La mongolfiera atterrò sul tetto di un ampio palazzo che si trovava su una zona defilata della città. Maximilian la ancorò con quattro funi a dei pali predisposti per l'approdo, prima di far scendere i passeggeri, tramite una piccola scaletta di corda. Ad attenderli sul tetto un uomo in alta uniforme, seguito da due guardie cittadine armate di spada alla cinta e moschetto sulle spalle. L'ufficiale si fece avanti presentandosi:
«Benvenuti! Sono il capitano Dordei, vi stavo aspettando.»
«La ringrazio per il benvenuto capitano, io sono Maximilian della Torre Scarlatta e questi son i miei compagni. Siamo al vostro servizio signore.»
L'uomo aveva circa mezzo secolo. Sul volto spiccavano degli importanti baffi che terminavano ai lati con un ricciolo; l'attenzione e la perizia con cui curava il suo aspetto era tipico del ceto benestante della città.
«Siete poco più che ragazzi» osservò l'uomo, rivolgendosi al gruppetto degli stregoni. Non era certo sua intenzione mancare di rispetto, ciononostante non poté far a meno di notare che i quattro potevano tranquillamente essere suoi figli. Si aspettava ben altro genere d'aiuto dalla Torre Scarlatta.
«Ehi vecchio devo farti vedere cosa sono in grado di fare?» rispose stizzito Dass, ricevendo l'ennesimo colpo da Selene.
«A parte questo demente, le assicuro che sappiamo il fatto nostro signore» disse la ragazza.
«Perdonatemi, la mia osservazione non voleva essere un'offesa. Ho già collaborato con voi, conosco la vostra professionalità, e so cosa siete in grado di fare con le vostre capacità.»
«Nessuna offesa» si scusò Maximilian.
«Allora bando ai convenevoli, vi chiedo di seguirmi sul luogo del delitto. Non sono tranquillo, nel sapere che, qualcosa che non riesco a comprendere è in giro a piede libero per la mia città.»
Erano da poco passate le prime ore del meriggio, quando il variopinto gruppetto arrivò davanti a un modesto palazzo di un quartiere periferico. Era un'abitazione anonima, in una zona residenziale dove trovavano riparo numerosi cittadini.
Risalendo una stretta rampa di scale si giungeva in un appartamento del quarto piano, composto da un numero esiguo di stanze. Al suo interno, la confusione regnava sovrana: stoviglie di vario genere erano sparse sul pavimento, segni di lotta e colluttazione erano evidenziati ovunque.
Il capitano si schiarì la voce con un colpo di tosse.
«Circa una settimana fa, una giovane madre ha strangolato i suoi figli poco più che neonati, mentre dormivano in questa culla» tagliò corto, indicando un piccolo lettino con ancora le lenzuola disfatte.
«Sembrerebbe un normale caso di infanticidio, se non fosse per questo.»
Nella stanza adiacente, la solida parete in muratura spessa due spanne, era stata quasi completamente sfondata.
«Cosa è stato a provocare una tale distruzione?» domandò Maximilian.
Dordei si grattò il mento per il nervosismo.
«So che può sembrare incredibile, ma dalla nostra ricostruzione parrebbe che la donna, prima di togliersi la vita, abbia scaraventato il marito contro questa parete.»
«Una donna da sposare» commentò sarcastico Dass, beccandosi la solita occhiata di fuoco da Selene.
«Era alta meno di un metro e sessanta e pesava quarantacinque chili» concluse il capitano, il quale non aveva assolutamente voglia di ridere.
«Ok, ora capisco perché avete chiesto il nostro intervento» disse Maximilian con aria preoccupata.
«Parrebbe opera di un'Ombra, uno spirito maligno che possiede le persone e le porta a compiere orribili gesti» aggiunse Selene. La strega raggiunse a piccoli passi il luogo dove era stato rinvenuto il corpo senza vita della donna.
«Credo però che, con il suo estremo gesto, la donna sia riuscita a eliminarla. L'ombra di solito non può sopravvivere alla morte del corpo che la ospita.»
«Potrebbe anche aver abbandonato il posseduto, prima che questi riuscisse a suicidarsi.»
«Non è da escludere.»
Selene sembrava propendere per questa ipotesi.
«È orribile!» esclamò Alteria, estremamente scioccata da tutta questa storia.
«Queste aberrazioni fanno parte del mondo in cui viviamo. Chiudere gli occhi o ignorare l'esistenza di tutta questa malvagità non ci aiuterà a renderlo un posto migliore» sentenziò Maximilian, poggiandole una mano sulla spalla per trasmetterle un po' della sua comprensione.
«Non credo sia finita così facilmente» proseguì Dordei «negli ultimi tempi ci sono stati un numero grandissimo di infanticidi, seguiti da suicidi dello stesso tipo. All'inizio abbiamo sottovalutato il problema, pensando che questi casi rientrassero nell'ordinario, ma...»
«...Evidentemente non è così.» concluse Maximilian con aria greve.
***
Dordei portò i ragazzi a una delle caserme di Mirtia, dove aveva riservato una stanza da usare per le indagini. L'edificio dalle pareti grigie era largo poco più di cento passi e, inserito com'era tra i palazzi sfarzosi della ricca borghesia cittadina, non dava praticamente nell'occhio, eccezion fatta per il grosso stemma rappresentante il simbolo della città, posto sopra l'ingresso principale.
«Vi farò portare tutti i rapporti che riguardano i casi di omicidi che crediamo siano collegati» disse ai ragazzi, mentre alcuni attendenti arrivavano portando scartoffie e faldoni di ogni genere.
«Bene gente, ci aspetta una notte insonne alla ricerca di qualche indizio che ci permetta di anticipare le mosse di questo presunto spirito maligno» disse Maximilian, suscitando le smorfie di protesta del suo allievo.
Dordei mostrò loro le foto dell'ultimo omicidio. Alteria guardò disgustata la foto della madre supina, immersa in una pozza di sangue. Si era suicidata trafiggendosi la gola con un coltello da cucina.
Il volto esanime, sfigurato dall'estremo dolore, la fece trasalire.
La ragazza trovò il coraggio di non distogliere lo sguardo, rimanendo concentrata sul suo compito. Osservando attentamente notò che il braccio era ricoperto da numerose stilettate.
«Chi ha causato queste ferite?» domandò.
«All'inizio pensavamo fossero causa della colluttazione con il marito, ma i nostri esperti hanno dedotto che sia stata lei a provocarsele da sola.»
«Cioè, prima di trafiggersi la gola ha provato ad accoltellarsi il braccio sinistro?»
L'ipotesi sembrava non convincere la giovane maga.
«Così parrebbe» terminò il capitano.
«Strano modo per suicidarsi» concluse Maximilian.
«Guardate qua!» Selene attirò l'attenzione dei presenti. «Il marito era un uomo veramente robusto. Sarà pesato più di un quintale!» disse, mostrando un'altra foto. Nonostante la mole, il tremendo urto contro la parete di casa a cui era stato sottoposto, aveva trasformato il corpo dell'uomo in un crogiolo di carne e ossa frantumate, innaffiate da copiose gettate di sangue raffermo.
«C'è decisamente sotto qualcosa di sovrannaturale, non ci sono dubbi» fu la conclusione che tutti condividevano.
Nel frattempo, un continuo via vai di facchini accumulava pile di carta sempre più alte.
«Di questo passo non finiremo mai» commentò Dass, spaventato dalla quantità di lavoro che li attendeva.
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LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)
FantasyPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DELLA TORRE SCARLATTA (IN REVISIONE - STORIA COMPLETA) Esiste un posto dove gli esseri umani possono assurgere all'antico potere di maghi e stregoni, il cui mito è perso tra le sabbie del tempo. L'acquisire facoltà fuori d...