Capitolo 10 - L'ORLO DELL'ABISSO - prima parte

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Un fulmine squarciò il cielo notturno, illuminando a giorno uno degli innumerevoli corridoi dell'immenso castello. 

Il vento ululava una turbolenta melodia, spezzando i rami dei deboli ciliegi fioriti, distribuiti alla rinfusa nel lussureggiante giardino della tenuta. 

Due figuri dal respiro ansimante tentavano una disperata fuga da quei luoghi. 

Il bagliore di un lampo ne illuminò i contorni: una bellissima ragazza dai lunghi ricci color rame e un ancor più giovane ragazzo, col viso e gli abiti sporchi di sangue.

«Fermi!» Urlò una guardia in uniforme che tentò di sbarrare loro la fuga. 

L'uomo sguainò il suo fioretto, tentando un affondo verso il cuore del ragazzo. Lui prontamente riuscì a evitarlo ruotando su sé stesso, mentre la sua compagna lo colpì con un leggero tocco a mano aperta sulla schiena. I due continuarono la loro fuga a gambe levate, mentre l'uomo estraeva dalla cintola una pistola puntandola alla schiena dei fuggiaschi. Prima di premere il grilletto sentì qualcosa agitarsi all'interno del suo corpo: la pancia cominciò a crescere a vista d'occhio, fino ad espandersi a dismisura. L'uomo emise un urlo agghiacciante prima di esplodere riversando secchiate di sangue e viscere sul pavimento sottostante.

«Se solo sapessero chi era l'uomo a cui prestavano servizio» disse Alexandros.

«Purtoppo non vogliono sentir ragioni» rispose Esmeralda «non possiamo salvare tutti e pretendere di portare a casa la pelle mio adorato allievo.»

I due maghi proseguirono la corsa incrociando un corridoio da cui sopraggiungevano una mezza dozzina di guardie armate di moschetto. Il ragazzo stregone li bloccò, erigendo un muro di fuoco, mentre i primi proiettili, esplosi dal plotone di soldati, gli sfioravano le vesti. 

Avevano appena eliminato il signore locale di quelle terre, un uomo considerato forte e giusto dai suoi sudditi, ma che in realtà era stato posseduto da una terribile maledizione. Nelle sue vesti maligne, si divertiva a torturare e divorare delinquenti e malcapitati che venivano ogni giorno imprigionati nelle segrete del castello. 

La sua crescente fame di vite umane non passò inosservata agli osservatori della Torre Scarlatta, che inviarono sul posto due dei loro migliori stregoni, decisi a compiere giustizia. 

Corsero lungo una ripida tromba di scale raggiungendo il piano superiore, dove soltanto un ampio corridoio li separava dall'ultima scalinata che portava sul tetto. 

Lassù, ad aspettarli, c'erano due deltaplani, con i quali sarebbero riusciti ad assicurarsi la libertà, volando oltre ogni pericolo.

Esmeralda si arrestò di colpo, guardandosi attorno come se avesse percepito qualcosa di strano. Il suo sesto senso femminile, coadiuvato dai grandi poteri, sentiva l'incombere di un pericolo imminente.

«Andiamo!» gli urlò Alexandros, che la precedeva di una dozzina di passi.

«Zitto, non hai sentito quel rumore?»

Anche se nascosto dal brontolio della tempesta, si percepiva un debole scoppiettio, simile al crepitare della legna divorata dal fuoco di un camino. Nell'aria si diffuse anche uno strano aroma di zolfo.

«Polvere nera!» esclamò la donna. «Alex, scappa!»

L'invito arrivò giusto un millisecondo prima di una tremenda esplosione. Il pavimento si frantumò sotto i piedi del ragazzo, scaraventandolo al piano inferiore, mentre un losco figuro, vestito completamente di nero, si lasciava cadere dal soffitto parandosi davanti alla sua compagna. Rapido come un'ombra, estrasse due lunghi coltelli dalla lama affilata, incrociandoli in una particolare posa marziale. 

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora