Capitolo 9 - ANIMA CORROTTA - terza parte

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«La prego, non lo faccia!»

Alteria si era nuovamente posta in difesa di Damian, nonostante pochi istanti prima avesse tentato di strangolarla. 

«Spostati, non costringermi a farlo con la forza!»

«Non posso, io lo sento che c'è del buono in lui!»

«Stupida ragazzina, non mi lasci altra scelta.»

Con un rapido gesto dell'altra mano Esmeralda usò i suoi poteri di telecinesi, per scaraventare la ragazza a qualche metro di distanza.

«Te l'ho già detto, dalla trasformazione non si può tornare indie...»

Esmeralda venne investita da una potente onda di energia che la lanciò a dozzine di passi di distanza, facendole spezzare con il suo corpo, lungo la traiettoria della sua caduta, diversi giovani arbusti. 

Damian dalle sue fauci era riuscito a produrre una potentissima scarica di energia con la sola forza della disperazione. Grazie ai suoi poteri demoniaci, riuscì anche a rigenerare i suoi arti mozzati e ora si incamminava verso il corpo privo di sensi dell'arcimaga. 

La situazione in pochi istanti si era capovolta, era lui stavolta quello in procinto di sferrare il colpo di grazia.

«Fermati, Damian!»

Alteria lo cinturò alla vita, proprio quando il mezzodemone stava preparando i suoi artigli per l'ultimo attacco fatale.

«Ha cercato di uccidermi... lei mi odia... tutti mi odiano...» 

Completamente in balìa del Quaresh, Damian schiumava di rabbia. Il suo sguardo vitreo si perdeva nel vuoto del mondo a lui così ingiusto e ostile. 

Allora, la giovane, stavolta decise di prendere le difese di Esmeralda, accovacciandosi sopra di lei per proteggerla. 

Cosa la spingeva a compiere tutto ciò non riusciva a spiegarselo; sentiva solo che era la cosa giusta da fare, mentre le lacrime le rigavano il viso, affaticato dalla situazione in cui si trovava. Provava solo una gran rabbia per quello che stava succedendo: lui era un ragazzo ingenuo proprio come lei, che si era avventurato in un mondo dove c'erano in gioco forze troppo grandi per dei semplici mortali. Il suo corpo non aveva retto al rito ed era stato divorato dalla malvagità del Quaresh. 

Lo stesso sarebbe potuto accadere anche ad Alteria.

Forse era quel dettaglio a fare la differenza, l'immedesimarsi nei panni di quel poveretto. Per quello voleva a tutti i costi, contro ogni logica, riportare Damian a ciò che era prima della trasformazione.

Un gigantesco guanto, costituito da piastre d'acciaio, fluttuò sospeso nell'aria contro il volto del mezzo demone, facendolo accasciare a terra a causa del tremendo urto. 

A poca distanza, Alteria vide la foresta agitarsi come se colpita da un piccolo terremoto. 

Edgar, il gigantesco golem-armatura, si stava facendo strada nell'intricata boscaglia, abbattendo tutto ciò che trovava avanti a sé, come una valanga che travolge qualsiasi cosa sul proprio cammino. In simbiosi con la sua creatrice, ne aveva captato il grido di dolore e di gran carriera stava giungendo in suo soccorso.

Damian ruggì furioso e si rialzò lanciandosi all'attacco del sopraggiungente nuovo avversario.

«Spostati da sopra di me.»

Alteria spalancò la bocca meravigliata nel sentire quelle parole.

«Ma che volevi fare? Farci uccidere tutti e due?» le disse Esmeralda, alzandosi da terra con qualche livido e nulla più.

"Pensare che qualche minuto prima è stata investita da un potente raggio di energia e che ha spezzato numerosi rami con il suo corpo. Quanto è davvero grande il potere di un arcimago della Torre Scarlatta?"

«Fortuna che il mio Eddino sentendo che ero in pericolo è arrivato a salvarmi.»

La giovane strega la guardò con un sincero sorriso.

«Con un tempismo a dir poco perfetto» aggiunse «sai, Alteria, subire quel colpo mi ha fatto riflettere.»

«Cosa intende maestra Esmeralda?» chiese, senza capire dove quel discorso volesse arrivare.

«Forse, un modo per salvare la vita a quel ragazzo esiste.»

«Davvero crede sia possibile?» domandò Alteria, raggiante per aver ritrovato un barlume di speranza.

«Esiste un incantesimo in grado di rimandare nell'aldilà gli spiriti malvagi che si servono dei corpi umani, liberandoli così del loro indesiderato ospite!»

«Allora c'è una chance per Damian!»

«Non illuderti, questo incantesimo non ha mai funzionato con uno spirito potente come il Quaresh» disse Esmeralda, smorzando ogni entusiasmo, ma poi aggiunse: «Però voglio scommettere su di te Alteria, voglio credere nella fiamma della speranza che arde in fondo al tuo cuore.»

L'esperta strega strinse le mani della giovane tra le sue.

«Vedi... prima, durante il collegamento spirituale, per un istante le nostre entità si sono mescolate e ho potuto vedere il mondo attraverso i tuoi occhi. Il tuo animo gentile ha ridato un po' di fiducia nel futuro anche a una donna cinica come me.»

Esmeralda la fissò con i suoi bellissimi occhi color smeraldo che brillavano come l'aurora boreale, lasciandosi andare a un sorriso sincero, come quello di una madre fiera della propria figlia.

«Ora vai, e aiuta Edgar. Dovete attirare l'attenzione del Quaresh lontano dalla mia persona mentre formulo l'incantesimo, perché mi ci vorrà parecchio tempo!»

Alteria scattò verso il luogo dove il golem e il mezzodemone si stavano scontrando furiosamente, ma prima di allontanarsi guardò l'ultima volta la sua compagna più anziana che stava raccogliendo a sé le energie, preparandosi a eseguire il rituale.

I due erano impegnati in un duello all'ultimo sangue, travolgendo con la loro furia tutto ciò che stava nei dintorni. Anche se lo scontro si limitava ad un confuso combattimento a mani nude, la forza sovrumana dei due contendenti rendeva palesemente pericoloso avvicinarsi. Persino gli alberi secolari erano stati piegati dall'urto di quella lotta con il resto della flora, creando intorno a loro una specie di radura circolare. 

Stanco di quel combattimento, che si era protratto ben al di là della sua pazienza, Damian raccolse a sé le forze magiche, producendo un altro lampo blu dalla bocca, che andò a infrangersi sul malcapitato guardiano magico. Con la potenza di un martello governato da un dio, l'incantesimo spezzò il legame magico che teneva unite le piastre dell'armatura, spargendole sul terreno circostante. Con Edgar fuori gioco, il mezzodemone rivolse il suo sguardo verso Esmeralda, che lentamente raccoglieva tutti i suoi poteri, pronta a scagliare l'incantesimo con il quale avrebbe posto fine ad ogni velleità. 

Puntò una delle braccia in direzione della donna,  pronto a trafiggerla con i suoi artigli.

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora