17ºCapitolo

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Speciale
Chiara.

I giorni passano, le cose non cambiano...
Stanotte non ho chiuso occhio, vorrei potermene stare a letto e invece non posso!
Mi alzo sbuffando. Il buongiorno si vede dal mattino.
Faccio una doccia veloce, indosso una tuta, la maledetta parrucca e senza fare colazione vado a prendere il pullman per andare nel solito viale.

Quando arrivo vado a posare le mie cose nel capannone.
Fanno le cose talmente per bene che ognuna di noi ha un armadietto.
Non è assurdo?
Tolgo la tuta per mettere il pantaloncino di jeans e un top abbastanza trasparente.
Poso tutto nell'armadietto che chiudo a chiave e inizia la mia giornata.

Oggi la strada è poco trafficata ma le occhiatacce degli automobilisti non ce le toglie nessuno.
Ah, se solo sapessero.

«Buongiorno Lola.» Mi saluta la solita Lisa, l'unica che mi dà confidenza.
«Buongiorno.» Le sorrido aspettando il primo cliente.

Facciamo qualche chiacchiera prima che si accosti una macchina al marciapiede.
«Tesorino, ho bisogno di fare un giro con te.» Mi dice un vecchio abbassando il finestrino della sua automobile.
«Dice a me?» Chiedo solamente sperando che prenda un'altra ragazza.
«Certamente, panterona! Vieni!»
Quasi vomito.

Salgo in macchina e non perde tempo a mettermi una mano sulla coscia.
Gliela scosto gentilmente.
«Hai qualche preferenza di posto?» Mi chiede. «Perché avrei un po' di fretta.»
«Non ho alcuna preferenza.»

Non termino nemmeno la frase che con una brusca sterzata parcheggia in una zona a dir poco isolata.
Credo proprio abbia già pianificato tutto e la domanda che mi ha riferito era solo per cortesia.
Spegne la macchina e mi sorride malizioso.
Dio, fa' che questo tempo passi presto!

Per sua fortuna la macchina è abbastanza grande perché con il pancione che si ritrova rimarrebbe incastrato.
Butto indietro il sedile per dargli più spazio e lo prende quasi come un invito.
Si piazza in ginocchio davanti a me e leccandosi le labbra comincia a palparmi il seno.
Chiude gli occhi, sembra in estati.

Mi solleva il top e il reggiseno scoprendomi e comincia a leccarmi i capezzoli.
Quasi a stento trattengo i conati di vomito.
Questo vecchio è raccapricciante.

È da un'ora che continua a torturarmi il seno. Datemi del disinfettante, vi prego!

Solleva la testa per guardare l'orologio.
«È ora di andare.» Dice dando un ultimo e disgustoso bacio al capezzolo. «Mi è piaciuto.»
Provo a non mostrare la mia espressione disgustata e la celo dietro a un falso sorriso.

Mi rivesto velocemente e mi riaccompagna dopo avermi dato i soldi.
Senza nemmeno degnare di uno sguardo le altre vado nel capannone diretta nel bagno, mi lavo un paio di volte per togliermi di dosso la saliva di quel tipo.
Quando credo che possa bastare, mi rivesto e torno fuori.
Lisa non c'è, deve essere con qualche cliente.

Si avvicina un'altra macchina.
Ma oggi ho un attimo di tregua?
Mi vien da piangere.

Questa volta è un ragazzo sulla trentina.
«Ciao.» Mi dice quando salgo.
«Ciao.»
«Posso dirti una cosa?»
«Dimmi pure.»
«Sei una bella ragazza, perché fai questa cosa...?»
«Potrei chiedere a te perché vai a puttane anche se sei un bel ragazzo...»

Scoppia a ridere.
«Questa mi è piaciuta.»

Guida in silenzio e arriviamo fuori il parcheggio di un albergo.
«Anche se vado a puttane almeno faccio le cose per bene.»
Ammicca venendomi ad aprire la portiera.
Lo ringrazio sorridendogli.
Mi prende per mano e mi fa strada nella hall dell'hotel.
Questo ragazzo è misterioso, molto e ha quel qualcosa di, non so come, oscuro.

LASCIATI SALVAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora