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Sharon aprì gli occhi nella luce accecante del giorno, il mal di testa era sparito, ma in compenso ora si sentiva stravolta.

Sentiva una strana angoscia invaderla, guardava la luce della finestra, si sentiva strana, sentiva il cuore su un baratro, il respiro quasi le mancava.

Sospirò e sentì quel profumo, il suo profumo le era rimasto addosso, era sulla pelle, quel profumo le dava alla testa, come le davano alla testa i ricordi, quei ricordi che le affollavano la mente.

Non era possibile, tutta la fatica che aveva fatto per non ricordare più, era valsa a nulla, ora tutto le passava davanti senza che lei lo volesse.

Chiudeva gli occhi, ma lui rimaneva indelebile nei suoi pensieri, il suo sorriso mentre apriva la doccia, i suoi occhi dopo averla baciata.

Sentì di nuovo il brivido provocato dal suo dito che le accarezzava la spina dorsale, la mano sfiorata mentre le legava i polsi.

I suoi occhi persi che la guardavano sotto la neve, la smorfia di dolore quando gli aveva detto che quella sarebbe stata l'ultima che si sarebbero visti, tutti i ricordi presenti si mischiavano a quelli passati.

Era una sensazione orrenda, sentirsi così; divisa a metà tra passato e presente.

Lo vedeva imbarazzato con la mano davanti al viso mentre era appoggiato alla scrivania di sua sorella, imbarazzato e triste quella mattina a tavola quando lei aveva addosso quel pigiama.

Si guardò il tatuaggio al polso con aria sofferente, sperava che quello la riportasse al presente.

Voleva a tutti i costi il presente, chiuse gli occhi sperando che tutti i ricordi svanissero, ma più si sforzava e più questi aumentavano di intensità.

Lui era lì, con espressione terrorizzata aldilà del vetro che la scongiurava di non partire.

Sharon sentì la sua risata, la risata di quando lo baciava la mattina nel letto, vide i suoi occhi incantati quando le aveva detto di amarla.

Tutto era così lontano, eppure faceva così male.

Tutto si stava ripetendo nella sua mente ed era straziante.

Lo vide con l'espressione della sconfitta vicino alla sua macchina mentre guardava Adam e gli diceva che a lui non restava che vivere solo di ricordi, e se quello significava vivere di ricordi era tremendo.

Faceva sentire il cuore agonizzante, la cosa peggiore era che non si poteva opporre resistenza a questo flusso di ricordi, accadeva e basta, senza possibilità di fermarlo.

Chiuse gli occhi, arrendendosi, una lacrima le cadde sul cuscino, non voleva più pensarci, ma lui la guardava con un sorriso sorseggiando il suo Montenegro.

Ricordò la sua espressione imbarazzata quando l'aveva tirato dentro la vasca vestito, la sua risata spensierata, le sue labbra che le baciavano lungo la schiena, la sua espressione preoccupata e arrabbiata quando l'aveva trovata quella notte a dormire davanti a casa sua dopo averla cercata tutta la notte.

Aprì gli occhi, sentiva il suo respiro spezzato quando lei cercava di fargli perdere il controllo.
E poi c'era il suo sorriso a metà, bello da morire, il primo sorriso che le aveva fatto quando l'aveva vista quella mattina di maggio.
Sentiva il suo cuore battere sotto la sua mano appoggiata sul suo petto.
Tutti quei ricordi erano così amari.

Girò lo sguardo verso Adam, era così bello quando dormiva, una lacrima le scese, lui era il suo presente, allora perché il passato continuava a fare così male?

Adam aprì gli occhi per un istante e la guardò con i suoi occhi azzurri mezzi addormentati.

Sharon si avvicinò a lui che la guardava assonnato.
«Ti prego abbracciami.» nella sua voce c'era l'angoscia e la tristezza causata da tutti quei ricordi.

Anche se la vita divide, il cuore aspetta. [THE HEART SEES DEEPER THAN THE MIND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora