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Alessio stava sdraiato sul letto, guardava la parete opposta, aspirava il fumo della sigaretta, come se potesse riempire quel vuoto, sì, perché si sentiva vuoto.

Guardò tristemente il proprio cellulare, erano le undici di sera, sospirò; si sentiva più vicino a lei perché ora erano sotto lo stesso pezzo di cielo, ma avrebbe tanto voluto esserle vicino in un altro modo.

Si alzò dal letto e uscì nel terrazzo, guardava la città scorrere sotto di lui.

Tutto non aveva più senso, guardava distratto l'orizzonte, si sentiva perso.

Si mise le mani sul viso, non era possibile, non poteva essere, non voleva che fosse vero.

Si guardò le mani, gli era impossibile non ripensare ai loro momenti, a tutto ciò che erano stati, tutto quello contro cui avevano lottato, ma ora lei non era più disposta a farlo.

"Vorrei che tutto andasse bene."

Da quando lei se ne era andata, il suo modo di guardare il mondo era cambiato, non c'era più colore, non c'era bianco, non c'era nero, erano rimaste solo le sfumature del grigio, il grigio dell'apatia.

Chiuse gli occhi, chiedendosi cosa stesse facendo lei in quel momento, magari dormiva, sorrise al pensiero.

Si chiedeva come sarebbe andata veramente a finire, forse non c'era nemmeno da starci a pensare troppo perché non sarebbe andata a finire, semplicemente era già finita.

Sentiva il cuore sospeso a metà, su un filo sottile, non sapeva da quale parte sarebbe caduto, da una parte c'era la felicità, dall'altra il nulla.

Fissava il vuoto, ultimamente gli capitava spesso, forse il vuoto aveva preso il sopravvento, si era impossessato di lui; forse lui faceva ormai parte di quel vuoto.

Quando avrebbe imparato a convivere con il vuoto?

Prese il cellulare, facendo scorrere le loro foto, erano l'unica prova che tutto ciò era esistito, perché forse nel cuore di lei non ve n'era più traccia e nel suo di cuore cosa c'era?

C'era solo il desiderio di averla di nuovo fra le sue braccia, non era possibile sentire così tanto la mancanza di un abbraccio, desiderava sentire di nuovo il suo profumo, affondare il viso fra i suoi capelli.

Pensava che gli abbracci fossero una delle cose più belle della vita, perché quando accadevano i cuori si avvicinavano, quasi sfiorandosi, ma i loro cuori, ora, erano lontani.

Guardava le foto con il respiro spezzato, sentiva l'acqua alla gola o forse erano solo le lacrime che avrebbero voluto uscire.

Accarezzò lo schermo guardando quella foto.

Avrebbe voluto la felicità e lei era la sua felicità.
Si accese un' altra sigaretta, ormai era diventato un gesto automatico.

Sharon guardava Adam, pensava che si sarebbe addormentato durante il film e invece lui stava lì a fissare la parete.

«C'è qualcosa che non va?»

Adam la guardò confuso e sospirò.

«Sinceramente non lo so, credo di avere un problema, ma non so quale esattamente.»

Si sedette sul letto per guardarlo meglio.

«Che genere di problema?»

Lui abbassò lo sguardo.

«È da ieri sera che mi sento strano.»

«Ieri sera quando?»

Lui sorrise.
«Non lo so, non ho un ora precisa piuttosto un momento.»

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora