Capitolo 6 - DAL TRAMONTO ALL'ALBA - seconda parte

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«Ah sì, dove ero rimasto? Già, vi stavo parlando di Norman. Ecco, dovete sapere che già a tredici anni era alto più di un metro e settanta ed era anche parecchio robusto.»

«Un colosso insomma» commentò il cacciatore di taglie.

«Già, neanche i ragazzi più grandi del quartiere osavano infastidirlo visto il suo aspetto. Nonostante il fisico imponente, chi lo conosceva bene sapeva che non avrebbe mai fatto male a una mosca.»

«Noi lo chiamavamo l'orso tenero» intervenne Richard, ridacchiando divertito per quel nomignolo, ricevendo lo sguardo truce del fratello contrariato per l'interruzione.

«Beh, insomma, qualche anno più tardi, dopo una serata passata a fare bisboccia, ci recammo in un bordello e Norman si innamorò perdutamente di una certa Samantha, una delle ragazze che lavorava in quel posto.»

Seth aveva monopolizzato l'attenzione dei presenti al tavolo. Fece una pausa dalla sua storia per rinfrescarsi la gola con un sorso di birra. Si compiacque nel veder gli ospiti catturati dalla sua dialettica. 

«Comunque, il mio amico Norman cominciò a corteggiarla, regalandole fiori, abiti, cioccolatini e tutte quelle cose stupide che si fanno per piacere a una donna. Alla fine lei decise che era arrivato il momento di piantarla con il suo lavoro di prostituta e lo sposò!»

«E non avete idea in che cavolo di pasticcio si è cacciato!» esclamò Richard, tentando di anticipare il seguire degli eventi.

«Ehi, fratello, questa è la mia cazzo di storia ok?» lo apostrofò Seth infastidito. Detestava quando qualcuno si intrometteva, rubandogli la scena.

«Sì, scusa.» Il minore dei due abbassò la testa, accettando mestamente il rimprovero.

La storia riprese così il suo corso.

«Ebbene, ritroviamo il vecchio Norman anni dopo, sposato, con due marmocchi piagnucolosi al seguito, che passa le giornate dall'alba al tramonto a spaccarsi la schiena nelle miniere di carbone. Samantha, che nel frattempo è ingrassata tanto da sfiorare il quintale, si gode la vita a carico del marito, sorseggiando tè con i biscotti e spettegolando con le amiche, passando le giornate come una cazzo di donna borghese.» Seth pronunciò con disprezzo l'ultima frase, arricciando le labbra disgustato.

«Un giorno ritrovo Norman sulla via del ritorno verso casa, il viso sudato e sporco di carbone, i capelli sempre più grigi e non per colpa della fuliggine. Offro una birra al mio vecchio amico e lui mi racconta di come sua moglie si sia trasformata da una dea del sesso a una cazzo di scrofa obesa e frigida. Leggo nel suo sguardo tristezza, sconforto e rassegnazione a una vita di duro lavoro priva di soddisfazioni. Non è più il Norman che conosco pensai, mentre gli allungavo un'altra bionda per cercare di consolarlo. Nel frattempo arriva la consorte che gli pianta una scenata da paura alla locanda, davanti a me e tutti quelli che lo conoscevano. Urla, grida e strepita come una pazza isterica solo perché lui è a divertirsi con un vecchio amico, mentre lei è a casa a sorbirsi da sola quei due mostriciattoli succhialatte.»

Seth fece una pausa e fissò i suoi ospiti negli occhi, per cercare di dare ancora più enfasi a quello che stava per dire.

«Sapete cosa ha fatto a quel punto il vecchio Norman conosciuto da tutti come l'orso tenero?»

Alexandros e Sex Machine scossero la testa più per assecondare il delirante sproloquio del loro ospite che per curiosità.

«Ha preso il suo piccone, con cui passava le lunghe e faticose giornate in miniera, e l'ha piantato dritto in mezzo agli occhi della donna, aprendole il cranio in due.» L'uomo indicò un punto sulla propria fronte, per dare idea ai presenti di dove Norman avesse scagliato il suo colpo.

«Fu un cazzo di macello! Vi giuro che le cervella di Samantha mi schizzarono perfino suoi pantaloni.»

«Che storia del cazzo amico» sentenziò il cacciatore di taglie, accarezzandosi i folti baffi.

«Purtoppo, all'interno della locanda c'era troppa gente che aveva visto ciò che aveva combinato e, per quanto al processo cercai di testimoniare a suo favore, il giudice non volle sentire ragioni. Il mio amico venne appeso a un albero qualche settimana dopo.»

«Già, povero Norman, che fine ingiusta» disse Richard.

Seth con un sorso seccò la sua birra, prima di concludere dicendo: «Sapete cosa ci insegna questa storia?»

«Che anche l'uomo più buono prima o poi finisce per commettere qualcosa di violento?» chiese Sex Machine, credendo di aver fatto centro.

«No!» Seth si girò verso la ragazza che reagì infastidita all'uomo che cominciò ad accarezzarle i capelli.

«Che le folte chiome e i bei visini di queste puttanelle nate per succhiare i cazzi ci fottono anche l'anima, portandoci a combinare un sacco di sciocchezze!»

«Vaffanculo!» gli urlò in faccia la ragazza, dando fondo al suo orgoglio. L'uomo sembrò prima incassare con classe l'insulto, ma qualche istante dopo si voltò all'improvviso sferrando un pugno dritto sul volto della ragazza, tanto violento da farla ribaltare dalla sedia. 

Alexandros decise che era tempo di metter fine all'arroganza dei fratelli e stava per alzarsi dalla sedia pronto a far giustizia, ma sentì afferrarsi il braccio da Sex Machine che con un cenno del capo gli fece segno di stare al suo posto.

«Cazzo fratello, le hai spaccato il naso!» esclamò Richard, osservando la ragazza che piagnucolava a terra, stringendosi tra le mani il volto trasformato in una maschera di sangue.

«No, così non va bene, non in questo posto.» disse Seth, dondolando la testa sconsolato. «Richard per favore, accompagnala in bagno e aiutala a tamponare l'emorragia.»

«Con piacere» sorrise diabolico il fratello minore, mentre tentava di sorreggere la ragazza che, seppur grondante di sangue, cercava di rifiutare qualsiasi aiuto.

«Come vi stavo dicendo, ci portano a commettere un sacco di sciocchezze...» Seth giustificò così la sua reazione violenta nei confronti della giovane. Si lasciò andare sulla sedia, dondolandosi per qualche secondo, poi si voltò ad osservare nella direzione in cui Richard e la giovane si erano eclissati poco prima.

«Ora è meglio che vada a vedere come sta la ragazza, il mio fratellino è un fottuto pervertito e solo la Grande Madre sa cosa gli passa per la testa quando viene lasciato solo con una piccola ammaliatrice come quella.» 

L'uomo si alzò dalla sedia dirigendosi verso il bagno.

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora