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Alessio stava appoggiato con il gomito sul tavolo nel buio di quella notte, stava davanti al computer e guardava la foto di Sharon con espressione vuota.
Erano le quattro passate di mattina e non era ancora riuscito a chiudere occhio, cercava con gli occhi nei suoi stati, una parola o una frase rivolta a lui, magari segretamente, ma non ci trovò nulla, prevalentemente il suo profilo era pieno di foto.
Si passò la mano sul mento e si stropicciò gli occhi, c'erano tante foto di Adam, fece una smorfia di dolore a quella constatazione.
Abbassò lo sguardo sulle proprie mani, sentiva i ricordi con lei diventare sempre più sbiaditi, ormai erano sgualciti e mezzi strappati a furia di sforzarsi di ricordare, eppure il suo cuore non riusciva a mettersi in pace.
Si guardava le mani, non gli sembrava quasi possibile che una volta quelle mani avevano sfiorato la sua pelle, chiuse gli occhi, cercando di ricordarsela, sentiva la sua mancanza.
Non credeva possibile sentire così tanto l'assenza di una persona.
Si coprì gli occhi appoggiandosi con i gomiti al tavolo, sospirò a fondo, profondamente.
Non c'era posto in cui lei non gli mancasse, sarebbe potuto scappare in qualsiasi altro posto, ma il suo cuore avrebbe sentito sempre la sua mancanza.
Si passò una mano nei capelli, ora non c'era altro posto dove voleva stare, voleva stare a casa, perché sapeva che lei era tornata.
Avrebbe tanto voluto essere lì in quel momento, per essere sotto il suo stesso pezzo di cielo, respirare la stessa aria, vederla, anche per caso, ma vederla gli sarebbe bastato.
Sì appoggiò sullo schienale della sedia sospirando.
Suo fratello dormiva profondamente sul divano, si era addormentato guardando la televisione con un braccio a penzoloni, nemmeno lui aveva avuto il coraggio di cercare un'altra ragazza.

Sì alzò per versarsi un bicchiere d'acqua.
Guardò fuori dalla finestra il cielo nuvoloso.

Federico gli si avvicinò.

«Ehi, mica stavi dormendo tu?»

Federico sorrise.
«Sì, ma ho sentito il rubinetto aprirsi e mi è venuta un'improvvisa sete.»

Gli porse un bicchiere di acqua.

«Anche tu vorresti essere a casa in questo momento?»

Alessio annuì sorseggiando l'acqua.

Federico si appoggiò al mobile della cucina.

«Boh, per me è strano, però sinceramente non so per te come potrebbe essere, a me fa strano pensare di mettermi con un'altra ragazza, però in fin dei conti non mi sento dolorante, ma tu... »

Alessio fissava il pavimento con espressione vuota.

« ...tu dai l'impressione di essere la sofferenza in persona.»

Federico guardò suo fratello.

«Ti manca sempre così tanto?»

«In teoria dovrebbe mancarmi di meno ogni giorno che passa, invece mi manca sempre di più perchè sento i ricordi che sbiadiscono.»

Federico sospirò.
«Ale, non avvelenarti il cuore... alla fine hai fatto tutto il possibile, sei andato in India, le hai chiesto di sposarti; le hai provate tutte, si vede che non è destino.»

«Ma io una vita diversa non riesco a immaginarla.»

Si rigirava fra le mani il bicchiere ormai vuoto.

«Le anime gemelle non sempre sono destinate a stare insieme.» gli disse Federico tristemente.

Strinse gli occhi a quelle parole.

«Ale, vai un po' a dormire, hai un'aria molto stanca.»

«Già, mi sa che andrò a dormire.»

Appoggiò il bicchiere nel lavandino.

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora