Capitolo 9 - ANIMA CORROTTA - seconda parte

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«Alteria! Alteria!» 

Esmeralda chiamava la ragazza a gran voce. Circondata soltanto da possenti alberi che si abbracciavano l'un l'altro fino a toccare il cielo, l'unica risposta che ottenne, era l'innaturale silenzio, dovuto alla totale mancanza di animali in quel luogo ameno.

"Le avevo detto di non perdermi di vista."

La maga si guardò attorno ed ebbe l'impressione che quel luogo incantato, animato da una sfuggente volontà, le volesse celare l'ubicazione della compagna.

"Ora che faccio? Alteria potrebbe essere in pericolo, devo assolutamente trovarla."

Una brillante idea solleticò i pensieri dell'arcimaga.

Esmeralda congiunse le mani come se stesse per recitare una preghiera e chiuse gli occhi. Cercò di raggiungere la concentrazione più assoluta, pronunziando mentalmente le parole dell'incantesimo che le avrebbe permesso di individuare la traccia dell'aura magica emanata dalla sua giovane compagna. Il problema era che, all'interno di quella foresta, tutto era permeato da un alone di magia, confondendo così le percezioni extrasensoriali della donna. 

Una strega con il suo smisurato potere però, non ci mise molto ad individuare ciò che cercava.

«Merda» imprecò a bassa voce, mentre riapriva gli occhi. Al fianco dell'aura di Alteria percepiva un'altra presenza, oscura e malvagia.

"Devo fare presto."

Esmeralda venne avvolta da una strana energia color antracite che si dipanava attorno alla sua figura con morbidi tentacoli di tenebra. Individuata la direzione da intraprendere, si mise in cammino cercando di fare il più presto possibile.

"Mi dispiace Foresta dell'Illusione, ma ora dovrai farti da parte."

Non era più usando la sua lama di ghiaccio che si faceva largo tra le sterpaglie: appena giungeva a poche spanne dal suo corpo, la vegetazione attorno a sé appassiva e si ritirava sgretolandosi come sabbia, aprendole facilmente la via.

***

Alteria rimase impietrita nel vedere Damian scaraventato violentemente in aria da una forza sconosciuta. Il giovane mezzodemone urlò di dolore, mentre il suo corpo veniva deformato da quella terribile energia negativa, prima di ricadere al suolo a pochi metri di distanza.

«Ma-maestra...» balbettò, vedendo Esmeralda con il braccio proteso in avanti ancora avvolto da filamenti di magia nera.

«Alteria tutto bene?»

«Sì...cioè no! Perché l'ha colpito? Lui non aveva intenzioni cattive!»

La donna si avvicinò alla sua ritrovata compagna, che al posto di mostrarle gratitudine sembrava contrariata per l'intervento.

«Che vai blaterando? Tu non hai idea di quello che stavi rischiando vicino a quel mostro!»

«Non è vero» provò a giustificarsi lei. «Si chiama Damian ed è un ragazzo che ha la mia stessa età. Anche se il suo aspetto è quello di un mostro, la sua anima è rimasta quella di un essere umano.»

L'arcimaga le gettò uno sguardo furioso.

«La verità è che sei stata ingannata, tesoro. Ne ho affrontati a decine di esseri umani corrotti dal Quaresh, e quando avviene la trasformazione, si perde tutta la propria umanità!»

Esmeralda prese fiato; davanti all'ingenuità della giovane maga non poté che provare compassione.

«Mi dispiace, ma i trasformati non possono più tornare indietro. Noi l'unica cosa che possiamo fare è dargli una morte misericordiosa.»

La maga più anziana scansò Alteria dalla sua strada e si avvicinò al corpo del mezzodemone che giaceva a terra privo di sensi, pronta a dargli il colpo di grazia. La giovane però si frappose nuovamente tra i due, con le braccia allargate per fare da scudo all'essere riversato al suolo.

«Io ho visto del buono in lui, sono sicura di non sbagliarmi» disse, sostenendo con fierezza il piglio deciso dell'arcimaga della Torre Scarlatta.

"Quegli occhi..."

Esmeralda rimase immobile, colpita dalla determinazione con cui veniva affrontata. Dietro quei sottili occhiali da ragazzina impacciata, c'era uno sguardo che non conosceva esitazione. Lo aveva già visto in passato, la luce che emanava era la stessa osservata in quel ragazzo, giunto alla torre dieci anni fa.

I suoi pensieri furono interrotti all'improvviso: come un'enorme ombra nera, un braccio dal corpo del mezzodemone si allungò, stringendo la sua morsa sulla gola della strega dai lunghi capelli rossi. L'arto si protese a dismisura, inchiodando la donna contro il tronco di una quercia secolare.

Alteria fece appena in tempo a voltarsi per vedere Damian rialzarsi da terra, circondato da una terribile aura omicida.

«Mi hai mentito!» urlò contro di lei, riservandole con l'altro braccio lo stesso trattamento.

«Fortuna che non aveva cattive intenzioni» riuscì a dire Esmeralda, mentre con le mani afferrava le lunghe dita artigliate del mostro che le premevano sulla gola, nel disperato tentativo di non farsi soffocare.

«Tu mi hai ingannato, voi stregoni mi avete trasformato in un mostro e ora volete uccidermi!» Damian, con gli occhi rossi per la collera, era completamente fuori di sé, pronto ad uccidere entrambe le donne senza pietà.

«Damian...io...volevo...aiutarti...» riuscì a bisbigliare Alteria, con gli occhi gonfi di lacrime, mentre i sensi la stavano abbandonando.

 Forse le sue parole riuscirono a fare breccia nell'animo corrotto dal Quaresh del ragazzo, perché, anche se in modo impercettibile, la presa sulla giovane venne allentata prima che la soffocasse del tutto. La sua attenzione fu ben presto attirata altrove, il braccio che teneva bloccata l'altra donna si stava deformando, gonfiandosi in modo innaturale.

«Ma cosa mi hai...»

Le parole si tramutarono in un urlo di dolore quando l'avambraccio gli esplose, spargendo le sue carni lacerate sul terreno. Esmeralda toccò dolcemente il terreno come se la gravità avesse perso gran parte della sua forza. Il suo corpo era avvolto da un'oscuro potere, talmente vigoroso da piegare le forze fondamentali che reggono l'equilibrio del mondo al suo volere.

«Con me non sarà tanto semplice» disse spavalda.

Il Mezzodemone le ringhiò contro, mentre con il braccio sinistro mollava la presa su Alteria e lo richiamava a sé. Come un elastico lo allungò in direzione dell'avanzante arcimaga con gli artigli protesi in avanti pronti a trapassarne il corpo. Lei lo evitò con semplicità, spostandosi leggermente di lato con la testa, poi, mentre l'arto veniva richiamato, lo sfiorò con due dita. Damian osservò terrorizzato il braccio sopravvissuto gonfiarsi, esattamente come l'altro, condividendo dopo pochi istanti la medesima sorte. 

Brandelli di pelle e ossa inzaccheravano il terreno emanando terribili miasmi che contagiavano la vegetazione come un morbo, rendendola fredda e sterile.

«Con i miei poteri posso immettere energia negativa nel tuo corpo, facendolo implodere dall'interno.»

Esmeralda arrestò i suoi passi giunta a pochi metri dal nemico. Egli giaceva barcollante, con due moncherini attaccati alle spalle, da cui zampillava un melenso liquido viola al posto del normale sangue umano. La strega stese il suo palmo destro cominciando a pronunciare una sorda litania, al suono della quale raccolse la sua forza astrale, formando una sfera di luce nera che cresceva sempre di più. 

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora