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Dopo essermi depressa per un po' sul letto e non essermi alzata nemmeno per mangiare, il campanello suonò facendomi sobbalzare.
Con molta lentezza, arrivai alla porta e trovai il volto sorridente di Edward che, dopo avermi vista in quelle penose condizioni, si trasformò in una faccia preoccupata.
«Daisy... che cosa ti è successo?» domandò con tatto Edward mentre entrava in casa.
«È morto.» presi un respiro prima di pronunciare il suo nome: «Colin.»
«Vieni qui.» mi prese tra le sue braccia e, per la prima volta in quel giorno, mi sentii al sicuro.
Raccontando il fatto accaduto a Edward, notai che più andavo avanti con la storia, più il suo sguardo diventava teso.
«Perché sei teso?» domandai interrompendo il racconto.
«Oh, no, niente.» mi rispose tamburellando le dita sull'estremità del divano.
«Edward, che cazzo sai di questa storia?» alzai la voce.
«Io non so niente, Daisy.» mi rispose lui con tono calmo, ma rimanendo agitato.
«Meglio che te ne vada.» dissi praticamente spingendolo all'uscita.
«Ma Daisy...» obbiettò lui, prima che gli sbattessi la porta in faccia e, per la seconda volta in quel giorno, scivolai su di essa per poi ritrovarmi seduta a terra.
Il mio subconscio non poté evitare di pormi la domanda che per tutto quel tempo avevo cercato di ignorare:
È stato Edward ad uccidere Colin?

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