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liv,,

a little gift for you.
hope you'll enjoy it.

Edward's POV
«Daisy?! Daisy!» la chiamai vano.
Girai per tutta la casa ma il suono del telefono mi fece assestare.
«Pronto? Chi parla?» risposi al numero sconosciuto.
«Centrale di polizia. Lei è Edward... il fidanzato di Daisy Evans?»
«Sì, sì sono io.» risposi frettolosamente.
«Questa notte la signorina Evans ha confessato di aver ucciso Colin Gray... lei ne era a conoscenza?»
«No, non lo sapevo. Adesso la raggiungo.» e chiusi la chiamata.
Come era possibile?
Daisy non avrebbe mai ucciso Colin, era il suo migliore amico e gli voleva un mondo di bene.
Poi collegai tutto: Daisy non aveva retto l'erba.
Scesi di fretta le scale ma quando arrivai al portone, notai che non c'era la macchina.
Chiamai immediatamente un taxi che, grazie al cielo, ci mise rispettivamente poco ad arrivare a destinazione.
«Allora?» urlai al primo agente che incontrai dentro la centrale.
«Buongiorno signore posso fare qualcosa per le-.»
«Sì, cazzo sì. Dove sta la signorina Daisy Evans?»
«Dentro quella stanza.» rispose indicandomi una porta su cui appesa una targhetta col numero 6.
Bussai frettolosamente, ma non udii alcuna risposta.
Aprii la porta e vidi Daisy accasciata su una sedia appoggiata al muro.
Corsi subito verso di lei per abbracciarla ma venni fermato da un ordine proveniente da una voce metallica: «Non può farlo, mi dispiace. La paziente non può essere toccata.»
«La paziente di che cosa?» urlai alzando lo sguardo per cercare la fonte di quella voce.
«Abbiamo fatto una breve diagnosi e abbiamo appurato che la signorina Evans è psicologicamente instabile.»
Grazie al cazzo che non è stabile, ha appena fumato.
«Ha confessato di aver commesso un omicidio di primo grado ma, avendo questa situazione mentale, dobbiamo portarla in una clinica.»
«In un manicomio?!» urlai.
«Signore, i manicomi sono illegali da tempo, adesso esistono le case di cura.»
Riuscii solo a morire dentro vedendo lo sguardo assente di Daisy che non emanava alcuna emozione.