Capitolo 14 - FUGA DALLA TORRE - prima parte

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Fredda e liscia.

Passo le dita lungo le pareti di metallo scarlatto che compongono la mia piccola stanza. 

È perfetto, regolare, asettico, il metallo non ha sentimenti, non respira, è immune allo scorrere del tempo.

Mai come oggi percepisco questo luogo così distante. Soltanto da pochi mesi sono qui, lontano dal tempo, lontano dalla realtà del mondo, eppure mi sembra di aver passato una vita intera in questo posto.

Guardo fuori dalla finestra. Il mio sguardo corre lungo la scogliera che separa la piccola isola dal mare fino alla linea dell'orizzonte, avvolta nelle nebbie perenni che ci nascondono agli occhi dei normali naviganti.

Normale. 

Questa parola rimbalza nella mia testa ogni volta che penso a ciò che ero prima, a ciò che era il mio mondo prima di giungere alla torre. 

Già normale, non posso più definirmi come tale, dal giorno che ho accettato quell'immenso potere dentro al mio corpo. Lo sento, in ogni mio movimento, in ogni mio passo, lui è dentro me e mi accompagna.

Mi concentro e tra le mie mani compare una piccola fiammella. Ondeggia leggermente per la brezza che penetra dalla finestra: è calda, piena, sono attratta da lei. La lascio scemare, la osservo evaporare, spegnere lentamente la sua breve vita generata da un pensiero, un capriccio della mio intelletto.

Non mi sono mai fermata a pensare a ciò che sono diventata.

Ci chiamano in tanti modi: maghi, sciamani, streghe. Parole che fino a prima di conoscere lui mi spaventavano.

Già, lui.

Sono venuta fin qui soltanto per lui. Credevo che prima o poi sarebbe tornato, ma i giorni, le settimane, i mesi, si sono susseguiti senza sapere dove si trovasse, senza avere nessuna notizia al riguardo. Non perdo la fede, lo sento, ne sono certa, tornerà. E quando lo farà, troverà una nuova Alteria ad aspettarlo.

Mi ha sempre negato questo aspetto della sua vita, tenendomi lontana dalla Torre Scarlatta e da tutto ciò che comportava, ma quella notte, quando mi ha detto addio, ha distrutto tutto ciò che tra di noi si era creato.

Non potevo mantenere la promessa che gli avevo fatto, quando lui era stato il primo a non mantenere fede alla sua.

Quando tornerà sarà fiero di me, sarà fiero dei progressi che ho fatto, di ciò che sono diventata e potrò stare qui, con lui, sempre al suo fianco.

Quando tornerà...

E se non lo farà, sarò io a trovarlo.

La ragazza guardò fuori dalla finestra della piccola stanza, lui si trovava là fuori, oltre la cortina di nebbia, oltre le nuvole.

Ne era fermamente convinta, era ancora vivo.

***

«Alteria, stai bene?»

Incontrò Selene nel scendere le scale, il suo sguardo preoccupato si riflesse nella luce dei sottili occhi castani.

«Sì, sto bene» rispose distratta. La sua mente corse a ciò che era successo ore prima. «Maximilian? Quando ero priva di sensi mi sembrava di aver sentito la sua presenza.»

«Sto bene» esclamò una voce proveniente dal fondo delle scale.

Comparve il ragazzo che camminava appoggiandosi ad una stampella. Il corpo era ricoperto di bende e la pelle tumefatta da numerose contusioni.

«Ma cosa è successo? Ricordo solo che ero nella foresta con Esgarth, lui mi ha immobilizzato e poi mi ha stretto un panno sulla bocca prima di...»

«Sei stata usata come esca» disse Selene, distogliendo lo sguardo.

«Mi dispiace Alteria» proseguì Maximilian «sei stata sfruttata per gli stupidi giochi di potere che intercorrono in questo luogo.»

La ragazza non faticò a intuire cos'era successo.

«Sono stata io la stupida a cadere in trappola, perdonami Max, perdonami!» Sinceramente dispiaciuta la giovane si scusava con gli occhi gonfi di lacrime.

«Non preoccuparti, è solo qualche graffio, non è successo nulla.»

Semplici parole, pronunciate con un rassicurante sorriso, bastarono a farle capire che non c'era nulla per cui dolersi.

«Fortuna che il vostro scontro è stato interrotto» aggiunse Selene. Lei, invece, non poteva nascondere la sua inquietudine. Non aveva mai visto Maximilian in quelle condizioni, al limite del suo potere, vicinissimo al punto di non ritorno. Scosse la testa per liberarsi da quei brutti pensieri, non voleva neanche immaginare l'avverarsi di una simile eventualità.

«Già, Tron ha interrotto la nostra sfida» disse lo stregone facendosi cupo in volto.

«Tron?» domandò Alteria sgranando gli occhi dallo stupore.

Il primo maestro era tornato alla Torre Scarlatta. La giovane non era mai riuscita neanche a vederlo, ne aveva soltanto sentito parlare.

«Sì, lui» le risposero all'unisono.

Pur rappresentando la sua figura un mistero, sapeva benissimo il motivo per cui si trovava lontano dalla torre. Aveva passato gli ultimi mesi sulle tracce dell'arcimago scomparso.

«Quindi, è tornato... quindi...»

La giovane era visibilmente agitata, tanto che si sentì quasi mancare appoggiandosi alla parete che stava alla sua sinistra.

«Io devo...»

In apparente stato confusionale, cominciò a percorrere le scale per raggiungere la sala degli arcimaghi. Se era tornato, voleva dire che aveva informazioni su Alexandros, e lei voleva a tutti costi conoscere ciò che sapeva.

«Aspetta!» le intimò Maximilian.

«No, voglio parlare al maestro Tron!»

«Aspetta, Alteria. Conosco il motivo per cui vuoi chiedergli udienza.»

Si arrestò voltandosi per guardarlo con fare stupito. Che cosa intendeva dire con quella frase? Max aveva forse scoperto il motivo per cui era giunta alla Torre Scarlatta? Eppure era sicura di aver sempre agito con discrezione. Perfino con Selene, la sua insegnante, con cui passava la maggior parte del tempo, si era premurata di non lasciarsi sfuggire alcun dettaglio sulla sua presenza in quel luogo.

«Prima che tu vada da Tron, dobbiamo parlarti» disse Maximilian, coinvolgendo anche la sua compagna nel discorso. Alteria dedusse che pure Selene sospettasse qualcosa, pur non avendolo mai dato a vedere.

Mentre i tre si stavano per recare in un luogo appartato, irruppe dalla cima delle scale Dass trafelato.

«Ragazzi, finalmente vi ho trovato!»

«Che succede?» domandò Selene leggermente seccata. «Ora non abbiamo tempo per...»

«Gli arcimaghi! I quattro arcimaghi maestri ci hanno convocato tutti nella loro sala!»

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora