La taverna era ricavata in un seminterrato dalle pareti rivestite da assi di legno laminato, su cui trovavano spazio ampie finestre a persiana, che guardavano a filo del terreno sull'affollata via adiacente al locale. Era una stanza non troppo grande, con tavoli grezzi e circa due dozzine di coperti. Aveva l'aspetto di un locale caldo e accogliente, e per gli abitanti di quel quartiere era considerata un'istituzione.
La Locanda della Foglia Stretta era il nome che recitava l'insegna all'ingresso di quel luogo, da cui fuoriusciva un gustoso profumo di carne speziata. Come un faro per i marinai, che stava ad indicare un approdo sicuro dopo i duri giorni passati a navigare, così quella piccola osteria regalava qualche ora di svago e piacere agli avventori, dopo i lunghi turni passati a lavorare nelle fabbriche.
Davanti ad un boccale di ottima birra i dispiaceri della vita annegavano e i succulenti manicaretti che venivano cucinati dall'abile cuoco, erano in grado di restituire le energie anche agli uomini più provati.
La cucina del signor Carlo sapeva far tornare sorriso e vigore a chiunque. I suoi rinomati stufati di maiale impregnavano con il loro odore tutta la sala, riuscendo a nascondere il pungente aroma del tabacco dozzinale proveniente dal fumo delle numerose pipe accese dei clienti. Insieme a lui, la corpulenta moglie Antonina lo affiancava nella gestione del locale, servendo ai tavoli.
Gran donna si ripeteva lui ogni giorno, oltre ad essere una lavoratrice instancabile era anche in grado di tenere a bada gli ubriachi meglio di qualsiasi buttafuori o addetto alla sicurezza. Oltre alla coppia, trovava lavoro alla locanda anche la loro unica figlia. Un piccolo e delicato fiore in un quartiere principalmente abitato da gente dall'aspetto ruvido, provata dalle avversità di una vita povera ma onesta.
«Alteria! Alteria!»
Dalla cucina il padre, mentre mescolava con un cucchiaio di legno un grosso pentolone traboccante di zuppa, ne chiamava insistentemente il nome.
«Arrivo» rispose lei, con il suo proverbiale sorriso sempre stampato sul volto.
«Devi portare questo arrosto al tavolo sei.»
"Tavolo sei" deglutì, al pensiero di dover servire quella postazione.
«E va bene» mormorò con poca convinzione.
Tre uomini vi erano accomodati, persone che detestava dal profondo del cuore. Erano un ufficiale della guardia cittadina e altri due suoi commilitoni, assegnati da pochi giorni alla stazione di polizia del quartiere. Da quando erano arrivati, non avevano fatto altro che passare le proprie sere a ubriacarsi e infastidire le giovani donne presenti nella locanda. Perfino Alteria, da poco entrata nell'età adolescenziale, era oggetto delle loro morbose attenzioni. Era il graduato in particolare a renderla inquieta: quell'uomo aveva l'aspetto di un lupo famelico, che sembrava volerla divorare da un momento all'altro.
«Ecco il vostro arrosto.» disse la giovane, sforzandosi di essere un minimo cordiale.
Degnò l'uomo soltanto di un fugace sguardo, quell'orribile barba sempre inzuppata di birra e avanzi di cibo emanava un puzzo insopportabile.
«Brava bambolina! Ora portaci anche da bere!» esclamò uno dei suoi alticci compagni, mollandole una sonora pacca sulle natiche.
Nonostante la molestia appena subita ricacciò le lacrime indietro e si fece coraggio. Aveva la pelle dura ed era abituata a sopportare qualche attenzione di troppo da parte degli avventori. Quello dei locandieri era un duro lavoro e lei lo sapeva bene.
«Figlia mia, ci penso io adesso a servire quei tre maleducati.»
«Grazie» rispose con un sospiro di sollievo alla madre, che l'aveva sgravata dall'ingrato compito.
La serata proseguì senza più particolare noie, anche se Alteria non riusciva più a ritrovare la sua abituale serenità. Ogni volta che rivolgeva lo sguardo verso il tavolo occupato dalle guardie, aveva la sensazione che quel capitano la stesse osservando.
***
Il rintocco delle campane che scoccavano l'ora precedente al plenilunio annunciava alla Locanda della Foglia Stretta che un'altra giornata di duro lavoro giungeva al termine. Madre e figlia stavano rassettando i tavoli e pulendo il pavimento, mentre il capofamiglia rimuoveva gli avanzi di cibo dalle stoviglie in cucina.
Dopo aver passato la scopa per tutto il locale, Alteria notò un pesante sacco nero appoggiato a lato del bancone sopra il quale, durante il servizio, venivano poggiate le portate in uscita.
«Vado io a portar fuori la spazzatura» disse, trascinando per tutta la sala l'ingombrante oggetto fino alla porta di servizio del locale che dava sul retro.
La ragazza sistemò il sacco nel piccolo vicolo che correva alle spalle del locale. L'aria era intrisa di umidità e una debole nebbiolina serpeggiava tra le strade, illuminate dalla fioca luce delle lampade ad olio dei lampioni. Si appoggiò alla parete esterna per riposare un poco, per il suo corpicino era stato impegnativo trasportare fuori i maleodoranti avanzi della giornata. A causa del freddo, una nuvoletta di fumo le fuoriusciva dalla bocca ogni volta che espirava. Un brivido le corse lungo la schiena, la notte avanzava portando con sé le sue ore più gelide.
«Ehi, bambolina!»
"Quella voce"
Alteria si irrigidì ed il suo viso si trasformò in una maschera di paura. Girò lentamente la testa nella direzione in cui aveva udito le parole, con la speranza che i suoi sensi l'avessero ingannata.
«Che cosa vuole?» disse con voce tremante, nel vedere che purtroppo, il viscido ufficiale che sedeva alla locanda poche ore prima, stava davanti a lei.
«Divertirmi un po' con te» rispose lui, con il volto contratto in una grottesca espressione morbosa.
La ragazza stava per urlare con tutta la forza che aveva, ma una grossa mano le cinse la bocca soffocandole qualsiasi velleità. I due soldati complici dell'uomo la bloccarono, trascinandola via per il vicolo. A nulla valse la debole resistenza che la giovane, poco più che bambina, poté opporre ai due robusti militari. Venne legata, incappucciata, caricata su un carro e portata lontano da quel luogo prima ancora che uno dei genitori notasse la sua assenza.
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LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)
FantasiaPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DELLA TORRE SCARLATTA (IN REVISIONE - STORIA COMPLETA) Esiste un posto dove gli esseri umani possono assurgere all'antico potere di maghi e stregoni, il cui mito è perso tra le sabbie del tempo. L'acquisire facoltà fuori d...