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Sharon aprì gli occhi e si guardò attorno assonnata, aveva un mal di testa assurdo, si guardò era ancora avvolta nel piumino.
Ci si accoccolò meglio all'interno, sapeva di lui, quel passato lontano; sorrise senza accorgersene e si raggomitolò meglio, aprì gli occhi e mise a fuoco un dettaglio della stanza, guardava dubbiosa l'armadio.

Si alzò sul letto a sedere e si spaventò nel vedere che quella non era la sua stanza, non era la stanza di casa, non era quella in India, ma quella di Alessio.
Terrorizzata dall'idea uscì dal letto di corsa, come era possibile che lei fosse lì?
Il cuore le batteva all'impazzata, l'ultima cosa che ricordava era di essere salita, ubriaca e arrabbiata in macchina di Melissa.

Guardava con terrore il letto, non poteva essere, non poteva essere vero.

Il respiro le mancava, si sforzava di ricordare, ma non le veniva in mente nulla, si appoggiò all'armadio, quasi volesse entrarci per allontanarsi da quel letto.

Vide Melissa passare davanti alla porta della stanza, lei le fece un gran sorriso.

«Ah, ti sei svegliata!»

Sharon la guardava spaventata.
«C-c-cosa ci faccio qui?» balbettò.

Melissa le sorrise.
«Ti sei addormentata in macchina, quando bevi e ti addormenti non ti sveglia neanche la terza guerra mondiale.»

Sharon si sentiva in imbarazzo, non era la prima volta che accadeva.
«Come sono finita qui?»

«Ti ho fatto portar su da Federico, ho pensato che a questo punto tanto valeva aspettare Adam.»

Sentendo quel nome il cuore si tranquillizzò, pensava di aver scordato qualche pezzo, di aver fatto qualcosa che non ricordava.

«Dov'è?»

Melissa la guardò sorridente.
«Sono... Cioè volevo dire è in sala da pranzo.»

Sharon annuì, aveva la testa che le scoppiava, si guardò, sotto il piumino era ancora in biancheria intima, fece una smorfia al pensiero, sperava solo che Adam si fosse ricordato del vestito, l'ultima cosa che voleva era tornare a casa avvolta in un piumino, si sentiva un' idiota.

Si diresse verso la sala da pranzo si sentiva in imbarazzo con il piumino addosso, ma senza si sarebbe vergognata a morte, magari Ginevra era nei paraggi e essere mezza nuda non era il proprio il massimo.

Cercava di coprirsi il più possibile.

Fece una smorfia guardando quell'appartamento, in 12 ore aveva rivissuto un sacco di ricordi, era triste di questo perché tutto sommato erano bei ricordi, ma ormai erano il passato e per questo le facevano in un senso rabbia e tristezza.

Passò davanti allo specchio, si diede un'occhiata, sembrava appena uscita da un manicomio.

Entrò in sala da pranzo e tutti e tre alzarono lo sguardo su di lei.

"Oddio il trio medusa."

Sharon trattenne una risata a fatica per il pensiero.

Adam e Alessio stavano seduti vicini entrambi con una borsa del ghiaccio sulle tempie, avevano addosso gli stessi vestiti del giorno prima, beh almeno loro i vestiti li avevano.

Federico stava seduto sfogliando il giornale, bevendo una spremuta d'arancia e quando la guardò fece un sorriso compiaciuto, averla portata in camera mentre dormiva era stato un punto a suo vantaggio, lui la guardò sorridente non curante degli sguardi torvi degl' altri due.

«Buon giorno, siediti pure.» disse lui spostandole la sedia.

Sharon lo guardò imbarazzata.
«Buon giorno.»

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora