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Laura aspettava impaziente l'arrivo dell'aereo, tempo un'ora e sarebbe dovuta tornare al lavoro.

Sharon non vedeva l'ora di abbracciare suo padre di nuovo.
«Tuo padre ha detto che forse avrebbe portato una persona.»

«Sì, un ragazzo.»

«Non lo so è stato vago su questo.»

Aspettavano impazienti che la porta si aprisse.

Adam guardava fuori dalla vetrata la neve che cadeva, non era mai stato amante delle attese, era stupito di come smetteva di nevicare, piovesse facendo sciogliere la neve e poi ricominciasse a nevicare di nuovo.

Si sentì prendere per il collo, quello doveva essere senz'altro un'idiota, quell'idiota.

«Ciao Dam.»

Damiano sbuffò.
«Ma come hai fatto capire che ero io?»

«Perché sei l'unico idiota che fa queste cose e poi sapevo che arrivavi tu.»

Damiano fece un smorfia.
«Ma non era sicuro che venivo.»

«Tu che ti fai scappare la possibilità di correre dietro alle donne?»

Damiano rise.
«Questo non sia mai, sono troppo  appetitose.»

«Finirai col strozzarti prima o poi.»

Damiano lo fissò torvo.
«Fin ora non è mai successo e poi lo sai l'amore non fa per me, quelle cose le lascio a te, non voglio legarmi a qualcuno che poi non so dove mi porterà l'esercito.»

Adam fece una smorfia pensando a ciò che lui gli aveva appena detto.
“Non so dove mi porterà l'esercito.”
Quelle parole rieccheggiarono nei suoi pensieri.

Guardò Emile che parlava con sua moglie poco più in là, camminò verso di loro.

«Ciao Adam.»

«Signore.»

Laura scoppiò in una risata.
«Chiami ancora signore il padre della tua ragazza come se niente vi legasse?»

Adam la guardò imbarazzato.
«Mi viene naturale.»

«Dai andiamo che devo tornare al lavoro, così finisco presto oggi.»

Tornarono tutti e cinque a casa, Laura e Emile non si parlavano molto, probabilmente al telefono era più facile, Sharon fece una smorfia pensava che si fossero riavvicinati, ma non era così.


Emile appoggiò la borsa sul pavimento, sarebbero stati lì solo fino a lunedì poi sarebbero ripartiti lunedì sera, in compenso avrebbero dormito tutti a casa, questa volta niente albergo.

«Io scappo al lavoro, ci vediamo alle sei, per qualsiasi cosa chiedete a Sharon.»

Laura uscì di corsa, il suo lavoro la assorbiva totalmente.

Rimasero tutti e quattro a guardarsi.

«Volete fare una doccia?»

«Sì, dai sarebbe una gran cosa.» disse Damiano sorridente.

«Allora vieni che ti faccio vedere la stanza degli ospiti, tu papà mi dispiace dormirai sul divano.»

Emile scoppiò in una risata.
«Non ti preoccupare, ho dormito in condizioni peggiori.»
Si sedette comodamente sul divano.
«Scusate, ma sono esausto mi metto qui e faccio un pisolino finché lui non finisce la doccia.»

Damiano scoppiò in una risata, tutti lo guardarono dubbioso, non capivano perché lui ridesse.

Damiano indicò Toby che lo fissava, era accucciato vicino al calorifero.
«Sembra dire:"tocca il calorifero e sei morto."»

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora