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«Cosa facciamo domani per il tuo compleanno?» chiese Melissa.

Sharon guardava la vodka nel bicchiere, con la coda dell'occhio guardò il bicchiere di Montenegro di Alessio, si sentiva turbata, forse guardarlo negli occhi non era stata una buona idea.

Melissa le mise una mano sulla spalla.
«Sharon?»

«Sì, scusa mi sono persa via un attimo, dicevi?»

«Cosa facciamo domani per il tuo compleanno?» le ripete.

«Non saprei, alle 10 domani mattina dobbiamo andare dal tatuatore.»

«Dal tatuatore?» chiese Melissa stranita.

«Ehm si... »

«Adam si fa un tatuaggio?»

«In verità ce lo facciamo insieme.» ridacchiò Sharon.

Tutti la guardarono, lei si sentì in imbarazzo temeva che le avrebbero chiesto il motivo.

“Non potevo starmene zitta?”

«Che tatuaggio farete?» chiese Simone.

Adam bevve un sorso di birra.

«Principalmente le nostre iniziali con una data.» disse stringendola a sé con un braccio.

Alessio si rigirava il bicchiere fra le mani, avrebbe tanto voluto andarsene da lì, non torturarsi più, eppure una parte di lui lo teneva inchiodato lì.
Voleva guardarla, respirare la stessa aria, anche se faceva male era pronto a correre il rischio di ferirsi mortalmente, per lei tutto valeva la pena.
Si bagnò le labbra con il Montenegro e si accorse che Debora lo stava guardando, lei fece per accarezzargli il viso, ma lui si scostò, non ne aveva per niente voglia in quel momento.

Debora sospirò, Melissa guardava la scena senza dire nulla, in verità tutti d'un tratto li stavano guardando.

Debora gli prese il viso fra le mani e lo baciò, poi guardò Sharon, lei gli sorrise sinceramente, non era per niente turbata che lei lo baciasse.

Infondo Alessio non era più affar suo, era libero di fare ciò che voleva, sorrise a quel pensiero, si sentiva liberata da quella constatazione.
Si sentiva forte, aveva lui, quel lui che le aveva offerto tutto se stesso in quei tre mesi, era decisa a volergli dedicare un pezzo di sé, portarlo con sé per sempre, nonostante quello che sarebbe successo, nonostante tutto.
Forse a detta delle persone era troppo presto per dire che la loro era una storia importante, ma lei si sentiva legata a lui in maniera indissolubile.

Lui era stato la sua prima volta, era il suo appoggio, era quel ragazzo dolce che le strappava un sorriso ogni volta che le parlava.
Sentiva di essergli affezionata, era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Ora erano solo due e il resto non contava, quella parentesi della sua vita chiamata Alessio era chiusa.

Bevve alla goccia il resto della vodka.

«Vai, Sharon.» disse scherzoso Simone.

Sharon rise e Adam la fissò torvo.
«Un'altra birra?» gli chiese lei sorridente.

«No, e nemmeno tu dovresti, almeno finché non abbiamo una risposta.»

Sharon lo fulminò con lo sguardo per fortuna solo Elizabeth aveva sentito.

«Una risposta a cosa?» domandò immancabilmente Elizabeth.

«Ho un ritardo.» le sussurrò all'orecchio.

«Coooooosa hai un ritardo?!» urlò Elizabeth non riuscendo a trattenere lo stupore.

Sharon strinse gli occhi, non poteva credere che l'avesse detto ad alta voce. Tutti ora la stavano guardando sgomenti, tutti compreso Alessio dall'altro capo del tavolo.
Avrebbe voluto sprofondare.

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora