«Chi è papà?» chiese Sharon.
Emile si spostò per far vedere a Sharon chi fosse alla porta, non appena lo vide Sharon sentì il cuore balzarle in gola.
Adam guardò Alessio dubbioso, l'aveva riconosciuto, ma non capiva perché lui fosse lì, Sharon aveva detto che non era nessuno di importante.
Alessio a sua volta fissò malamente Adam, fissò lui e poi Sharon, stavano seduti troppo vicini per i suoi gusti.
«Che diavolo sei venuto a fare qui?» chiese lei arrabbiata.
Alessio si morse il labbro, non si aspettava che lei fosse ancora arrabbiata.
«Sono venuto per parlarti.» disse con un fil di voce.
«Nell'era delle tecnologie decidi di volerlo fare di persona?!»
Alessio la guardò per un lungo istante, l'unica cosa che desiderava era abbracciarla, dopo quelle due settimane e mezzo di agonia non voleva discutere, solo far la pace.
Adam guardò Sharon cercando di capire dalla reazione di lei chi fosse veramente lui, era troppo grande per essere il suo ragazzo.
Emile gli fece segno di entrare, era ancora scosso, non gli sembrava possibile che Alessio avesse fatto otto ore di viaggio per vedere sua figlia, si sentiva una merda, lui non l'aveva fatto nemmeno in 13 anni.
«No, papà non farlo entrare, se entra lui esco io!» lo minacciò Sharon.
Alessio accennò un sorriso, pensava che se lei fosse uscita avrebbe dovuto comunque passargli davanti.
Entrò a disagio e vide Sharon alzarsi dal tavolo e andare in camera sua sbattendo la porta.
Emile guardò Alessio, gli indicò la sedia e andò a chiamare sua figlia.
Dalla stanza si sentì un urlo stizzito.
«Non voglio vederlo!»Sharon stava seduta sul letto, non riusciva nemmeno lei a capire la sua reazione, in quei giorni aveva fatto di tutto per dimenticarlo, si era sentita meglio, ma vederlo lì... Incasinava tutto.
Alessio guardava Adam all'altro capo del tavolo, si fissavano, senza dire nulla.
Adam spostò lo sguardo si sentiva a disagio, lo sentiva ostile.
Emile si sedette al tavolo con la testa fra le mani, nel frattempo suonò il campanello.
"Fa che questo sia quello delle pizze." supplicò Emile mentalmente.
Aprì la porta grato al ragazzo di aver interrotto quel momento di tensione.
Adam decise di interrompere quello sguardo e quel silenzio porgendogli la mano.
«Ciao sono Adam.» sorrise ad Alessio cordialmente presentandosi.
Alessio lo guardò freddamente, gli strinse la mano per educazione anche se in verità non ne aveva per nulla voglia.
«Alessio.» tagliò corto.
Adam gli accennò un sorriso imbarazzato.
Emile appoggiò i cartoni sul tavolo.
«Sharon sono arrivate le pizze.»
«Finché quello non se ne va io non esco di qui.»
Il padre sospirò, in questi casi lui non sapeva proprio come prendere sua figlia.
«Ti prego Adam, va a farla ragionare.»
Adam lo guardò confuso, non capiva perché lo stesse chiedendo a lui e notò l'occhiataccia di Alessio.
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Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]
Romance[...Avere costruito quel dettaglio, quel ricordo lo rendeva un uomo completo, ne era felice. Quella possibilità era stata divina, aveva avuto la conferma che era la donna della sua vita, ora aveva solo paura che lei se ne andasse di nuovo, ma il suo...