?»
Resta in silenzio per qualche istante, poi continua.
«Sì, tutto bene. A te? Papà dov'è?»
Mi siedo dietro di lei cingendole la vita con le braccia e accostando l'orecchio al cellulare.
Mi dà un pizzicotto, forse le dà fastidio, ma comunque mi permette di rimanere.
«No oggi non sono andata all'università.  Sto fuori città...»
Le bacio il collo e lei mugola qualcosa di incomprensibile.

«Cosa ti fa pensare che io sia con un ragazzo?»
Sghignazzo e Chiara mi tira una gomitata.
«Mamma dai, lasciami staccare! No, non te lo dico con chi sono... Questo è un ricatto!» sbuffa.
«Ok, hai vinto. Sono con un amico...»
«Solo amico mamma! Ci sentiamo, non prende linea. Ciao, ciao!»

Stacca e mi guarda esasperata.
«Non iniziare ad accusarmi!» le dico vedendola pronta a parlare.
«Cosa te lo fa pensare?»
«Ormai ti conosco e so che vorresti dirmi che è colpa mia perché ti ho distratta e bla bla bla!»
Spalanca gli occhi e le sorrido soddisfatto.

«Comunque ora mia madre mi chiamerà ogni giorno per farsi dire qualcosa di questo mio amico e io dovrò sopportarla!»
«Vuoi che le parli io?» ammicco. «Ti faccio fare bella figura.»
Mi tira uno schiaffo sul braccio.

«Ho fame!» dice dopo essersi tolta gli scii per restituirli.
«Ora cerchiamo una tavola calda e ci fermiamo a mangiare qualcosa.»
«Voglio la cioccolata calda! E i biscotti!»
«Ma è ora di pranzo...»
«E quindi?»
«Non è meglio un bel piatto di pasta?»
«Siamo sulla neve, fa un freddo cane, abbiamo sciato tanto e la cioccolata è d'obbligo, come nei film!»
Mi prende a braccetto.
«Peccato che noi non siamo i protagonisti di una pellicola e la fame è reale, almeno la mia.»
«Allora tu prendi qualcosa di più sostanzioso...»

Lascio cadere il discorso e ci incamminiamo verso il bar.  Vuole la cioccolata calda e allora accontentiamola...
Quando Chiara si mette in testa qualcosa si perde solo tempo a tentare di farle cambiare idea quindi tanto vale arrendersi subito.

Ci sediamo al tavolo vicino alla vetrina e aspettiamo il cameriere per fare l'ordinazione.
«Perché prima ti sei spaventata?»
«Come?»
«Quando hai visto che non conoscevi il numero sei andata nel panico...»
«Niente...»
«Chiara.»
«Giulio.»
Insisto ma non cede.
«Non voglio parlarne. Sono qui con un amico o con il poliziotto?»
«Mi preoccupo per te...»
«Non devi.»
«Credevi fossero loro?»

Non risponde e chiama il cameriere.
«Può portarmi una cioccolata calda con una confezione di biscotti, per favore?»
«Certamente signorina, e per il suo fidanzato

Scuoto la testa divertito per l'espressione di Chiara.
«Lui è un amico.»
Puntualizza sorridendo ironicamente, poi si rivolge a me.
«Cosa vuoi, Giulio?»
«Anche per me una cioccolata!»
«Arrivo subito.»
Il cameriere si allontana e Chiara mi guarda stranita.
«Non avevi detto di avere molta fame?»
«Infatti ho preso anche io da mangiare.»
Le sorrido divertito e lei scrolla le spalle.
«Vado un attimo al bagno.»

Si alza e scompare dietro una porta.
Prendo l'iPhone e chiamo mia sorella.
«Ti stai divertendo?» risponde subito.
«Stai ancora rosicando?»
«Lo sai che mi piace la neve! Avresti dovuto perlomeno chiedermelo!»
«Dai, è stata una cosa improvvisata! In questi giorni organizziamo qualcosa io e te, va bene?»
Sbuffa.
«Ma questa cosa che voi due state sempre insieme, che dormite insieme ma che non siete fidanzati non è che mi sembra tanto normale...»
«Non dire sempre le stesse cose... È complicato!»
Mi fa il verso.
Vedo Chiara uscire dal bagno e recarsi al bancone.
Due persone si frappongono sulla mia visuale e non riesco a vedere cosa sta facendo e tra l'altro arrivano anche le cioccolate.
«Patty, ci sentiamo più tardi?»
«Ok, va bene fratellone!»
Mentre ringrazio il cameriere il telefono mi viene strappato dalle mani.
«Pronto? Ciao Patty. Sì, è tutto ok. Non preoccuparti, la prossima volta ti chiamo io, sono sicura che sai insegnare a sciare meglio di tuo fratello. E mi chiedi perché? Mette ansia! Vabbè ci sentiamo dopo, ho una delizia fumante che aspetta solo me. No, non sto parlando di tuo fratello!» scoppia a ridere. «Ne riparliamo quando saremo io e te da sole. Ciao tesoro.»
Mi porge il telefono.
«Tieni.» dice con tanto di sorrisino beffardo, poi apre i biscotti e li tuffa nella cioccolata leccandosi le dita sporche con un'espressione estasiata.

«Aspetta, vado a pagare.»
Faccio per andare verso il bancone ma mi ferma.
«Ho già fatto io, macho.»
«Come?»
«Ho pagato prima quando sono andata in bagno!»
«Sul serio? Ma dai Chiara, dovevo pagare io!»
«Paghi sempre tu! Per una volta che ti offro qualcosa non fare storie! Tranquillo, per questi pochi euro non finisco in mezzo alla strada!»
Ride scompigliandomi i capelli.
«Perché non lo hai detto prima?»
«Perché il mio caro macho non mi avrebbe mai permesso di pagare!»
Mi bacia la guancia e mi trascina fuori tenendomi per mano.

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