«Pronto?» rispondo all'ennesimo squillo mentre sto ancora girovagando con la Jeep.
«Giulio sono Laura...»
«Mi dica, c'è bisogno di portare Chiara a casa?»
«Sì. Mi hai detto di chiamarti e quindi eccomi.»
«Ha fatto bene. Arrivo tra pochi minuti.»Chiudo la chiamata e come detto sono lì poco dopo.
Parcheggio la macchina proprio davanti l'uscita e scendo velocemente.
Vado direttamente nella stanza di Chiara e fortunatamente è già pronta.
Non ho intenzione di rimanere troppo in sua compagnia.
Devo smaltire la rabbia delle sue parole.
La prendo in braccio e la porto in macchina seguita dai suoi genitori e da mia sorella.
La adagio sul sedile del passeggero e le allaccio addirittura la cintura.
«Grazie...» sussurra.
Annuisco e senza guardarla nemmeno e salgo.Metto in moto dopo che anche gli altri sono saliti e raggiungo il suo viale guidando moderatamente.
Saluto il portiere una volta parcheggiato e vado dal lato di Chiara.Si aggrappa al mio collo e la prendo di nuovo in braccio.
Appoggia la testa nell'incavo del mio collo e il suo profumo mi pervade.
Sospiro salendo le scale e aspetto che Laura apra la porta.Vado direttamente nella sua camera da letto e dopo che Patty le ha scoperto il letto la adagio sopra.
Causalmente le sfioro la guancia e mi allontano subito.
Senza aggiungere nulla esco dalla camera.«Per qualsiasi cosa sapete come chiamarmi» dico a Laura e a Sandro. «Resto a vostra disposizione!»
«Grazie di tutto...» mi abbraccia Laura.Saluto anche Patty e vado via.
Torno a casa, mi tolgo le scarpe e mi sdraio sul divano dopo aver acceso la televisione.
Giro canale dopo canale e nessun programma riesce ad attirare la mia attenzione anche perché c'è una sola cosa a cui penso: la sua frase.
"Sei stato solo uno dei miei tanti clienti..."Mi sento deluso. Amareggiato. Preso in giro.
Non posso assolutamente credere che sono stato solo un cliente.
Come può essere?
Non l'ho mai comprata per il suo corpo. MAI.
Compravo il suo tempo per toglierla dalle mani di quei maledetti, non per usarla come facevano loro.
Ho sempre e solo voluto farle vivere dei momenti in cui dimenticasse il suo inferno e odiavo quando la sapevo nelle mani di quegli sconosciuti.
Odiavo quando sapevo che quelle mani la toccassero e prendessero come volevano.E cosa mi viene a dire? Che sono uno dei tanti!
Io che non l'ho mai toccata senza il suo consenso!
Io che pensavo sempre e solo a ciò che volesse lei.
Io che come uno stupido mi sono innamorato di lei, dei suoi occhi, del suo sorriso, della sua risata e addirittura dei suoi meravigliosi capelli.Non posso crederci! Non riesco a capacitarmi.
Sbuffo, spengo la tv e prendo il borsone della palestra.Prendo l'auto e metto in moto sfrecciando veloce.
Quando arrivo in palestra non saluto nessuno, vado direttamente ai pesi.
Prendo il più pesante.Lo impugno, lo tiro su con un urlo e poi lo butto giù per poi ripetere ancora lo stesso procedimento per più volte.
Dai pesi passo al tapis roulant.
Metto fin da subito la velocità al massimo e corro cercando di sfogare tutta la rabbia che nutro in questo momento.Il telefono appoggiato a terra inizia a squillare.
Rallento man mano e scendo per poter rispondere ma smette proprio in quel momento.
Arriva un sms: è Patty.«Ho saputo che Chiara andrà via...»
«Già!»
«Non fai niente per convincerla a restare?»
«Lei non vuole!»
«Provaci lo stesso!»
«Solo uno stupido lo farebbe, mi sono già umiliato troppo!»
«Di cosa parli?»
«Lascia perdere, ci sentiamo più tardi perché sono in palestra.»Torno sul tappeto e passo le successive due ore in palestra.
Torno a casa e il solito pensiero non è andato via.«Come si sente Chiara?» chiedo a mia sorella tramite sms.
«Bene, si è ripresa. Mangia, cammina. Sta bene.»
«Questo è l'importante. Quindi quando parte?»
«Sì... Parte tra qualche giorno e tu non l'hai nemmeno salutata!»
«Meglio così. Nemmeno le importa di me.»
«Che cazzata!»
«Ricorda che io sono solo un cliente per lei, il coglione che si è innamorato di lei!»
«Ma cos'è sta storia del cliente?»
«Niente. Lascia stare. Ci sentiamo.»
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LASCIATI SALVARE
ChickLitAvevo promesso a mia madre che se fosse stato in mio potere non avrei permesso ad altre donne di non essere rispettate. E quando il commissario mi ha affidato questo caso, ho trovato pane per i miei denti e il momento giusto per rendere orgogliosa...