«Non sono però buone notizie quelle che ho raccolto. A quanto pare, il nostro ex compagno si è unito ad un'empia congrega affiliata al maligno. Per la precisione trattasi dei vampiri del Clan della Lacrima Cremisi.»
«Impossibile!» esclamò Maximilian ad alta voce, attirando su di sé tutte le attenzioni dei presenti. «Uno stregone di alto livello come lui non può essere stato trasformato in un non morto!»
«Questo lo escludo infatti» continuò il maestro «dalle testimonianze raccolte non sembra aver subito nessuna trasformazione, anzi, pare essersi alleato con loro nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali.»
«Alleato? Non essere ridicolo Tron!» Esmeralda si alzò dalla sua postazione con aria di sfida. Era tra i pochissimi lì dentro a potersi permettere di mancare di rispetto al Primo Arcimago. «Alexandros avrà sicuramente in mente qualcosa per essersi avvicinato a quel branco di succhiasangue.»
«Potrebbe anche essere Esmeralda, se non fosse che è stato coinvolto nel massacro di innocenti nella città di Tiluana e responsabile della morte di un Cavaliere Celeste. Inoltre, pochi giorni fa, ha assaltato un avamposto dell'ordine Celeste, dove era custodita un'antichissima reliquia chiamata il pugnale di Keshnal. Io sono giunto in quel luogo pedinando alcuni vampiri, sono stato testimone del massacro da lui provocato.»
Perfino il volto imperturbabile dell'arcimago si increspò in un'espressione di disgusto per ciò che i suoi occhi erano stati costretti a vedere.
«La furia dei suoi poteri si è abbattuta indistintamente sulle persone che abitavano quella fortezza. Cadaveri sfigurati, uomini arsi vivi mentre cercavano di darsi alla fuga. L'odore di morte aleggiava persistente in quel luogo, trasformato in un gigantesco mattatoio infernale.»
Esmeralda trasalì e non fu l'unica in sala a rimanere di ghiaccio.
«Alteria!» esclamò Selene.
La sua allieva se ne stava inginocchiata a terra, immobile. I suoi grandi occhi castani tremavano, clde lacrime sgorgavano senza sosta segnandone il pallido volto.
"Non può essere... non può essere..." ripeteva dentro di sé. L'uomo che conosceva non poteva aver commesso tali nefandezze.
«Alexandros va fermato!» sentenziò il Primo Arcimago, raccogliendo la timida approvazione della platea. Poi diresse il proprio sguardo verso Esmeralda.
"Conosci le nostre regole, gli abbiamo già concesso troppa libertà."
"Ha in mente qualcosa che non riusciamo a comprendere, non può essere diventato un assassino a sangue freddo."
I due stavano comunicando telepaticamente tra di loro.
"Anche se fosse, si è spinto troppo oltre."
La donna non ebbe la forza di replicare
«Inoltre, scommetto che tu sia a conoscenza del pugnale di Keshnal e della minaccia che rappresenta."
Esmeralda trasalì.
"Nessuno meglio di te sa quello che può causare quel genere di reliquia."
Tron troncò il discorso mentale tornando a rivolgersi agli altri stregoni.
«Organizzeremo due gruppi di ricerca composti da un arcimago e due stregoni con l'obiettivo di riportare Alexandros alla Torre Scarlatta. Ci recheremo nella provincia di Florentia, l'ultimo luogo dove abbiamo avuto sue notizie.»
Alteria fermò il suo pianto, trattenendo il fiato nell'attesa di capire cosa avesse in mente.
«Io sarò alla guida di una delle due formazioni, ora sta a uno degli altri arcimaghi offrirsi volontario per formare la seconda squadra.»
Esmeralda stava per raggiungerlo al centro del palco, quando sentì una mano sulla sua spalla arrestarne i movimenti.
«Tu non puoi andare» le sussurrò Hakurei in un orecchio «sei troppo emotivamente coinvolta.»
La donna stava per replicare, ma qualcuno anticipò le sue parole.
«Sarò io a guidare la seconda squadra!»
Con il suo proverbiale fare da protagonista, Esgarth si era elevato dalla sua seduta, attirando su di sé tutte le attenzioni.
«Esgarth, si tratta di una missione troppo complicata per l'ultimo arrivato nella schiera dei cinque» replicò dubbioso Tron, sminuendo così lo stregone che accusò il colpo senza darlo a vedere. Rapido, il suo cervello si mise all'opera, per poter trovare una soluzione che potesse trarlo d'impaccio da quella situazione.
«Conosco le mie capacità e ho già in mente i due maghi con cui formerò la mia squadra.»
Il novello arcimago sollevò il proprio braccio destro facendo svolazzare il suo mantello, per rendere ancora più teatrale il proprio richiamo.
«Bolton! Thundara! Sarete voi due ad accompagnarmi in questa missione.»
Il gruppo degli stregoni ai piedi del palco si aprì leggermente, lasciando spazio ai due appena citati.
Erano un ragazzo e una ragazza dallo sguardo deciso dall'aspetto molto simile. Si trattava di due gemelli, maestri nel piegare l'energia elettrica alla propria volontà. Presi singolarmente le loro abilità non erano eccellenti, ma in coppia il loro potere era considerato pari, se non superiore a quello di un arcimago. Esgarth era ben conscio della loro forza, oltre che a conoscere bene la lealtà che i due nutrivano nei suoi confronti in quanto era stato loro maestro.
«Quinto Arcimago è per noi un onore accettare questa missione!» risposerò praticamente all'unisono, suscitando enorme soddisfazione nel loro interlocutore.
«E sia» disse Tron, valutando positivamente la situazione. «Chi invece volesse unirsi alla mia...»
«Vengo io con lei signore!»
Una voce femminile si elevò sopra il brusio di fondo che si era creato tra gli stregoni. Tutti si voltarono a guardare la giovane maga che si era offerta volontaria per una missione tutt'altro che semplice.
«Ragazzina, il tuo nome è Alteria giusto?»
Lei annuì tra le risa di scherno dei suoi colleghi. La consideravano una povera ingenua che non sapeva a cosa andava incontro.
«È solo una dilettante Primo Arcimago, l'ultima arrivata alla Torre Scarlatta. È con noi da pochi mesi, e non si rende neanche conto della pericolosità di questa missione.» La schernì Esgarth, suscitando ulteriore ilarità da parte della platea.
«Non è vero!» urlò con la rabbia di un animale ferito, riportando il silenzio nella sala. In quanto a carattere la minuta ragazza non era seconda a nessuno.
«Basta, Alteria, calmati!»
Selene le si parò davanti cercando di fermarla, visto che Tron pareva spazientirsi per la mancanza di rispetto che stava avendo nei suoi confronti.
«Lasciami! Lasciami!» la ragazza pareva aver perso il senno. Si dimenava come un'ossessa, tra le braccia della sua insegnante che cercava invano di riportarla alla ragione.
«Ora, basta!»
Tron rivolse verso Alteria il palmo della sua mano e la ragazza venne sollevata a mezz'aria. Alle sue spalle si spalancò la porta d'ingresso e, completamente in balia dei tremendi poteri del Primo Arcimago, venne scaraventata fuori dalla stanza.
«Non tollero sceneggiate del genere in questo sacro luogo!» esclamò, facendo tremare con il suo immenso potere le solide pareti ricoperte di marmo della Sala del Consiglio.
Maximilian, Selene e Dass si lanciarono all'esterno per sincerarsi delle condizioni della loro compagna.
«Sto bene» rispose lei, leggermente frastornata.
«Alteria, non preoccuparti, ci penseremo io e Selene a riportare Alexandros alla torre» le disse Maximilian. «In passato è stato il mio maestro, era questo che cercavo di dirti prima. Io devo tutto a lui, lo riporterò qui sano e salvo, te lo prometto!»
Ma la ragazza non gli stava dando ascolto, nella sua mente trovava spazio solo il pensiero di Alexandros e di un modo per poterlo ritrovare.
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LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)
FantasyPRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA DELLA TORRE SCARLATTA (IN REVISIONE - STORIA COMPLETA) Esiste un posto dove gli esseri umani possono assurgere all'antico potere di maghi e stregoni, il cui mito è perso tra le sabbie del tempo. L'acquisire facoltà fuori d...