Dove sono?
Sento i miei muscoli indolenziti. Sotto di me, soltanto fredda pietra.
Cosa mi è successo?
Percepisco dei rumori, sembrano colpi di spada, metallo che sibila e si infrange contro altro metallo.
Suoni familiari, suoni che hanno accompagnato l'intero arco della mia esistenza
Ora ricordo.
Sono nella cattedrale di Florentia, ero con i miei compagni a difendere la torre principale, a impedire che i non morti si avvicinassero alla stanza del divino Emmaniel.
Lo stregone!
Stavamo combattendo contro quel maledetto stregone! Noi tre anzi no. Per la Grande Madre, ora ricordo! Merak, Merak è morto! Apro gli occhi e lo vedo, il suo volto fiero è immerso nel sangue fuoriuscito dalla sua gola.
Compagno di mille battaglie, amico, maestro. Ora giaci a terra esanime. Che la Dea ti accolga tra i suoi prediletti nell'Elisio.
Devo alzarmi!
Sono ancora viva e non so perché, ma sono ancora viva. Probabilmente è stata la fede a salvarmi, o forse la mia divina armatura.
Alioth!
Alioth sta combattendo e tenendo testa a quel mostro. Com'è elegante quando combatte, i suoi movimenti aggraziati respingono colpo su colpo la violenta tecnica marziale del suo aggressore. Ora capisco come nonostante la giovane età sia stato nominato nostro comandante.
Devo aiutarlo!
Approfitterò del fatto che mi crede morta, ora, che è totalmente assorbito dal combattimento. Raccolgo una delle mie spade, scivolo silenziosamente alle sue spalle, quel lungo mantello rosso sporco del sangue delle sue vittime, il gelido alone di morte che lo circonda, i lunghi capelli neri raccolti che ondeggiano dietro la sua nuca. Lo vedo distintamente, vedo la sua schiena priva di protezione. Ora è vulnerabile, adesso o mai più...
Dubhe sferrò un affondo nella schiena dell'uomo che aveva davanti perforandolo, fino a fargli sbucare la punta della lama nel basso ventre.
Alioth cadde a terra, trafitto in uno dei pochissimi spiragli vulnerabili che offriva la sua corazza.
«Dubhe perché?» farfugliò, mentre vomitava un fiotto di sangue.
L'aveva infilzato con precisione chirurgica, scambiandolo per il suo nemico.
«Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?» urlò la ragazza in preda alla follia. Si tolse l'elmo disperata mentre con le mani cominciò a strapparsi i capelli.
«Che cosa ho fatto?» gridò, completamente fuori di sé sotto lo sguardo esterrefatto del suo compagno da lei ferito a morte.
«È vittima di una delle mie illusioni», disse lo stregone rivolgendosi ad Alioth «la tua compagna non ha più il controllo della sua mente.»
«Prima quando l'hai tramortita, è stato più di una semplice scossa vero? Hai usato i tuoi poteri su di lei per farle compiere tutto questo?»
Lo stregone annuì.
Dubhe impazzì. Urlò come un animale ferito, mentre con le unghie si sfregiava il volto nella vana speranza di riacquistare il senno.
Vide l'altro suo wakizashi giacere sul pavimento; scoppiò a ridere come una ragazzina quando afferrò l'arma. I vivi occhi azzurri rivolsero un ultimo folle sguardo ad Alioth, poi spinse la punta della lama su per il mento fino a farla sbucare dalla sommità del cranio.
STAI LEGGENDO
LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)
FantasyPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DELLA TORRE SCARLATTA (IN REVISIONE - STORIA COMPLETA) Esiste un posto dove gli esseri umani possono assurgere all'antico potere di maghi e stregoni, il cui mito è perso tra le sabbie del tempo. L'acquisire facoltà fuori d...